Al giorno d'oggi il trend degli allevatori è quello di allevare un numero elevato di animali tanto che le aziende sono diventate delle vere e proprie officine di produzione. Un dato allarmante che ne deriva è quello della mancanza di contatto diretto tra l'uomo e il bestiame che porta a volte a perdite o cali produttivi anche ingenti.
L'alta densità di animali per allevamento ha portato inevitabilmente l'allevatore a operare scelte gestionali soprattutto sanitarie drastiche, come i trattamenti di massa vaccinali e antibiotici a scopo non solo terapeutico, ma anche preventivo spesso abusandone. Basti pensare che circa il 60% della massa di antimicrobici utilizzati per le produzioni animali vengono impiegati per i suini. I consumatori e le autorità regolative sono da anni avvisati riguardo all'uso in larga scala di mangimi antibiotati a scopo sub terapeutico nelle produzioni animali destinate a consumo umano. I rischi legati all'impiego di queste sostanze nelle fasi di allevamento si riassumono in fenomeni di antibiotico resistenza e a residui di sostanze chimiche nelle derrate alimentari destinate al consumo umano. Le produzioni zootecniche intensive sono in continua ricerca di un numero di strumenti alternativi al farmaco e di un monitoraggio oggettivo degli animali che permettano un controllo precoce e avanzato dello stato sanitario, produttivo e quindi di benessere animale.
Plf, precision livestock farming
In questa direzione si muove la “zootecnia di precisione” (Plf, precision livestock farming), che nelle realtà intensive propone nuovi sensori e metodi di monitoraggio del bestiame in tempo reale e quindi in modo continuo, in cui gli animali vengono considerati come individui diversi che danno risposte diverse nel tempo. Oggi infatti l'allevatore non ha ancora a disposizione strumenti che gli permettano di misurare automaticamente la variabile più importante del processo produttivo: l'animale.
L'analisi in continuo dei dati fondamentali ha come fine ultimo la salvaguardia della qualità e della quantità delle produzioni anche riducendo il più possibile l'impatto sull'ambiente. In altre parole la Plf si prefigge di controllare contemporaneamente il benessere animale e loro produttività. Oggi, dopo anni di sperimentazioni, negli allevamenti si può prevedere l'utilizzo della “bioacustica” e dell'analisi del suono come strumento di allarme, infatti la tosse è uno dei principali e più evidenti sintomi della malattia respiratoria e di conseguenza la sua valutazione tramite lo studio bioacustico delle caratteristiche dello spettro ottenuto con le registrazioni, si propone, da questo punto di vista, come un utile indicatore dello stato di salute degli animali.
Il riscontro acustico, associato ai controlli sanitari e ambientali, è in grado di fornire indicazioni utili sulla criticità dell'ambiente di stabulazione e del management e sul livello sanitario degli animali in gestione e costituisce pertanto un sistema proponibile di allarme precoce, indicativo dell'insorgenza della malattia respiratoria, anche quando correlata a lievi scostamenti dallo stato di optimum.
Irlanda, patologia respiratoria del vitello
Il primo feedback positivo sull'utilizzo di tale strumentazione da parte degli allevatori è stato dato a fine agosto 2014 al già citato convegno Eaap di Copenaghen (Danimarca), durante il 2° Workshop del progetto Eu-Plf: “Bright Farm by Precision Livestock Farming”. Da oltre un anno, è emerso in quell'occasione, in 16 aziende zootecniche (suini, broilers e vitelli da carne), dislocate in Europa come mostra la figura qui pubblicata, è in uso un sistema integrato video più suono che aiuta l'allevatore nella gestione quotidiana. In particolare i dati raccolti dall'Agriculture and Food Development Authority, Animal & Grassland Research and Innovation Centre, Animal & Bioscience Research Department, in Irlanda, hanno permesso la messa a punto di un algoritmo di identificazione della patologia respiratoria nel vitello. Questo algoritmo analizza in tempo reale i suoni provenienti dall'allevamento; e “selezionando e riconoscendo” lo spettrogramma della tosse del vitello provvede a contare gli episodi nel tempo. L'allevatore ha quindi a disposizione un campanello d'allarme in tempo reale per un tempestivo intervento da parte del veterinario.
È il problema sanitario più grave
Nei bovini, infatti, le infezioni del tratto respiratorio costituiscono, insieme alle enteriti, il problema sanitario più grave che coinvolge sia i vitelli da rimonta negli allevamenti di vacche da latte, sia i vitelli da carne. Il complesso respiratorio bovino (Crb) rappresenta la causa principale di mortalità fra i giovani animali ed è considerato la tipica patologia multifattoriale, determinata dall'agente causale (virus o batteri), da fattori individuali dell'animale (stato immunitario) e da elementi ambientali (stabulazione e clima) e gestionali (densità, fattori stressanti, misure profilattiche, ecc.). I fattori ambientali giocano un ruolo assai importante nel modulare la manifestazione clinica della malattia, mentre i classici agenti stressanti possono essere il trasporto, il rimescolamento di animali di diversa origine, la polvere, la disidratazione, i gas irritanti, le correnti d'aria, ecc. I principali agenti virali sono il virus respiratorio sinciziale (BRSV) che colpisce principalmente i giovani soggetti nel periodo autunno invernale, il virus della rinotracheite infettiva (IBR), il virus della diarrea bovina (BVD) e il virus della Parainfluenza (PI/3), oltre ad Adeno e Coronavirus. Gli agenti batterici, generalmente secondari all'azione virale che danneggia le strutture difensive del sistema respiratorio, sono rappresentati da Histophilus somni, Pasteurella multocida e Mannheimia haemolytica che può essere anche agente primario per azione delle sue tossine. A questi si aggiungono i micoplasmi, il cui ruolo come agente complicante le infezioni batteriche o anche come causa primaria di malattia è stato recentemente sottolineato dalla Commissione Europea. Da oggi quindi l'allevatore avrà a disposizione una nuova tecnologia a supporto delle decisioni manageriali che devono essere costantemente prese. Gli allevatori avranno l'opportunità di riportare a un pubblico più vasto la loro esperienza in merito durante il 7° Congresso europeo sulla Zootecnia di precisone che si svolgerà in Milano a settembre del 2015.