Nuovi invasi, potenziamento dei depuratori per l’uso irriguo, tecnologie anti-spreco. Sono gli strumenti per un piano di interventi anti siccità volto a dare alla Puglia l’indipendenza idrico-irrigua, capace di garantire agli agricoltori del territorio regionale l’acqua necessaria per tutte le colture che ne hanno bisogno e ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua. Lo chiede Cia agricoltori italiani della Puglia in una lettera inviata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia. Con tale lettera l’organizzazione agricola sollecita altresì un incontro urgente per conoscere quali siano le iniziative che si intendono avviare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per aumentare la disponibilità idrica regionale e risolvere i problemi degli agricoltori, alle prese con carenza di acqua, aumento dei costi di approvvigionamento e diminuzione del valore di diverse colture.
Cia Puglia: «Dalla siccità danni ingenti»
Già nelle scorse settimane Cia agricoltori italiani della Puglia aveva chiesto ufficialmente alla Regione di attivarsi presso il Mipaaf per la dichiarazione dello stato di calamità, in favore di tutto il territorio regionale. Il motivo della richiesta risiedeva proprio nelle conseguenze della siccità e del caldo torrido che, negli ultimi mesi e dopo le gelate di aprile, hanno gravemente danneggiato le colture cerealicole, quelle orticole, i mandorleti, gli oliveti e i vigneti.
«I danni – dichiara il presidente regionale Raffaele Carrabba – sono ingenti e riguardano tutte le province pugliesi, dal Foggiano alla Bat, dall’area metropolitana di Bari ai Comuni (capoluogo compreso) del Tarantino, fino a tutta la provincia di Brindisi, di Lecce e all’intero Salento. Per le colture cerealicole, ad esempio, l’aumento di prezzo riconosciuto ai produttori non riesce, in moltissimi casi, a compensare i mancati introiti derivanti dalla resa minore per ettaro causata dagli eventi atmosferici estremi che hanno colpito i campi.
Una situazione ancora più grave ha caratterizzato la stagione delle angurie, penalizzata sia dalle conseguenze di caldo e siccità sia dal calo vertiginoso dei prezzi accordati ai produttori. Per i vigneti, l’inizio della prima fase della vendemmia per alcune specifiche tipologie di uva segnala una diminuzione delle quantità, anche se, allo stesso tempo, un’ottima tenuta della qualità. C’è preoccupazione per gli oliveti e la prossima apertura della stagione olivicola, caratterizzata nelle ultime settimane da irrigazioni suppletive e d’emergenza necessarie per limitare gli effetti dal caldo torrido abbattutosi sulla Puglia a partire da giugno. Un discorso a parte merita l’apicoltura, che ha subito un decremento produttivo dal 30% al 50%, e per la quale Cia della Puglia ha già chiesto la dichiarazione dello stato di calamità secondo quanto previsto dal Dl 25 maggio 2021, n. 73 art 71 Sostegni-bis».
La siccità provoca l’aumento dei costi di produzione
La lunga siccità primaverile ed estiva, con un calo del 30% delle piogge e punte record in alcune aree del 60% in meno, sta costringendo gli agricoltori ad affrontare un aumento del 50% delle spese per l’approvvigionamento idrico dei campi, a fronte di una perdita di valore delle colture che coinvolge diversi comparti, sottolinea Carrabba. «A causa della siccità durata diversi mesi e di ripetute ondate di caldo torrido la Puglia ha subito una forte diminuzione della disponibilità dei serbatoi idrici. Infatti le riserve idriche regionali, malgrado comprendessero, a inizio estate, oltre 67 milioni di metri cubi in più rispetto allo stesso periodo del 2020, da agosto si sono ridotte di circa 40 milioni».
Cia Puglia: «Contro siccità nuovi invasi e infrastrutture»
Nel piano di interventi anti siccità chiesto da Cia Puglia, aggiunge Carrabba, «riteniamo in primo luogo che non sia più rinviabile la realizzazione di nuovi invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale. Tale apporto oggi è fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe. Chiediamo perciò un incontro urgente per conoscere le iniziative che si intendono avviare nell’ambito del Pnrr per aumentare la disponibilità idrica regionale. La costruzione di nuovi invasi dipende innanzitutto dal Governo centrale. Ma le Regioni, all’interno del Pnrr, possono indicare la costruzione di un nuovo invaso come priorità per una nuova infrastruttura. Poi, ovviamente, la loro costruzione e gestione verrebbe demandata ai consorzi di bonifica, che però dipendono dalle Regioni».
«Potenziamento depurazione e tecnologie antispreco»
Cia Puglia chiede inoltre il potenziamento degli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque di recupero e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.
«È necessario – sostiene Carrabba – potenziare le infrastrutture già esistenti, per renderle in grado di ridurre gli sprechi e recuperare quanta più acqua possibile. Si deve, infine, investire sull’innovazione tecnologica, in modo da assicurare sempre più il risparmio idrico, rendere più efficienti gli impianti e garantire ai nostri agricoltori il necessario apporto idrico a prezzi equi e sostenibili».
PIOGGIA IN PUGLIA, MENO 30%.
La conferma scientifica dei dati drammatici relativi alla siccità in Puglia, spiega Carrabba, viene dalla ricerca realizzata da Alessandro Di Leo per il Centro meteo pugliese. «Mediamente – si legge in tale studio – quest’anno in Puglia è caduto il 30% in meno di pioggia rispetto al normale, considerando tutte le stazioni meteo della Protezione civile e prendendo a riferimento le medie pluviometriche dal 1991 al 2020. Nel Barese, che in media ha perso il 42,6% di pioggia, il record negativo spetta al territorio di Altamura (-54,5%). Nella provincia Barletta-Andria-Trani spicca il dato di Spinazzola (-51,7%). Nel Foggiano, Manfredonia registra un -32,4%. In provincia di Brindisi, San Pancrazio Salentino raggiunge il -55,8%. Nel Leccese, record negativo per Masseria Monteruga con un -57,7%. In provincia di Taranto, il valore più negativo spetta a Martina Franca dove l’acqua caduta sui campi è diminuita del 34%».