Un nuovo tipo di robot irrompe sulla scena zootecnica. Si tratta di una specie di piccolo carro unifeed che si muove da solo per l’allevamento, senza bisogno dell’uomo: si carica di alimenti presso il fienile, si reca autonomamente in stalla (seguendo una pista magnetica installata sui pavimenti), scarica il proprio contenuto nella mangiatoia. Il tutto ovviamente dietro controllo computerizzato.
Piccolo: alto un paio di metri e largo 162 cm, dalla capacità di circa 2 metri cubi. Ma in grado di rifornire di unifeed un’intera mandria di bovine da latte perchè lavora senza interruzioni 24 ore su 24: basta una sola di queste macchine per riuscire ad alimentare fino a 250-300 animali.
Lo ha lanciato l’industria olandese Lely in occasione di una giornata tecnica svoltasi a Emmen, cittadina agricola a 200 km da Amsterdam. In questi primi mesi la macchina verrà introdotta in Olanda, Scandinavia e Francia, poi verrà proposta anche agli allevatori degli altri paesi.
Un primo obiettivo ricercato da questo robot è intuitivo: la macchina consente un drastico, immediato contenimento dell’impiego di manodopera in stalla. Un filone, questo della sostituzione del lavoro umano con dispositivi automatizzati, già esplorato a fondo negli ultimi anni dalla stessa Lely, con lo sviluppo di diversi modelli di robot di mungitura, di uno spingiforaggio semovente (un robot a batterie che percorre la corsia di foraggiamento spingendo il foraggio verso la mangiatoia; la distanza dalla mangiatoia viene preimpostata e mantenuta grazie a un sensore a ultrasuoni) e di un quarto tipo di macchina, pure questa in grado di muoversi da sola per la stalla, specializzata nella pulitura dalle deiezioni degli animali dai pavimenti fessurati.
Ma secondo Alexander van der Lely, amministratore delegato dell’omonimo gruppo industriale, il risparmio di manodopera («a vantaggio non solo del bilancio aziendale, ma anche della qualità della vita dell’allevatore») non è l’unica marcia in più di questo inedito robot per l’alimentazione delle bovine. Come ha spiegato all’incontro di Emmen, una seconda importante opportunità aperta da questa macchina (a proposito, il suo nome è Vector) risiede nella possibilità di assicurare agli animali un’alimentazione più razionale e controllata.
«Lavorando 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, questa macchina permette di alimentare le vacche costantemente. Tra i vantaggi il fatto che in tal modo gli alimenti, e in particolare i foraggi, arrivano agli animali sempre freschi».
Un altro vantaggio della costanza e della continuità di tale modalità di distribuzione viene reso esplicito dal grafico che pubblichiamo qui sotto: mostra che quanto più spesso la bovina riesce ad assumere il cibo, nel corso della giornata, tanto più il pH ruminale diventa costante e si allontana da un’eccessiva acidità. «Quando il pH del rumine scende sotto la soglia di 5,80, la prima risposta della vacca consiste in una minore assunzione di alimento, cosa che si ripercuote in una minore produzione di latte». Per non parlare delle dismetabolie legate all’acidosi ruminale.
Le razioni vengono programmate, oltre che dal computer del centro aziendale, che imposta tutti i piani alimentari della mandria, anche da un piccolo computer a bordo. È possibile definire una strategia alimentare diversa per ogni gruppo di bovine.
Ma la prima fase di questa procedura alimentare è collocata più a monte, nel fienile, o “nella cucina” come la definisce van der Lely. Qui l’allevatore, e può farlo anche soltanto ogni tre giorni, prepara i singoli alimenti in gruppi omogenei (per esempio il cumulo del silomais, le balle di fieno, i mangimi...). E li prepara in modo tale che poi in continuo, tutte le ore di tutti i giorni, una pinza automatizzata possa prelevare i singoli ingredienti dell’unifeed per inserirli dentro al Vector, che li miscela per poi dirigersi in stalla per distribure la razione.
Tre giorni: «Grazie a questa autonomia alimentare di più di un week end, l’allevatore è libero di dedicarsi alla sua famiglia e al suo tempo libero».
Come funziona
La procedura di funzionamento di questo «automatic feeding system» prevede dunque prima di tutto la preparazione dei singoli ingredienti della razione fuori dalla stalla, nel fienile. Successivamente c’è il loro prelievo e inserimento nel robot semovente, il tutto sempre in modo automatizzato ed eseguendo quanto è stato programmato dall’allevatore e dal computer.
Una volta riempito, questo piccolo robot miscela al proprio interno i singoli alimenti con una coclea ad asse verticale. Una contro-lama «rende possibile miscelare la paglia altrettanto bene quanto gli altri tipi di alimento».
Poi camminando sulle proprie gambe (piccole ruote che nelle foto sono nascoste dalla gonna di gomma nera) il Vector esce a bassa velocità dal fienile, seguendo un percorso predefinito (a induzione magnetica: il semovente rileva strisce metalliche posizionate nel pavimento), sino a raggiungere, sempre lentamente, la stalla e le mangiatoie.
Sensori a ultrasuoni assicurano che il «mixing and feeding robot» avanzi in senso parallelo rispetto alle mangiatoie, mantenendosi sempre a una distanza predeterminata da esse. Arrivato qui, il robot apre una propria paratia mobile per far cadere l’alimento, che arriva alle bovine in quantità predefinite e controllate, piccole porzioni ma distribuite molto spesso. La quantità distribuita viene determinata anche variando la velocità di avanzamento del robot.
La gonna di gomma nera situata nella parte più bassa della macchina è rotante e ha la funzione di spingere l’alimento per avvicinarlo meglio al bordo della mangiatoia. In tal modo anche le bovine più deboli gerarchicamente, «o più lontante dalla magiatoia, hanno meno timore di andare a mangiare».
L’energia che muove questa macchina semovente è elettrica; anche la ricarica avviene senza l’intervento dell’uomo, grazie a un adattatore (il vano bianco di forma quadrata nelle foto) che assicura una connessione perfetta con la stazione di ricarica. Grazie all’energia elettrica il robot anche quando si muove è silenzioso, non inquina, non disturba nè gli operatori di stalla nè gli animali. E secondo van der Lely riesce a far risparmiare sino a 6mila litri di gasolio all’anno.
La macchina semovente è collegata via wi-fi con gli altri componenti di questo “sistema” automatizzato, tra le quali la pinza del fienile e il computer del centro aziendale.
Nella parte più bassa e larga del semovente un paraurti con sensori garantisce un arresto immediato del sistema qualora questo incontrasse un ostacolo.