Nei terreni sciolti o di medio impasto delle aziende agro-industriali, non zootecniche, con elevata disponibilità di elementi nutritivi e acqua irrigua, come nella maggioranza delle aziende della Regione Lombardia, è necessario seminare colture di copertura autunno-primaverili (cover crop), per migliorare la sostenibilità degli equilibri ambientali che negli ultimi tre-quattro decenni si sono allentati a causa della diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli e dell’aumento dei costi.
Per rendere efficiente ed economica la coltivazione della cover crop è necessario una nuova strategia di processo e nell’ambito di questo “passaggio culturale” la politica agraria è chiamata a “riorientare” gli avvicendamenti incentivando quelli che non si limitano a coltivare le sole specie da rinnovo primaverili-estive che catturano l’energia solare per soli circa 4 mesi l’anno, ossia dall’emergenza alla maturazione di morte della pianta.
La coltura di copertura, sebbene meno efficiente nel sequestro della luce, gode della non trascurabile capacità, nel periodo critico autunno-primaverile di circa 7 mesi nel quale i terreni sono spesso alla CIM (capacità idrica massima), di sequestrare i nutrienti solubili e non, tra cui i nitrati, derivati sia dalle mineralizzazioni tardive della sostanza organica del suolo, dopo la metà d’agosto con colture che non sono più in grado d’assorbire alcuna molecola, che dalle abbondanti liquamazioni con reflui.
Una raccolta anticipata
L’idea originaria, già suggerita quasi 30 anni fa da Tommaso Maggiore, era quella di raccogliere i cereali vernini, soprattutto frumento e orzo, alcuni giorni prima della essicazione completa dei semi e successivamente completare l’essicazione della granella in un impianto aziendale con solo ausilio di energia elettrica per la ventilazione e movimentazione dei semi.
Le esperienze fatte in quel periodo hanno però evidenziato le seguenti limitazioni:
a) la mietitrebbia è in grado di raccogliere granella ad una umidità solo di qualche punto superiore allo standard;
b) la raccolta, anticipata di soli 3-4 giorni, per contro, comporta elevati costi di completamento dell’essicazione in azienda per manodopera ed energia elettrica;
c) l’operazione è spesso complicata dalla eterogenea presenza in campo di aree con frumento più umido di quanto la mietitrebbia sia in grado di processare e ciò a causa della variabilità del terreno soprattutto in termini di capacità di campo;
d) la presenza di culmi di accestimento con spighe piccole e basse, non sempre facilmente visibili e valutabili in termini di raccoglibilità, complicano la stima del momento di intervento e possono “impastare” le griglie di separazione della granella dai culmi, glumelle e rachidi;
e) erano e sono poche le aziende agro-industriali che dispongono di un essiccatoio aziendale.
Questi aspetti pratici hanno ostacolato lo sviluppo di una buona idea che avrebbe potuto potenziare l’efficienza di sequestro dell’energia solare negli avvicendamenti con cover crop sin dagli inizi degli anni ‘80.
Al fine di riprendere questa idea, aggiornandola alle tecniche oggi disponibili e con l’auspicio di poterla rendere più efficiente, ERSAF ha effettuato, a Bereguardo (Pv), un‘esperienza preliminare sperimentale di raccolta di granella umida di frumento con una barra stripper.
L’obiettivo rimane quello di 30 anni fa: verificare l’applicabilità di un sistema di raccolta della granella umida dei cereali vernini da destinare successivamente all’essicazione o all’insilamento per migliorare l’efficienza di sequestro dell’energia solare.
Impostazione della prova
Nel 2009 è stata verificata, nell’area pavese, la possibilità di raccogliere granella di frumento con una barra stripper (foto 1-2).
L’esperienza ha evidenziato una buona potenzialità operativa della barra stripper che è stata in grado di raccogliere frumento fino al 40% di umidità senza perdite apparentemente superiori alla norma.
Si è potuto osservare inoltre un buon lavoro di “strippaggio” dei semi dalla spiga e ovviamente anche di piccole parti di glumelle e rachidi per la peculiare modalità di “pettinatura” con la quale l’operazione è eseguita.
Il momento di raccolta della granella, per il frumento, sembra segnalato bene dal viraggio del colore della spiga che deve essere verdino molto chiaro con circa il 20-30% di spighe tendenti al colore giallognolo, ma vi è anche una variabilità varietale.
Le prime valutazioni sulla facilità di “strippaggio” della granella umida di frumento (foto n. 3), indicano che le varietà più produttive sono anche, fortunatamente, le più facili da strippare perché le spighette e le cariossidi, sebbene umide, si staccano con facilità dal rachide e dalle glumelle. Il triticale, al contrario, è di più difficile strippaggio (foto n. 4).
La facilità di sgranatura è stata stimata su parcelle di frumento e triticale delle prove nazionali del CRA, operando manualmente mediante sfregatura della spiga sul palmo della mano, in stadio vegetativo molto antecedente la raccolta con seme in piena fase di accumulo (19-23 giorni dopo la spigatura).
