Quest’anno almeno per buona parte della Capitanata, in Puglia, in controtendenza rispetto ad altri territori agricoli italiani, non si profilano pericoli di siccità e, quindi, di mancanza d’acqua per colture largamente praticate come ortive, pomodoro da industria, olivo, vite e altre che necessitano, durante la stagione primaverile-estiva, di irrigazione.
Infatti gli invasi-dighe che servono il Foggiano, cioè la diga di Occhito sul fiume Fortore, la diga di Marana Capacciotti, la diga di Capaccio sul torrente Celone e la diga di San Pietro sull’Osento, affluente di sinistra del fiume Ofanto, sono pieni, grazie alle consistenti piogge e alle nevicate della stagione autunno-invernale.
Anzi l’acqua è così tanta che quella in eccesso viene addirittura fatta defluire in mare, sprecandola! Perciò il presidente del Consorzio per la bonifica della Capitanata, Giuseppe De Filippo, rivendica la necessità di altri invasi per non disperdere l’acqua eccedente e poter allargare il territorio agricolo irrigabile.
In Capitanata aperte le paratoie degli invasi
Negli invasi del Consorzio per la bonifica della Capitanata c’è, infatti, tanta acqua che da inizio febbraio sono state aperte le paratoie della diga di Occhito, al confine fra Puglia e Molise, per far defluire l’acqua eccedente il limite di invaso consentito nel fiume Fortore e quindi nel mar Adriatico.
E dai primi di marzo è in atto lo sfioro della diga di Capaccio che ha raggiunto la quota massima di regolazione, per cui ulteriori afflussi, provenienti dal bacino di monte, defluiscono dallo scarico di superficie, a soglia libera di sfioro, a valle nel torrente Celone.
De Filippo: «Realizzare nuove dighe»
«La Protezione Civile – spiega De Filippo – ci impone, a titolo precauzionale, di tenere le paratoie aperte. Essa ha stabilito che il lago artificiale formato dalla diga di Occhito, che ha una capacità di invaso di 250 milioni di metri cubi di acqua, può contenere non più di 210 milioni di metri cubi, per non tracimare in caso di una piena improvvisa da uno degli affluenti. Questo significa non poter invasare circa 40 milioni di metri cubi di acqua.
Sembra una beffa per la provincia di Foggia, che ha sempre combattuto la siccità. Purtroppo dagli anni 80 del secolo scorso non si costruiscono più dighe, anche se alcune erano già state progettate.
Mi riferisco alla diga di Piano dei Limiti, immediatamente cantierabile, e alla diga di Palazzo d’Ascoli, meno cantierabile ma altrettanto fattibile, che potrebbe servire il territorio intorno a Borgo Tressanti e tutto l’agro di Manfredonia e Cerignola.
I progetti ci sono, i soldi per finanziarli ci sono, manca però una visione di futuro per realizzare infrastrutture in un territorio, il Foggiano, che è irriguo, sì, ma per un terzo e per gli altri due terzi aspetta ancora l’acqua».