La digitalizzazione in campo zootecnico compie un altro passo avanti. Dopo il “modello IV elettronico”, il documento di accompagnamento dei movimenti dei capi allevati diventato obbligatorio dal 2 settembre, si parla ora di ricetta veterinaria elettronica. E c’è già una data da segnare sul calendario: il 1 settembre 2018, perché da allora la prescrizione veterinaria potrà essere compilata solo in formato digitale.
In realtà la ricetta elettronica è già presente da tempo, ma a livello sperimentale. A fine 2015 è infatti partita una fase di prova dell’utilizzo della ricetta informatizzata sotto l’egida del ministero della Salute e con la collaborazione dell’istituto Zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise. A partecipare sin dall’inizio sono state le regioni Abruzzo e Lombardia, alle quali, dal luglio di quest’anno, si è aggiunta la regione Marche.
E proprio a luglio scorso è iniziato l’iter della Legge europea 2017 (il disegno di legge con il quale annualmente il nostro Paese recepisce le direttive dell’Ue), nell’ambito della quale sono state inserite nuove “Disposizioni in materia di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati”.
In un anno e mezzo di prove in Abruzzo e Lombardia, si è potuto lavorare su uno strumento informatico utilizzabile negli allevamenti da reddito, a cominciare dai comparti bovino, suino e avicolo. In pratica tutto avviene direttamente in allevamento. Dopo la visita a uno o più capi allevati, il veterinario, attraverso una app ad hoc, prescrive digitalmente i farmaci da un pc, tablet o smartphone, immettendo nel sistema anche il codice identificativo dell’allevamento (che si trova nella Banca dati nazionale).
Nel frattempo, la sperimentazione nelle tre regioni proseguirà il suo corso, sino al settembre 2018 quando la ricetta informatizzata diventerà obbligatoria in tutta Italia.
Ma tutto ciò, con quali vantaggi? Oltre a parlare di risparmi di spesa pubblica, la digitalizzazione delle prescrizioni veterinarie porterà a un maggior controllo dei farmaci utilizzati nel nostro Paese.
Si raggiungerà così una completa tracciabilità delle prescrizioni veterinarie, anche per quei prodotti introdotti nei mangimi medicati. Si potranno così valutare ben più agevolmente che in passato, le quantità totali di farmaci veterinari utilizzati negli allevamenti italiani e soprattutto l'appropriatezza del loro utilizzo. Tutti fattori importanti a livello generale, ma che andranno a fare la differenza soprattutto nella lotta all’antibiotico-resistenza e al problema dei residui medicinali.
L'articolo completo si trova sul n. 15 dell'Informatore Zootecnico oppure sul sito web www.informatorezootecnico.it alla sezione Edicola Web.