Agricoltura e futuro: il Piemonte punta sulla ricerca

Le nuove prospettive sono state al centro di un convegno organizzato da Agrion, con il patrocinio della Regione e di Unioncamere

L’agricoltura di tutta Europa sta vivendo un momento molto complesso. I cambiamenti climatici, gli strascichi della recente pandemia da Covid-19, le tappe spesso forzate del Green Deal, i conflitti bellici più o meno distanti dalle frontiere della Ue stanno alterando la geopolitica dei mercati delle commodities, i fenomeni inflattivi e gli input produttivi. Tutte queste variabili, calate nel contesto piemontese e declinate anche con il tema della ricerca, sono state al centro del convegno “Agricoltura, Piemonte, Futuro. Tra innovazione e ricerca, gli strumenti per lo sviluppo dei nostri territori”, organizzato da Fondazione Agrion con il patrocinio dei soci fondatori Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte.

Priorità: “Fare rete”

Un impegno e al contempo una traccia su cui lavorare per il futuro del settore primario nel contesto locale sono stati indicati già al momento dell’introduzione, quando è stato rilevato che sono molte e forse troppe le variabili che stanno scardinando le sicurezze dei vecchi modelli produttivi. Tuttavia, oggi dalla parte dei produttori ci sono anche inediti e potenti strumenti proposti dal mondo della ricerca. L’applicazione corretta di tutte le innovazioni tecnologiche e tecniche che mette a disposizione la scienza potrebbero evitare molti errori agli imprenditori e aiutare amministratori pubblici e politici a programmare meglio e operare scelte più armoniche e sinergiche per indirizzare percorsi di sviluppo sostenibili a livello economico, sociale e ambientale. Diventa quindi fondamentale, in tale ottica, “fare rete”. E realtà come Agrion, insieme ad altre, offrono un modello di ricerca, innovazione e sviluppo dell’agricoltura di un territorio che parte dall’interpretazione dei bisogni delle diverse filiere produttive locali.

 

La strada per la competitività

La sollecitazione espressa durante l’introduzione al convegno è stata prontamente accolta da Giacomo Ballari, presidente di Agrion, che dopo avere citato l’economista austriaco Joseph Alois Schumpeter (1883 – 1950) che disse: “Fare cose vecchie in modo nuovo, questa è innovazione”, ha argomentato tra l’altro: «Più ricerca applicata, strategie di sviluppo, nuove tecnologie, competenze e formazione, reti d’impresa e di territorio, nuovi strumenti di mercato, una logistica sostenibile, un’agricoltura produttiva di qualità sempre più sostenibile da un punto di vista ambientale, che sottrae le nostre eccellenze agroalimentari dall’assedio del clima e degli insetti alieni: se vogliamo essere competitivi in futuro, dovremo costruire un sistema di relazioni, di scambi di competenze, di rete di imprese e di sinergie tra aziende e istituzioni in grado di sostenere un’innovazione costante del nostro sistema economico e produttivo, fatto di eccellenze e primati che devono essere confermati giorno dopo giorno».

Giacomo Ballari, presidente di Fondazione Agrion

Ancora, Ballari ha aggiunto: «Il Piemonte è tra le prime regioni italiane in materia di ricerca e sviluppo: occorre intensificare ulteriormente gli sforzi con particolare riguardo per le aree interne e l’agricoltura, per rendere queste realtà sempre più competitive e al passo con i tempi…Inoltre, investire nella ricerca in agricoltura significa anche investire sulla nostra salute: il legame che unisce le abitudini alimentari dell’essere umano e i tre aspetti principali della sostenibilità (sociale, ambientale ed economica) è particolarmente stretto e può essere sintetizzato nel concetto di sostenibilità alimentare». Infine, Ballari ha evidenziato le ragioni perché oggi più che mai è fondamentale investire in ricerca. «A nuove conoscenze – ha detto – corrisponde un’evoluzione in più settori, dalla produzione di beni all’erogazione di servizi all’avanguardia. Da ciò ne consegue un incremento dei rendimenti, un aumento della competitività e, in ultima analisi, la crescita economica nel medio e lungo termine».

