Siamo in Puglia, all’istituto superiore Basile Caramia-Francesco Gigante nato nel 1997 dalla fusione degli agrari di Locorotondo e Alberobello, fondati tra fine Ottocento e primi del Novecento. Da dieci anni all’indirizzo agrario è stato affiancato il percorso dei Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera attivato ad Alberobello. Risale invece a 15 anni fa la nascita dell’Its Academy Agripuglia, di cui l’istituto è scuola di riferimento e con il quale opera in contiguità di strutture e attività, al pari di quanto avviene con il centro di ricerca, formazione e sperimentazione in agricoltura (Crsfa). L’Istituto fa parte della rete delle scuole enologiche italiane. È coinvolto nel progetto di valorizzazione dei prodotti delle aziende agrarie promosso dal ministero dell’Istruzione. Partecipa ogni anno a Vinitaly, Agrilevante, Evolioexpo e Fiera Cavalli.
«Oggi il Basile Caramia-Gigante – esordisce la dirigente Angelinda Griseta – è un polo regionale strategico per la formazione tecnico-professionale nei settori agrario, agroalimentare, agroambientale, agroindustriale, vitivinicolo, enogastronomico, di accoglienza turistica e ospitalità alberghiera, capace di coniugare radicamento territoriale, innovazione tecnologica e costruzione di reti istituzionali e partenariati».
Partiamo dai numeri.
«Gli studenti dell’agrario sono circa 900, mentre l’indirizzo alberghiero è frequentato da 250 iscritti. I convittori sono 140, provenienti da tutta la Puglia. C’è poi il sesto anno di enologia, che quest’anno conta 18 iscritti, pochi per soddisfare le richieste del mondo produttivo. Rappresenta un’opportunità di specializzazione di assoluta eccellenza, nel solco di una storia che ci vede tra le scuole enologiche italiane. Da segnalare anche i corsi serali con due indirizzi attivi: l’articolazione Produzioni e trasformazioni dell’indirizzo agrario a Locorotondo e l’indirizzo Alberghiero – settore cucina ad Alberobello».
Quali sono gli investimenti più recenti e con quali risorse?
«Grazie al Pnrr è stato possibile rinnovare e integrare gli ambienti di apprendimento, laboratori e aule per creare ambienti innovativi, interattivi e inclusivi. Sono state ammodernate le aule multimediali delle due sedi, realizzate due aule dedicate alla modellazione 2D/3D e prototipazione attraverso l’utilizzo di stampante 3D, acquistati robot, droni, visori e kit tecnologici e realizzata un’aula accoglienza turistica per l’alberghiero finalizzata all’utilizzo di nuovi strumenti e software in ambito ricettivo».
Con specifico riferimento all’agroalimentare?
«A Locorotondo abbiamo integrato il laboratorio di microbiologia agraria ed enologica con cappa a flusso laminare, autoclave, centrifughe e microscopi digitali e il laboratorio di degustazione con 12 postazioni panel per l’analisi sensoriale del vino e di prodotti alimentari. È stato realizzato un laboratorio di trasformazione per la sperimentazione di processi agroindustriali tramite apparecchiature digitali per la distillazione di oli essenziali, l’essiccazione di matrici alimentari, la produzione di conserve e birra artigianale. Nella sede di Alberobello è stato rinnovato il laboratorio elaiotecnico sostituendo il frangitore e migliorando il controllo di processo con l’introduzione di un quadro di controllo 4.0. Inoltre, è stata potenziata la valutazione qualitativa attraverso l’acquisizione di un Cdr OxiTester per l’analisi dell’olio con metodo enzimatico».
Siete rientrati anche nel bando campus?
«Sì, il Basile Caramia-Gigante è risultato al primo posto in Puglia e tra le 54 scuole in Italia per il finanziamento dell’Agritech Campus e per la realizzazione di spazi integrati e dinamici, aperti all’apprendimento e alla formazione sul campo, dotati di metodologie innovative e sistemi di intelligenza artificiale. Con i Pon-Fesr abbiamo riqualificato la serra sperimentale della sede di Alberobello, dove è stato realizzato un impianto digitalizzato per le colture idroponiche. A Locorotondo abbiamo acquistato macchine per l’imbottigliamento di vini fermi e spumanti, macchine per la sboccatura dello spumante prodotto con il metodo classico, capsulatrice e gabbiettatrice a completamento dell’impianto di vinificazione 4.0 della cantina didattica».
