Nel pieno della stagione irrigua gli agricoltori della parte occidentale del Tarantino, produttori di uva da tavola, agrumi e ortaggi, si trovano senza acqua per irrigare perché non ne arriva dalla Basilicata. È una situazione che si ripete pressoché ogni anno ma che quest’anno sembra particolarmente grave. Nel territorio di Ginosa, Castellaneta, Palagiano e Palagianello il livello idrico del canale adduttore che per 35 km trasporta l’acqua dalla diga di San Giuliano rasenta la secca. È quanto denunciano Cia Due Mari (Brindisi e Taranto) e Coldiretti Puglia.
Diga di San Giuliano, una gestione diseguale
La Regione Puglia, ricordano i due sindacati agricoli, è comproprietaria al 50% con la Regione Basilicata della gestione dell’acqua della diga di San Giuliano, ubicata in provincia di Matera, dall’anno della sua costruzione, 1958.
«Ma – afferma il direttore di Cia Due Mari, Vito Rubino – la Basilicata nel corso degli anni ha ammodernato il proprio sistema di attingimento idrico dalla diga di San Giuliano realizzando ben sei punti di prelievo a monte della deviazione di San Marco (unico punto di prelievo della Puglia e dove dovrebbe avvenire la suddivisione al 50% dell’acqua tra le due regioni), scaricando di fatto soltanto sulla Puglia, che invece non ha mai ammodernato le sue infrastrutture risalenti agli anni 50 del secolo scorso, tutte le criticità della carenza idrica». «La diga di San Giuliano – aggiunge il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo – sembra, nella gestione della risorsa idrica, come se sia di totale proprietà della Regione Basilicata, tanto che non c’è mai certezza circa l’effettiva e misurabile erogazione della risorsa idrica, per cui più volte Coldiretti Puglia ha richiesto alla Regione Puglia di rivedere gli accordi con la Regione Basilicata».
Tarantino in secca, l’acqua rimane in Basilicata
In questa già difficile cornice operativa è accaduto, spiega Rubino, che «il Consorzio di bonifica della Basilicata, con una nota inviata ai colleghi della Puglia, ha informato che a causa di una grossa perdita in via di riparazione si è reso necessario interrompere temporaneamente l’erogazione idrica nell’adduttore Bradano. I guasti possono verificarsi, ma non possiamo negare che questo accade puntualmente oggi anno in un periodo delicato come questo, caratterizzato dall’aumento delle temperature».
Non giriamoci intorno, prosegue Rubino. «Queste sono manovre a cui assistiamo inermi da troppo tempo e che si accentuano nel fine settimana, quando la portata dell’acqua, probabilmente per favorire il rimpinguamento delle vasche della Basilicata a discapito della Puglia, viene inesorabilmente ridotta. Nei giorni scorsi, infatti, nonostante la richiesta della Puglia di ricevere 800 litri al secondo, le portate sono variate da 320 a un massimo di 750 litri al secondo e solo per poche ore».
Nel tarantino erogazione a singhiozzo dalla Basilicata
Dopo settimane di erogazione a singhiozzo nel Tarantino dalla Basilicata, la condotta che dalla diga di San Giuliano fa arrivare acqua fino a Ginosa, Castellaneta, Palagiano e Palagianello è drammaticamente vuota, con i campi a secco e agrumeti, frutteti, ortive e oliveti che rischiano di seccare per la mancanza di irrigazione, conferma Cavallo, che lancia un appello al presidente della Regione Puglia Emiliano «affinché intervenga sulla Regione Basilicata per ripristinare immediatamente l’erogazione di acqua in provincia di Taranto, dove migliaia di ettari di colture stanno seccando. Nonostante le promesse, lo scenario è addirittura peggiorato, con il blocco totale dell’erogazione di acqua. Non si contano più le segnalazioni che abbiamo fatto quotidianamente affinché l’acqua arrivi e nei tempi giusti. Dall’invaso di San Giuliano dovrebbero essere erogati ogni giorno 1000 litri di acqua al secondo, ma l’erogazione o risulta a singhiozzo o non viene proprio attivata».
Rispettare gli accordi originari tra le due Regioni
Cia Due Mari, dando comunque merito per il cambio di passo riscontrato con l’avvento del neo commissario del consorzio di bonifica pugliese Francesco Ferraro, attribuisce le responsabilità dell’attuale situazione a chi nel tempo è succeduto ai vertici del Consorzio di bonifica Stornara e Tara: «Negli ultimi 10 anni – osserva Rubino - si è preferito dedicarsi ad altro anziché interloquire proficuamente con la vicina Basilicata per programmare l’utilizzo delle risorse idriche disponibili e onorare i relativi impegni economici, pari a circa 400mila euro l’anno come costo fisso per la manutenzione della diga di San Giuliano. Pertanto chiediamo a gran voce il rispetto degli accordi originari tra le due Regioni. La Basilicata smetta di ricoprire il ruolo predominante, erogando acqua in Puglia con il contagocce e soltanto dopo aver soddisfatto le proprie esigenze. La dirigenza dell’attuale struttura tecnica dell’ex Consorzio di bonifica Stornara e Tara si svegli immediatamente dal torpore e dal più totale immobilismo prima che sia troppo tardi e che gli agricoltori, esasperati, si mobilitino autonomamente scendendo in strada: salviamo la stagione irrigua nel Tarantino per salvare le nostre colture di pregio, il reddito degli agricoltori e i posti di lavoro».