«Un successo non si costruisce da soli, né con una sola azione. È qualcosa che nasce da un insieme di elementi. Nella storia della nostra azienda, Dekalb è uno dei tasselli che ci hanno portato a questi traguardi». Claudio Gualeni, bresciano di Orzinuovi, è modesto nel parlare della propria attività di allevatore. Più volte primo nelle classifiche provinciali per le proteine del suo latte, è stato anche campione nazionale per media prodotta per capo/giorno. «Un indice – spiega il figlio Mattia – che fornisce anche un’informazione sulla salute e sul benessere della mandria, in quanto cresce proporzionalmente al numero di lattazioni». Ed è chiaro che una stalla in cui le vacche fanno molte lattazioni – 3,5 la media per questa azienda, contro poco più di due del tasso nazionale – è una stalla in cui gli animali vivono bene e in salute.
Piccoli, ma grandi
I Gualeni sono, nel panorama zootecnico moderno, dei piccoli allevatori. Hanno infatti non più di 150 capi in lattazione, affiancati da soli 20 ettari di terreno. Mai come in questo caso, tuttavia, non è la quantità a fare la differenza, quanto la qualità. Come abbiamo scritto, hanno più volte trionfato nelle graduatorie provinciali, ma non di una provincia qualsiasi. Parliamo di Brescia, dove la zootecnia raggiunge le più alte vette nazionali. «Siamo in una provincia che è bandiera dell’allevamento, dove abbiamo aziende che già da anni portano avanti i principi della trincea mono-ibrida, per esempio, con evidenti vantaggi sulla qualità dell’alimentazione e sulla resa in latte», ci spiega Piero Gorlani, tecnico di zona per Bayer-Dekalb.
I dati produttivi testimoniano con la forza dei numeri le capacità dei due allevatori: proteine a 3,85%, grassi attorno a 4,4%, caseina sopra il 3%. «Soprattutto, ci fanno piacere i dati relativi alla fertilità, con un intervallo parto-concepimento molto basso, al pari dei giorni di lattazione, a testimonianza che gli animali si ingravidano immediatamente e partoriscono a intervalli regolari», fa notare Mattia.
Partnership per il mais
Il merito, ci spiega, è anche dell’attenzione che i Gualeni hanno posto sulla genetica. «Utilizziamo principalmente tori tedeschi, ma soprattutto tracciamo il genotipo delle vitelle da ingravidare per abbinare ciascuna di esse al miglior seme in rapporto allo specifico corredo genetico. La ricerca ha fatto passi enormi, in questo senso, nell’arco di pochi anni. Sarebbe un grosso errore non approfittarne».
Sfruttare ciò che di nuovo e innovativo scienza e tecnologia mettono a disposizione è un principio ben radicato nella Gualeni Farm di cascina Malpaga. Vale per la genetica, ma anche per l’alimentazione. «Purtroppo, abbiamo pochi terreni, quindi cerchiamo di valorizzarli il più possibile, seminandovi soltanto mais. Più un po’ di sorgo e senape come cover crop», puntualizza il giovane allevatore. Il padre Claudio specifica meglio la strategia scelta per il piano colturale: «Facciamo mais soltanto di primo raccolto, perché crediamo che abbia un vantaggio nutrizionale rispetto a tutte le altre alternative, che siano cereali vernini oppure anche mais di secondo raccolto. Lavoriamo con Dekalb da ormai 12 anni e abbiamo visto nei loro prodotti un miglioramento continuo, frutto di ricerca e studi, proprio come noi abbiamo migliorato, in questi anni, la nostra genetica».
Il test con Silo-Extra
Allo scopo di approfittare per l’appunto delle ultime innovazioni in materia di alimentazione, i Gualeni hanno provato, nel 2024, un nuovo ibrido Dekalb, DKC6731, appartenente alla famiglia Silo-Extra: una linea di prodotti specifici per la zootecnia e in particolare, ci dice il tecnico di zona Dekalb, per aziende ad altissima produzione. «Sono ibridi pensati per mandrie altamente specializzate, in cui un piccolo disequilibrio alimentare può causare grossi problemi. Tra l’altro, sono stati selezionati nel nostro centro ricerche di Olmeneta e sono dunque prodotti in Pianura Padana».
DKC6731, in particolare, è un mais di Classe 600 da 130 giorni di ciclo vegetativo, che, come tutti gli ibridi Silo-Extra, è caratterizzato da elevato stay green e buona produzione di granella. «Un prodotto che dà il meglio in trinciatura, ma che all’occorrenza può anche essere destinato alla produzione di granella», sintetizza Gorlani, aggiungendo che in un’annata difficile come il 2024, DKC6731 ha resistito meglio di altri mais agli eccessi climatici, grazie a una bassa inserzione della spiga e a un apparato radicale molto espanso. Una valutazione confermata dalla famiglia Gualeni, del resto. «Il mais Silo-Extra ha retto bene a un clima avverso, con piogge continue e venti forti. È rimasto verde più a lungo degli altri ibridi e soprattutto non si è allettato, nonostante fosse molto alto. È importante rispettare la densità di semina consigliata – aggiunge Mattia Gualeni – ma con questo solo accorgimento si fanno eccellenti produzioni per quantità e qualità». Sui terreni dell’azienda, il DKC6731 ha fruttato circa 60 tonnellate di trinciato per ettaro. «In una stagione difficile come questa, è a mio parere un risultato eccezionale», chiosa il tecnico Dekalb.
Amido al 36%
Anche più interessanti i valori qualitativi, con un 36% di amido sulla sostanza secca, che rappresenta una promessa di alta energia a disposizione delle vacche. «Senza dubbio è un valore ottimo, soprattutto per l’annata 2024», ci dice Mattia Gualeni. E il padre aggiunge: «Per noi il mais è la base della razione alimentare. È l’ingrediente che fa la differenza: non si possono fare certe produzioni e ottenere certi risultati su grassi e proteine del latte senza un mais d’eccellenza.
Con Dekalb e la tecnologia Silo-Extra crediamo di averlo trovato: il DKC6731 è perfetto per contenuto di amido,e digeribilità della fibra . E non lo dico soltanto io, lo dimostrano gli animali dopo l’apertura della prima trincea».
Ad attirare l’attenzione dei due allevatori bresciani, ci spiegano gli stessi, sono stati in primo luogo proprio i valori promessi di digeribilità della fibra (NDFd% 30h), «Avere fibra digeribile – spiega Mattia Gualeni – significa poter aumentare la quantità di silomais in ricetta senza problemi per gli animali. La nostra razione prevede già un importante apporto da questo ingrediente: 25 kg circa. Non andiamo oltre soprattutto perché non abbiamo prodotto. Con soli 20 ettari, infatti, dobbiamo comprare la maggior parte degli alimenti sul mercato, a iniziare da fieno e medica. Se avessimo più superficie da coltivare, e dunque più insilato, con un mais come Silo-Extra potremmo anche aumentare la quota in ricetta senza conseguenze, producendo un latte ancora migliore».
Spetta infine a Piero Gorlani l’onere di tirare le somme. «Bayer non si limita a produrre sementi, ma seleziona ibridi altamente specifici e professionali: per l’insilaggio, da granella, vitrei o farinosi. In particolare la ricerca di ibridi da trinciato altamente performanti ha portato oggi a grandi risultati,soprattutto per un territorio come quello Bresciano, ricco di stalle come quella dei Gualeni, dove la zootecnia raggiunge vette d’eccellenza».