Dopo oltre un decennio dalle prime introduzioni e gestioni in campo delle tecnologie e delle applicazioni della agricoltura di precisione, si può redigere un primo bilancio dell’effettiva rispondenza su scala reale di ciò che si è ottenuti e di quello che era atteso.
Una prima considerazione riguarda il consolidarsi tra l’utenza, di un concetto di suddivisione delle tecnologie per diverso grado qualitativo, probabilmente conseguente sia al livello di conoscenza che alla facilità di introduzione e gestione in azienda.
L’analisi tra l’utenza della diffusione delle tipologie tecnologiche evidenzia che si sono introdotte più celermente le innovazioni cin grado di fornire riscontri e ritorni positivi (talvolta anche modesti) immediati e tangibili. L’esempio può essere quello delle semplificazioni per i conduttori dei cantieri agromeccanici che, anche riducendo la loro concentrazione all’aumentare dell’affaticamento nel corso della giornata, assicurino il miglioramento e mantenimento della qualità del lavoro svolto. É logicamente molto apprezzata la diminuzione per numero ed entità e in molti casi l’eliminazione dell’“errore umano”, frequentemente riscontrabili non usando queste tecnologie.
Gli errori sul campo, spesso anche visivamente evidenti nel progredire dell’accrescimento della produzione, si traducono in errata collimazione tra le passate di lavoro, aree non trattate, esclusione di una o più file dai trattamenti negli impianti arborei, errato calcolo delle quantità di input da distribuire causa non conoscenza della reale ampiezza delle superfici, disomogeneità di distribuzione causa irregolarità degli appezzamenti e molto altro ancora. Inoltre è particolarmente apprezzata la semplicità di utilizzo abbinata al basso costo, caratteristica quest’ultima difficilmente riscontrabile nelle innovazioni, ancorchè l’elevato grado di obsolescenza delle tecnologie in analisi, costantemente in evoluzione, svaluta velocemente il prezzo di acquisto delle versioni datate. Versioni che spesso appaiono comunque caratterizzate da contenuti tecnologici sufficienti ai bisogni.
I livelli di applicazione
Altra distinzione, riguarda le applicazioni che utilizzano il cantiere agromeccanico intra e/o extra-aziendale (le più diffuse), quale veicolo per l’esecuzione della propria attività e le tecnologie che invece non utilizzano il parco macchine agricolo per svolgere la loro funzione (le meno diffuse).
Generalmente queste ultime sono atte al monitoraggio dell’accrescimento delle produzioni in termini diagnostici ai fini nutrizionali, di difesa, ma anche di analisi del contenuto idrico del suolo, che invece si servono, anche in relazione alla ampiezza dell’area di lavoro e dell’organizzazione aziendale, di sensori posizionati direttamente in campo oppure di droni e satelliti.
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