Robot di mungitura / Gea Bellucci – Lanzeni

I titolari Giuseppe e Luigi Lanzeni insieme al dipendente Luca e a Mario Metelli, che si occupa del servizio di assistenza per i robot Gea.
Lanzeni: “Col robot più benessere, per le bovine e per noi allevatori”. L’esperienza di impiego del robot MIone da parte di questa azienda del bergamasco. “Ora che ho più tempo per dedicarmi alla loro cura e pulizia, le mie bovine sono meno stressate”

Quando è andato in pensione il mungitore a marzo del 2014 ci siamo trovati ad un bivio: non abbiamo avuto dubbi e la scelta è ricaduta sul robot di mungitura MIone» afferma l’allevatore Giuseppe Lanzeni, di Caravaggio (Bg). Robot o non robot, il dilemma è stato facilmente risolto grazie alla chiarezza delle motivazioni che hanno portato i titolari a prendere la strada dell’innovazione.

La cascina Montizzoletto di Caravaggio (Bg) è gestita dalla società agricola Lanzeni Giuseppe e Luigi e si avvale di due giovani dipendenti, Luca e Fabio, che si occupano della mandria. Luigi ha vocazione prettamente agricola mentre Giuseppe, che abbiamo intervistato, si occupa prevalentemente delle bovine e della trasformazione del latte. La maggior parte del prodotto viene conferito, attraverso una piccola cooperativa di produttori, a caseifici locali. Nei giorni feriali circa 40 litri di latte vengono lavorati in azienda per diventare gelato, yogurt, budini e formaggi freschi prodotti con latte crudo. I prodotti saranno poi destinati ai negozi di prossimità.

Il robot MIone è realizzato dalla tedesca Gea. La società Bellucci Orlando e C., di Modena, è concessionaria in esclusiva per l’Italia del marchio Gea FT WestfaliaSurge.

Le motivazioni

Aver scelto il robot di mungitura piuttosto che l’assunzione di un nuovo mungitore non è stato solo frutto di attento calcolo economico, asserisce Giuseppe: l’investimento fatto tramite Gea verrà ammortizzato nell’arco di 5 anni.

La motivazione essenziale che muove verso questa scelta ricade sulla necessità di migliorare il benessere, della mandria e dell’allevatore. Il tempo prima occupato dalla mungitura, svolta ora da MIone, ora viene utilizzato per curare altri aspetti dell’azienda. «Prima del robot le mie bovine erano abituate a essere chiamate, spronate per dover andare in sala di mungitura: ogni ingresso nell’area di riposo era sospetto per loro», sostiene Giuseppe.

«Ora che ho più tempo per dedicarmi alla loro cura e pulizia, le mie bovine sono meno stressate. La sala di mungitura tradizionale è tuttora in funzione per il gruppo di bovine eccedenti rispetto alla numerosità gestibile grazie al robot, ma non solo. Continuerò a utilizzarla, per i primi giorni post parto delle primipare e per le vacche da asciugare: in queste fasi così delicate il rapporto con l’animale viene prima di tutto».

Il traffico

L’introduzione del traffico guidato selettivo permette di identificare le bovine e direzionarle o alla mungitura robotizzata, o in corsia di alimentazione oppure in una sala dedicata ai trattamenti e alla mascalcia.

Il ricovero dedicato alle lattifere è suddiviso in tre aree da due cancelli automatici che, riconoscendo la singola vacca attraverso il suo podometro, consentono l’accesso alle diverse zone. Il primo cancello è situato in prossimità della sala di attesa e indirizzerà verso il robot solo gli animali che hanno il permesso di essere munti. Diversamente alla bovina verrà consentito l’accesso alla corsia di alimentazione.

All’uscita dal robot il secondo cancello indirizzerà l’animale verso la mangiatoia o se necessario verso un’area dedicata ai trattamenti.

In particolare questa sala agevola l’operatore e il benessere dell’animale. In primis facilita all’allevatore il riconoscimento e il controllo dei capi segnalati dal sistema robot, per esempio se in calore o se necessitano di accertamenti sanitari. In secondo luogo consente di non far collegare alla bovina il momento mungitura a manualità che possono risultare stressanti.

La mungitura automatica viene vissuta dall’animale con piacere, conferma Lanzeni: eventuali interventi di mascalcia, iniezioni, ispezioni veterinarie, fecondazioni, vengono effettuati nella saletta adiacente, in modo da non creare in loro un’associazione negativa al robot. «La nostra prima preoccupazione è il loro benessere e la loro produttività - prosegue il titolare - inserire MIone ci ha consentito di dedicare più tempo alle loro esigenze: siamo quasi pronti ad installare anche il secondo box, per consentire a tutte le bovine questa esperienza».

Cinque bovine contemporaneamente

Il box MIone viene installato nella cascina Montizzoletto con il chiaro intento di non lasciarlo solo: è collocato appena prima della sala di mungitura tradizionale di modo da permetterne l’ampliamento verso le cuccette).

