Apofruit ha presentato oggi un'idea di programmazione produttiva per i prossimi 5 anni molto dettagliata e che ha come obiettivo principale l'ampliamento dell'investimento nei progetti per prodotti a Club. Ernesto Fornari, nuovo direttore generale della cooperativa ortofrutticola con sede a Cesena, «l'esperienza con le varietà Club è ormai ventennale, tutto è iniziato diventando uno dei licenziatari della mela Pink Lady, alla quale ha fatto seguito il kiwi Zespri Gold G3. Due progetti che ci hanno permesso di capire a pieno le dinamiche delle varietà gestite con questi sistemi. In entrambi i casi i risultati sono stati positivi e per questa ragione tra il 2021 e il 2025 intendiamo puntare su un'ampia gamma di varietà, prodotti di qualità su cui poter fare affidamento e che ampliano i calendari di raccolta e di commercializzazione per rispondere alle richieste del mercato».
Tutte le varietà su cui punta Apofruit
Le proposte su cui riflettere per la programmazione produttiva riguardano numerose varietà e specie frutticole, adatte naturalmente a diversi areali produttivi, da Nord a Sud, sui cui si estende la cooperativa.
- Kiwi: verde Divo (di New Plant) e rosso HFR-18 (di Origine Group)
- Mele: Joya (di Star Fruit) e Candine (Agro Selection Fruit)
- Pere: Fred (CH201) (di Agroscope)
- Kaki: Maxim (Citrus Genesis)
- Nettarine: Ondine (platicarpa bianca)
- Albicocche: Farbela, Farbaly e Farlis
- Ciliegie: Sweet
- Uva senza semi: Sun world, IFG, SFNL, Star Grow
- Agrumi: clementino tardivo Tango, per superare i limiti del periodo di commercializzazione del clementino comune, e arance bionde Fukumoto e Lanelate
- Fragole: Sabrosa (Planasa) e Rossetta (Nova Siri Genetics)
- Piccoli frutti: mirtilli Fall Creeck e lampone Adelita (Planasa)
«L’innovazione deve partire da un’offerta di qualità, che sia in grado di dare la giusta retribuzione ai produttori e di vincere la competizione sui mercati globali. Con questo ampliamento contiamo di dare un forte impulso alla superficie coltivata del gruppo. Le strategie di Apofruit, per valorizzare al meglio gli investimenti dei nostri produttori, saranno sempre incentrate sui tre grandi pilastri della nostra offerta: politica di marca, biologico e produzione integrata di alta qualità» conclude Fornari.
Gli aiuti per fronteggiare gli investimenti
Mario Tamanti, direttore progetti e finanziamenti Apofruit, ha messo l'accento su un tema cruciale per i frutticoltori soci: la capacità di far fronte agli investimenti che questi progetti richiedono.
«Pensando per esempio a un nuovo impianto di kiwi (con drenaggi per ogni singolo filare a 1m dalla pianta e a 70 cm di prfondità in pre impianto, con sesto di 5x2 o 5x3 a seconda del territorio per un totae di 666-1000 piante per ettaro, coperto da rete antigrandine con rete antinsetto/antivento, più impianto di irrigazione, fertirrigazione, antibrina ecc.) i costi da sostenere si aggirano sui 50mila euro, senza contare i costi di gestione del periodo improduttivo. Uno sforzo importante per i produttori che la cooperativa cerca di accompagnare intercettando e supportando le aziende a ottenere finanziamenti comunitari, l'accesso al credito, e promuovendo l'adozione di assicurazioni e strumenti di tutela del reddito».