L’occasione di riflettere sul futuro della ricerca in agricoltura e sulla situazione in Piemonte è nata a seguito di due momenti di confronto che Fondazione Agrion ha organizzato a inizio 2024 a Manta (Cuneo) con il mondo produttivo e con gli enti per lo sviluppo territoriale. In entrambe le occasioni, sono infatti emersi i problemi che recentemente hanno messo a dura prova la plv di molte aziende e gli standard qualitativi delle produzioni.

Oltre a Ballari, al convegno sono intervenuti Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, e Claudio Leone, presidente della Commissione Agricoltura del consiglio regionale del Piemonte.

Le tavole rotonde

Dopo la presentazione del documento di sintesi presentato da Roberto Verano, consulente di direzione della Fondazione Agrion, è stata poi la volta di tre tavole rotonde. Fabrizio Voglino membro del Comitato direttori Assopiemonte Leader e direttore del Gal Borba, Piercarlo Rossi presidente di Iuse - Istituto universitario studi europei e Gianluca Vignale hanno riflettuto su “La crescita economica del territorio: quali strumenti di innovazione e ricerca a supporto degli attori di sviluppo?”. Mario Pezzotti dirigente di Fem (Crea), Paola Migliorini professore associato di unisg e presidente di Agroecology Europe 2018 – 2023, Paolo Balocco direttore del settore Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte si sono invece confrontati su “Filiere agricole, transizione ecologica, cambiamenti climatici: quali strumenti di innovazione e ricerca per la sostenibilità e lo sviluppo economico delle filiere produttive?”. Maurizio Irrera vicepresidente vicario della Fondazione Crt, Guido Vezzani responsabile prestiti della Banca europea di investimenti, Francesco Licciardo ricercatore del Crea hanno invece portato l’attenzione sul tema: “Analisi degli strumenti finanziari a supporto della transizione”. La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Le cifre dell’agroalimentare in Piemonte

L’agroalimentare è certamente uno dei comparti principali dell’economia piemontese, rappresentando il 9,4% in valore dell’import e il 14,9% dell’export agroalimentare nazionale (fonte: Agrion). Il 36% del territorio regionale è destinato alla produzione agricola, pari a 923.428 ettari. Negli anni 2017 – 2020 l’ammontare complessivo del sostegno pubblico al settore agricolo piemontese è stato di 885 milioni di euro. Il principale fattore di successo delle produzioni agroalimentari piemontesi sono i prodotti Dop e Igp: in Piemonte sono 23 le denominazioni nel settore alimentare e 59 quelle nel settore del vino. Le produzioni biologiche sono in crescita da alcuni anni, con 3.215 aziende piemontesi che aderiscono a questo regime di produzione e una superficie coltivata di poco superiore ai 51.000 ettari. La distribuzione tra le diverse colture è molto frammentata, con prevalenza di cereali, foraggere, vite e frutta a guscio.

Il decalogo di Fondazione Agrion

Sono 10 i concetti sviluppati e indicati da Agrion durante il convegno, per tracciare il futuro dell’agricoltura a livello regionale e non solo. In primis, Networking e Multidisciplinarietà (promuovere momenti di scambio e confronto), seguito da Sostenibilità (sfida cruciale per le aziende, che dovranno essere supportate in questo percorso), Transizione green (ripensare la ricerca e lo sviluppo anche in ottica di sfide future), Ricerca e sviluppo (impiegare maggiori risorse nella ricerca applicata), Innovazione tecnologica (accompagnare le aziende in un percorso di crescita delle competenze digitali), Protezione del suolo (anche in ottica di una maggiore difesa dai cambiamenti climatici), Selezione varietale (spesso garanzia di stabilità nella produzione agricola), Risparmio idrico (attraverso tecnologie avanzate), Formazione (promuovendo percorsi ad hoc), Informazione (che deve essere sempre più veloce ed affidabile).

Le assicurazioni

In chiusura del convegno, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha puntualizzato: «Lavoreremo anche sul tema delle assicurazioni. La nostra è un’agricoltura di eccellenza, per cui battiamoci per ridurre l’impatto e la gravità delle problematiche, sapendo però che il settore agricolo piemontese è sano e solido, con punte di eccellenze davvero uniche».

Agricoltura e futuro: il Piemonte punta sulla ricerca - Ultima modifica: 2024-03-26T10:00:19+01:00 da Marco Pederzoli

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