Hanno evidenziato una buona attitudine alla raccolta con barra stripper le seguenti varietà di frumento: Lilliput (FP), Aubusson (FP), PR22R58 (FP), Isengrain (FP), Bologna (FF), Valbona ((FF), Quatuor (FP), Genesi (FP), Azzorre (FP), Profeta (FP); tutti materiali interessanti e produttivi.
Epoca di raccolta e possibili vantaggi
L’obiettivo di questa tecnica consiste nella messa a punto di un sistema di raccolta e conservazione della granella di frumento e orzo al momento del raggiungimento del massimo accumulo d’amido nelle cariossidi che avviene 8-10 giorni prima della raccolta tradizionale come granella secca.
L’umidità della granella raccolta con barra stripper è variabile dal 32 al 38% nel frumento; una umidità sostanzialmente molto prossima all’umidità della granella di mais allo stadio di “strato nero” e con umidità della spiga di alcuni punti inferiore.
In termini pratici non si esclude che l’anticipo della raccolta possa essere anche superiore agli 8-10 giorni, soprattutto nelle zone con elevata probabilità di pioggia e terreni a tessitura disomogenea (foto n. 5 e 6).
I vantaggi che si prospettano con la messa a punto di questa tecnica innovativa per il frumento sono i seguenti:
1) minore occupazione del terreno a parità di produzione;
2) minori rischi meteorologici grandiniferi per l’anticipo della raccolta e quindi minori premi assicurativi da corrispondere alle compagnie da parte dell’agricoltore e/o della contribuzione pubblica;
3) maggiore efficienza del processo di raccolta perché, ad esempio, con barra stripper si è svincolati dai temporali estivi e quindi dalla necessità di attendere ulteriori 2-3 giorni per la raccolta a causa del “rinvenimento” della granella e della paglia, aspetti assolutamente non trascurabili quando lo stoccaggio del cereale avviene come granella secca;
4) la permanenza prolungata in campo del cereale con coltura incapace di sequestrare energia, aumenta la probabilità d’intersecare piogge di tarda primavera, il valore agronomico è elevatissimo, che sono “sprecate” e per certi aspetti dannose perché possono comportare ritardi nella raccolta della granella secca, come per altro è accaduto negli ultimi due anni, mentre, al contrario, potrebbero entrare, vantaggiosamente, nel bilancio idrico della coltura estiva in successione;
5) tempi più lunghi per la degradazione dei principi attivi dei diserbanti impiegati nella coltura in successione;
6) capacità di lavoro quasi doppia della macchina con barra stripper rispetto alla tradizionale mietitrebbia che deve necessariamente processare tutta la pianta anziché “strippare”-”pettinare” la sola spiga;
7) peso della macchina inferiore se la barra è montata su una trincia semovente;
8) culmi della pianta in piedi e ancorati al suolo dopo lo strippaggio della spiga/granella e questo comporta:
a) un minore consumo d’energia rispetto alla mietitrebbia che taglia e lavora l’intera pianta;
b) la possibilità di seminare in successione su sodo senza dover obbligatoriamente trinciare la paglia o asportare la paglia trebbiata andanata;
c) la possibilità di seminare su sodo contemporaneamente alla raccolta della granella, senza avere isolamento tra seme e terreno da parte dei residui di paglia trinciata infiltratasi nel solco generato dal disco della seminatrice.
Conservazione e impiego della granella umida
Il prodotto umido può essere impiegato nell’industria o in agricoltura e per quanto riguarda l’agricoltura si possono prevedere le seguenti opzioni:
a) essiccazione senza impiego di energia fossile, in azienda o presso un centro di stoccaggio e successiva vendita come prodotto tal quale o dopo ventilazione per separare i semi dalle glumelle e dalle piccole porzioni di rachidi con una destinazione sia per ruminanti che per monogastrici;
b) come a), ma senza ventilazione per una destinazione anche suinicola con diete senza crusca e orzo in quanto la fibra è apportata dalla quota di glumelle e rachidi confluiti nella granella verde; l’apporto di fibra alla dieta dei monogastrici è comunque marginale sia per la quota ridotta di queste componenti “accessorie” rispetto alle cariosside nude dei semi di frumento, sia per la bassa percentuale d’entrata di questo cereale nella dieta dei suini;
c) insilamento diretto del prodotto in azienda, macinato/trinciato, per un impiego su bovini e/o suini;
d) vendita diretta del prodotto che, per altro, consente una economia di trasporto su camion anche a distanze ben superiori rispetto a quelle ritenute economiche ad esempio, per i reflui suini che spesso contengono meno del 2% di sostanza secca.
Di Gianni Colombari, Francesco Negri, Alerto Bondi, Fabio Araldi, Mario Marchesi
Gli autori sono di ERSAF – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste Regione Lombardia Struttura “Centro di eccellenza” Az. Carpaneta.