Filiera 4+2: cosa ne pensa?
«Abbiamo attivato tre percorsi, due per l’indirizzo agrario, uno per ogni sede, e uno per l’alberghiero. Il 4+2 è una grande opportunità per mettere a sistema una rete di collaborazioni di cui la nostra scuola si nutre da tempo: Its Academy Agripuglia, Crsfa, organizzazioni e imprese del territorio. La logica di rete è vincente e consente di contestualizzare l’offerta formativa in una realtà fluida e in continuo cambiamento».
Invece dell’esperienza dell’Its?
«La nostra scuola è l’istituzione di riferimento, ma il partenariato è ampio, con 79 soci fondatori, tra cui imprese leader nell’agroalimentare, le associazioni di categoria, albi e collegi professionali, centri di ricerca ed enti di formazione. I corsi sono curvati sul fabbisogno del territorio: possono essere di filiera olivicola-olearia, vitivinicola, ortofrutta, birra. O di tipo trasversale: controllo qualità, certificazioni, digital marketing, tecnologie e innovazione».
Com’è utilizzata l’azienda della scuola?
«Ne abbiamo due. Quella di Locorotondo è di 18 ettari con un indirizzo produttivo misto, viticolo, olivicolo e orticolo, caratterizzato dalla coltivazione di vigneti specializzati nella produzione di uva da vino, oliveti specializzati nella produzione di olive da olio e orticole da pieno campo. Abbiamo vitigni autoctoni e internazionali, innestati su portinnesti diversi e allevati a controspalliera. Le uve prodotte dai vitigni a bacca bianca (Verdeca, Bianco d’Alessano, Minutolo) e a bacca nera (Aleatico e Cabernet Sauvignon) sono trasformate nella cantina della scuola per ottenere vini a Doc e Igp Valle D’Itria. L’anno scorso è stato impiantato un nuovo vigneto di 1400 mq con vitigni autoctoni quali Maresco, Malvasia Bianca, Susumaniello, Ottavianello, Primitivo e ancora Verdeca, Bianco D’Alessano e Minutolo. L’oliveto ha varietà autoctone e le olive sono trasformate nell’oleificio della sede di Alberobello. Le superfici a seminativo sono utilizzate per la coltivazione di specie orticole a ciclo autunno-vernino, con una piccola superficie dove vengono avvicendati cereali e leguminose».
E in quella di Alberobello?
«L’azienda “Gigante” comprende un complesso zootecnico specializzato nell’allevamento cunicolo, avicolo (galline ovaiole e polli da carne), suinicolo, equidi, cavalli e asini di Martina Franca, e ovini da carne. I cavalli e gli asini sono allevati per l’erogazione di interventi assistiti con gli animali. La scuola è l’unica in Italia a operare come centro autorizzato con animali residenziali. Poi c’è un caseificio e due appezzamenti per 31 ettari, di cui 8 a oliveto specializzato, uno a frutteto e 17 a seminativi. L’azienda dispone di un oleificio, realizzato con un finanziamento Fesr e implementato con fondi Pnrr, specializzato nella produzione di olio extra-vergine d’oliva denocciolato di qualità».
La cantina è invece a Locorotondo?
«Sì, ed è una struttura fondamentale che permette di concretizzare, secondo l’equazione teoria-pratica-teoria, l’azione didattica, formativa e professionalizzante. La struttura è costituita da locali di pregevole costruzione, risalenti alla seconda metà dell’800, integrati da un recente ampliamento, nei quali vi sono tutte le macchine, attrezzature, contenitori e impianti per l’ammostamento, la vinificazione, la conservazione, l’invecchiamento, l’imbottigliamento e il confezionamento del vino. Ci sono anche le autoclavi per la spumantizzazione con metodo Charmat. Inoltre, in collaborazione con Unisalento, Assoenologi Puglia ed Enolife Spa, vengono condotte attività di ricerca applicata finalizzata al miglioramento delle produzioni enologiche pugliesi”.
Agrario e Alberghiero insieme, qual è il suo giudizio?
«Positivo. I due mondi possono sembrare diversi, ma esistono numerose sinergie e integrazioni tra loro. La principale riguarda la valorizzazione dei prodotti locali e la sostenibilità ambientale. La formazione interdisciplinare migliora le competenze trasversali, la valorizzazione dei prodotti e la promozione del turismo rurale facendo da volano allo sviluppo locale».










