Presentata a Bruxelles la deroga per la Pianura padana

Direttiva nitrati

Nuovi passi in avanti verso la richiesta italiana di una deroga al limite dei 170 chili di azoto per ettaro imposto dalla direttiva nitrati nelle zone vulnerabili. In un documento inviato il 9 giugno scorso al Comitato consultivo sui nitrati della Commissione europea il ministero dell’Ambiente ha comunicato ufficialmente l’intenzione dell’Italia di presentare una proposta di deroga che potrebbe essere valutata nei prossimi mesi, probabilmente il 29 settembre prossimo.

Nuovi passi in avanti verso la richiesta italiana di una deroga al limite dei 170 chili di azoto per ettaro imposto dalla direttiva nitrati nelle zone vulnerabili. In un documento inviato il 9 giugno scorso al Comitato consultivo sui nitrati della Commissione europea il ministero dell’Ambiente ha comunicato ufficialmente l’intenzione dell’Italia di presentare una proposta di deroga che potrebbe essere valutata nei prossimi mesi, probabilmente il 29 settembre prossimo.

Nei giorni scorsi i rappresentanti delle 4 regioni del bacino padano-veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, le più colpite dai vincoli della direttiva nitrati, hanno incontrato a Roma Michael Hamell, capo dell’unità Direzione generale Agricoltura della Commissione Ue, per mettere a punto un programma di attività. Il traguardo è la stesura di una documentazione scientifica di supporto alla richiesta che sarà curata dal Crpa (Centro di ricerche sulle Produzioni animali) di Reggio Emilia elaborando i dati regionali raccolti nel corso degli ultimi controlli sulle condizioni delle acque e sulla consistenza del patrimonio zootecnico. «Da questo momento si instaura un rapporto diretto con la Commissione europea – spiega Andrea Giapponesi, dell’assessorato all’Agricoltura dell’Emilia Romagna – e un iter procedurale che prevede tre diverse letture, ad esempio l’analisi delle condizioni delle acque, per arrivare a una valutazione definitiva della proposta italiana».

In passato Bruxelles ha già concesso la deroga a Danimarca, Olanda, Germania, Austria, Irlanda e Fiandre ma ora toccherà all’Italia dimostrare, sulla base di dati scientifici, di poter sostenere un carico di azoto superiore al limite dei 170 chili di azoto per ettaro nelle aree vulnerabili ai nitrati della Pianura Padana (complessivamente pari a circa 1 milione e 800mila ettari). L’obiettivo è quello di arrivare ai 250-280 chili di azoto per ettaro, contro i 340 chili che vengono ammessi nelle aree non vulnerabili. Il via libera alla richiesta arriva dopo l’archiviazione, a giugno 2008, della procedura di infrazione che la Commissione europea aveva aperto contro l’Italia nel 2006 a causa di un’applicazione troppo soft della direttiva nitrati.

Si avvicinano intanto le scadenze estive fissate dalle Regioni per la presentazione della documentazione completa sugli adeguamenti strutturali a carico degli allevamenti. In Lombardia il termine per la chiusura dei procedimenti nonché l’integrazione della Comunicazione di apertura della procedura sui nitrati e gli eventuali Piani di utilizzazione agronomica (Pua) è stato posticipato dal 30 aprile al 31 luglio 2009. In Emilia Romagna possono essere modificati fino al 31 agosto 2009 i Pua che gli allevamenti hanno messo a punto nel marzo scorso.

Manca sempre il via libera del ministero dell’Ambiente alla revisione del decreto ministeriale del 7 aprile che regolamenta l’utilizzo degli effluenti zootecnici in campo e in particolare il digestato, ossia il prodotto che esce da un impianto di biogas alimentato da reflui zootecnici. Nella bozza messa a punto dal ministero dalle Politiche agricole forestali e alimentari il digestato viene definito come un prodotto intermedio che può essere «assimilato al fertilizzante di sintesi». L’accettazione di questa definizione farebbe decadere il limite dei 170 chili di azoto all’ettaro nelle zone vulnerabili per quanto riguarda il valore del digestato in relazione alla direttiva.

Direttiva nitrati - Ultima modifica: 2009-06-12T10:07:03+02:00 da Redazione Terra e Vita

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