Nei primi vent’anni del terzo millennio le tecnologie hanno assunto progressivamente un ruolo crescente e fondamentale per ogni agricoltore, contoterzista, tecnico professionista, rivenditore di mezzi tecnici, sia per il sostegno agli investimenti sia per le mutate necessità organizzative e gestionali. Questa dinamica è stata tanto più rapida e convinta per le imprese di grandi dimensioni, alla ricerca di soluzioni per aumentare l’efficienza e i bilanci economici, confermati dall’analisi costi/benefici, piuttosto che per le piccole e medie imprese la cui dimensione non risulta compatibile con l’entità degli investimenti necessari. Per l’impresa agricola, considerata la Sau media aziendale italiana di appena 11 ettari, con un minimo di 4,3 ettari in Liguria e 24,5 ettari in Sardegna (Crea, 2020), appare evidente l’oggettiva difficoltà, secondo i modelli organizzativi del passato e del presente, di introdurre progressivamente le innovazioni tecnologiche e in particolare quelle di precision farming, per sostenere la competitività e la redditività.
Infatti, le trasformazioni in atto dell’economia e della società richiedono approcci alternativi a quelli esistenti per la vitalità delle aree rurali e per un futuro sostenibile a lungo termine, andando a distinguersi profili di realtà imprenditoriali esistenti ed emergenti che influenzeranno l’agricoltura nei prossimi due decenni.
Pertanto, occorre garantire ai professionisti che attualmente operano in agricoltura, in quanto utenti, l’accesso a un’ampia gamma di applicazioni e servizi sicuri, per competere liberamente ed equamente. In questo scenario emergono le tecnologie di precisione di seconda generazione: quelle che rendono la gestione interattiva delle pratiche colturali o degli allevamenti, sempre più accurati, ottimizzati e controllati che utilizzano dispositivi meccanici, elettronici e informatici, oltre a una vasta gamma di strumenti, apparecchiature hardware e software automatizzati.
Gradualità di introduzione
Per avere successo l’innovazione in agricoltura deve essere progressiva, integrativa, inclusiva e agile. La gradualità nell’introduzione delle tecnologie e la piena consapevolezza degli operatori adeguatamente formati, in grado di adattare e riscontrare gli oggettivi vantaggi, rappresenta il primo fondamentale tassello per la progressiva e sistematica adozione di sistemi sempre più avanzati.
L’integrazione orizzontale di professionisti accreditati, al fianco dell’imprenditore agricolo di qualsiasi dimensione aziendale ed economica, rappresenta la sfida più promettente per il nostro Paese. In questa prospettiva l’imprenditore agricolo, avvalendosi delle competenze e dell’organizzazione degli agromeccanici che erogano servizi di contoterzismo, ulteriormente integrati da servizi avanzati di consulenza per l’agricoltura specializzati nell’elaborazione di mappe satellitari, modelli previsionali e nell’archiviazione di dati interoperabili, potrà soddisfare agli impegni obbligatori ma anche aderire agli schemi e alle misure volontarie previste nella Pac 2023-2027, a prescindere dalla dimensione aziendale.
Un’innovazione inclusiva consente di riequilibrare la partecipazione attiva per un’agricoltura democratica, in cui la dimensione non può rappresentare un fattore selettivo di esclusione, per la mancanza dei requisiti di efficacia ed efficienza degli interventi che dovranno, invece, essere sempre più rivolti a misurare gli effetti dei risultati ottenuti e l’impatto complessivo sul settore produttivo.
L’innovazione, per infondere significativi cambiamenti, deve essere agile e proporzionale all’entità e al valore del beneficio che si ottiene, sia nel caso in cui si devono rispettare impegni obbligatori, sempre più stringenti, sia per aderire a incentivi volontari addizionali per aumentare la competitività e redditività nel rispetto della sostenibilità.
Tre aggettivi per un obiettivo
Sebbene i principi dell’agricoltura di precisione siano in circolazione da più di venticinque anni e l’adozione dei sistemi Gps sia tanto diffusa da rappresentare l’esempio più comunemente usato dell’avanzato sistema di gestione, solo nell’ultimo decennio è diventata popolare in Italia, seppur ancora a uno stadio iniziale di adozione. Purtroppo, il disallineamento tra il progresso tecnologico e le competenze del capitale umano, oltre alle ben note e diffuse limitazioni nelle aree rurali di accesso alle reti delle comunicazioni, in particolare quelle satellitari affidabili ed a basso costo, rappresentano i principali ostacoli da superare. Pertanto, sarà determinante, per corrispondere agli obiettivi prefissati dalle strategie europee per l’immediato futuro in cui l’agricoltura e più in generale l’agroalimentare sono chiamate a rapide transizioni e profonde trasformazioni, innovare la gestione di intere filiere fino a raggiungere il consumatore.
L’essenza dell’agricoltura digitale risiede nella creazione di valore dai dati utili a incrementare l’attrattività e l’esclusività del prodotto per la quota di servizio aggiunto, appunto l’informazione finalizzata ai diversificati usi. Osservazioni e misurazioni multiscala e muti temporale, elaborazioni e dati derivati consentono di programmare, verificare e tracciare le più razionali pratiche di gestione, andando oltre la presenza e la disponibilità di informazioni, per sviluppare decisioni fruibili a elevato valore aggiunto che può essere trasmesso e percepito da una larga fascia di utenti e consumatori. Per gli agricoltori, la frontiera digitale offre l’opportunità di aumentare la produzione, risparmiare sui costi a lungo termine, ridurre i rischi e semplificare gli adempimenti imposti dai regolamenti comunitari e nazionali.
L’applicazione delle tecnologie dell’informazione e dei dati rappresenta il sistema più avanzato della conoscenza in agricoltura che farà sempre più ricorso all’internet delle cose, robotica, droni e intelligenza artificiale, sia per ottimizzare e monitorare i cicli produttivi dei sistemi agricoli complessi sia per tracciare il ciclo di vita delle produzioni primarie. Determinanti in questa prospettiva risulteranno l’accesso e la gestione dei dati, con particolare riguardo all’utilizzo da parte degli agricoltori e dei professionisti che operano in agricoltura, di impiegare le informazioni raccolte in modo vantaggioso, ottimizzando le rese unitarie e prevedendo gli interventi in stretto collegamento con le fasi a valle del campo, con minori investimenti di lavoro umano e fattori produttivi, maggiore impiego di software e sensoristica, nonché migliore qualità e sostenibilità intrinseca delle produzioni.
Per l’agricoltura del presente e del futuro, le innovazioni disponibili e quelle che si prospettano contribuiranno a rafforzare le specializzazioni e le diversificazioni in atto nel settore produttivo, con prevedibili implicazioni ambientali, climatiche, economiche e sociali, ma anche nuove categorie di agricoltori professionali in grado di stabilire relazioni virtuose tra operatori, risorse naturali e società.