La gestione della risorsa idrica è uno dei temi tecnici più importanti per la coltivazione degli alberi da frutto, ma è anche uno dei più delicati per l’impatto sociale che già hanno, e sempre più avranno, gli aspetti legati alla sostenibilità delle coltivazioni. È facile prevedere che in un futuro prossimo si dovranno fornire certificazioni circa il corretto impiego (volumi, tempistiche) di questa risorsa, per soddisfare le richieste di acquirenti che vorranno poter fornire alla propria clientela assicurazioni di sostenibilità anche sotto questo aspetto. In altre parole, occorrerà sempre più poter fornire garanzie circa la reale necessità di ogni goccia d’acqua utilizzata per sostenere la produttività del frutteto.
In Italia la situazione su questo fronte è particolarmente felice, in quanto il nostro Paese è stato uno dei pionieri nella realizzazione di sistemi esperti per la gestione dell’irrigazione. Ad “Irriframe”, del Canale Emiliano Romagnolo, si affiancano numerosi altri servizi, forniti da privati, che usano approcci simili (basati sul calcolo del bilancio idrico delle colture, oggi assai preciso grazie soprattutto alle reti capillari di rilevamento dei dati meteo). Le indicazioni sono disponibili su smartphone e danno all’agricoltore un riferimento immediato.
Adeguare l'irrigazione sulla base della crescita del frutto
La nuova frontiera è l’integrazione di questi sistemi esperti con altri, capaci di prevedere durante il corso dell’estate le dimensioni del frutto alla raccolta. Si cita qui il progetto finanziato dal PSR Emilia-Romagna che vede impegnato il CER nella verifica della bontà delle previsioni di “Irriframe” sulla base dell’indicazione fornita dagli algoritmi di previsione dello sviluppo dei frutti di “Perfrutto” di Horticultural Knowledge srl, realizzando per la prima volta la fusione tra un metodo di calcolo dinamico (perché basato su dati aggiornati in tempo reale), ma tradizionale (il già citato bilancio idrico della coltura), con uno altrettanto dinamico, ma che misura in tempo reale la performance di crescita del frutto, valutandola nel periodo appena trascorso, oltre che proiettandola ad una data di raccolta prevista.
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E questo è probabilmente solo l’inizio, perché sta cominciando l’era dei sensori dello stato idrico della pianta, che promettono di proiettarci in un’era in cui la conoscenza di questo parametro sarà molto più dettagliata e disponibile in tempo reale rispetto alle attuali misure derivate dal suolo o dall’atmosfera. Sono già in commercio sensori da applicare alle foglie e presto arriveranno sensori da innestare al tronco, che verranno interrogati da dispositivi portatili delle dimensioni di uno smartphone. Il limite potrebbe essere nel numero di repliche necessario per avere un quadro attendibile della superficie dell’intero frutteto, anche dal punto di vista dei costi. Tuttavia, la strada è stata aperta ed è quindi lecito aspettarsi sviluppi interessanti nel prossimo futuro.
Sul fronte degli impianti irrigui
Anche sul fronte degli impianti irrigui sono molte le linee di discussione e confronto tra gli operatori. A fronte dell’apparentemente irrisolvibile querelle tra sistemi di distribuzione dell’acqua (goccia, microsprinkler, sovrachioma), a volte si deve prendere atto di impianti non progettati con la necessaria professionalità (che non manca certo tra i più qualificati operatori), con limitazioni importanti nella loro capacità di fornire in modo tempestivo i volumi irrigui richiesti dalle colture. Il cambiamento climatico porta, come accennato in apertura, a comportamenti non supportati da risultati scientifici. In altri casi questi ci richiamano ad un indispensabile realismo: l’utilizzo dell’irrigazione a fini climatizzanti si è rivelato, in studi recentissimi, troppo ‘assetato’, per i cospicui volumi necessari e ha rivelato un’efficacia assai limitata nel tempo, cessando l’effetto in tempi assai rapidi dopo la fine della somministrazione idrica.
Quali saranno le nuove frontiere dell’irrigazione?
Certamente l’evoluzione dei sistemi esperti vedrà presto l’ingresso dell’intelligenza artificiale, con la capacità di integrare il consiglio irriguo (in volumi da distribuire) con l’opportunità di effettuare l’intervento in funzione dell’utilità attesa, che si potrà valutare in termini di costo (laddove l’acqua ha costi non figurativi questo aspetto assumerà sempre maggiore importanza) o di impatto sulla qualità del prodotto. Già oggi sono disponibili sul mercato centraline di controllo degli impianti che si possono gestire a distanza, attraverso comode applicazioni gestibili dal telefono cellulare.
Il passo successivo sarà l’adozione di soluzioni in cui tutta la gestione dell’intervento avverrà grazie a tecnologie di “Internet of Things” (IoT) in cui i componenti dell’impianto (centralina, pompe, elettrovalvole) saranno comandate in modo autonomo da computer che, usando algoritmi di intelligenza artificiale, ottimizzeranno i volumi e gli orari d’applicazione, gestendo l’impianto senza interventi del frutticoltore.