Unicità di Gea è il MultiboxSystem che, attraverso un solo braccio robotizzato, consente l’impianto di 5 box e la relativa mungitura di cinque bovine contemporaneamente. Come si nota nelle foto, nel lato posteriore del robot è installato il braccio automatico. Qui l’operatore ha facilmente accesso alla macchina grazie al dislivello rispetto al grigliato, dettaglio non indifferente se si considera che in caso di necessità di manutenzione o di attacco manuale si lavora in piedi e non carponi.

In questa azienda il gruppo di mungitura non è quello di ultima versione, mentre tutta l’elettronica e pneumatica sono completamente di nuova generazione.

L’ingresso della bovina nel robot è gestito grazie al podometro, che ne riconosce la matricola e il tempo trascorso dall’ultima munta: la mandria è distinta dal computer in diversi gruppi in base alla produttività e stadio fisiologico. Le vacche fresche e molto produttive hanno accesso al robot almeno 4 volte al dì mentre quelle prossime all’asciutta, considerate pigre, vengono spronate almeno 3 volte.

L’attacco

Al suo ingresso la lattifera viene riconosciuta e il braccio robotizzato posiziona sotto la mammella il gruppo di mungitura dando il via all’attacco. La telecamera 3D identifica la posizione dei capezzoli e la confronta con quella delle tettarelle, ne memorizza la forma e procede all’innalzamento pneumatico delle stesse.

All’attacco seguono la pulizia dei capezzoli con allontanamento dell’acqua di lavaggio, la stimolazione delicata, la separazione dei primi getti di latte, la munta e infine lo stacco automatico, quarto per quarto.

La qualità del latte, capezzolo per capezzolo, viene monitorata durante tutta la mungitura e ne vengono valutate in particolare conduttività e colore: se un quarto risulta anomalo ne viene separato il liquido in apposito collettore.

Contro le mastiti

Grazie al terminale posto sul box è possibile vedere subito la produzione in kg, la durata del processo e la conducibilità elettrica. «Questo parametro è essenziale per la gestione delle mastiti - spiega Giuseppe - per la nostra esperienza aziendale possiamo affermare che l’innalzamento del valore di conducibilità del latte precede di tre giorni la comparsa dei sintomi clinici di una mastite. Per gestire questa bovina, che potrebbe diventare problematica se trascurata, intervengo rapidamente con un antiinfiammatorio bloccando l’infiammazione ad uno stadio iniziale».

Con questo metodo, prosegue Giuseppe, «abbiamo abbattuto drasticamente il problema sanitario: negli anni passati ci causava perdite economiche ingenti, sia a causa del costo dei trattamenti che per la perdita stessa delle bovine a causa delle mastit».

A fine mungitura i capezzoli vengono staccati uno ad uno quando questi non hanno più latte e infine disinfettati da una soluzione a base di iodio. Mentre l’animale lascia il box, il gruppo di mungitura viene lavato e disinfettato e il box è pronto ad aprire il cancello di ingresso ad un altro animale.

Il capannone è suddiviso in due ricoveri: da una parte le lattifere, monitorate costantemente attraverso il robot, dall’altra le manze.

Per loro è stato predisposto il sistema di controllo continuo Cowscout: grazie alla registrazione dell’attività motoria e all’invio dei dati relativi al computer centrale, l’allevatore è in grado di cogliere il momento migliore dell’estro e programmare le fecondazioni.

La tecnologia contenuta in queste macchine è di semplice impiego: a supporto di ogni possibile dubbio dell’operatore o di eventuali guasti c’è comunque una rete di assistenza Gea che interviene prontamente a qualsiasi ora consentendo all’allevatore un servizio e una tranquillità a 360 gradi.

 

SCHEDA AZIENDALE

Denominazione: Società agricola Lanzeni Giuseppe e Luigi.

Ripartizione colturale: 25 ha prato stabile, 45 ha mais e 5 ha soia.

Razione alimentare: Unifeed composto da prodotti aziendali quali foraggio, mais, soia con aggiunta di nucleo acquistato.

Mandria: Capi di razza Frisona, meticci tra frisona italiana e rossa italiana.

Bovine in mungitura: 100 di cui 60 munte con MIone e circa 40 munte con sala di mungitura classica; 30 manze gravide; rimonta e vitelloni.

Caratteristiche della mungitura: Postazione singola MIone, podometri, cancelli per il traffico guidato selettivo, cowscout. Sala di mungitura tradizionale 6+6 a spina di pesce.

Produzione di latte: Latte prodotto: 28 q.li/die. Consegnato al caseificio: 8000 q.li/anno. Trasformato in azienda: 9000 lt/anno.

Qualità del latte: Cellule somatiche: 250.000 cellule/ml. Proteine: 3.45%. Grasso: 4.0%.

Robot di mungitura: MIone, realizzato dalla tedesca Gea, distribuito dalla Bellucci di Modena.

Robot di mungitura / Gea Bellucci – Lanzeni - Ultima modifica: 2015-09-17T11:15:48+02:00 da Barbara Gamberini

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