L’agricoltura è sempre più basata sull’analisi dei dati oltre che sull’esperienza dell’agricoltore. Del resto è opinione comune che l’internet delle cose e i ben noti Big Data cambieranno per sempre il settore. Un esempio di come queste nuove risorse potranno essere d’aiuto alla coltivazione di mais è dato da Seed Selector, un’interessante applicazione prodotta da Syngenta e messa gratuitamente a disposizione di tutti i clienti grazie a Cropwise, la nuova piattaforma che il colosso sementiero sta lanciando in queste settimane anche nel nostro Paese.
Scegliere il meglio grazie a un modello
Cropwise è il sito in cui gli agricoltori potranno trovare decine di applicazioni utili per il loro lavoro. La prima a essere caricata è Seed Selector, uno strumento che accompagna l’imprenditore nella scelta dell’ibrido di mais più adatto per il suo terreno. Come fa? Appunto basandosi su gigabyte di dati raccolti negli anni da stazioni meteo, satelliti e dagli stessi tecnici di Syngenta. Seed Selector tiene infatti conto in primo luogo della posizione in cui si trova il terreno da seminare. In base alla collocazione geografica, va a selezionare i dati meteo degli ultimi 20 anni per quel determinato territorio, nonché le mappe di tessitura dei suoli della zona. Incrocia queste importanti informazioni con il vero valore aggiunto dell’applicazione: i risultati delle prove sperimentali svolte ogni anno su tutto il territorio da Syngenta. Tra esse, l’algoritmo dell’applicazione sceglie quelle più affini per collocazione territoriale e struttura del terreno.
Mettendo assieme tutte queste informazioni Seed Selector arriva a selezionare il miglior ibrido di mais per quel campo stanti le previsioni a lungo termine sul clima della stagione ventura. Trattandosi di previsioni basate su modelli matematici, non possiamo eliminare l’incertezza climatica, tuttavia più i numeri diventano grandi – e non a caso si parla di Big Data, dal momento che soltanto le prove sperimentali disponibili sono oltre 15mila – più le possibilità che la previsione sia corretta aumentano, dando così interessanti margini di garanzia ai produttori. Perché una cosa è scegliere un ibrido dal catalogo sperando che sia quello migliore, un’altra basare le proprie decisioni su una serie storica di dati rielaborata da un algoritmo specifico che ci segnala quali ibridi hanno più probabilità di successo, nonché di massimizzare le produzioni su quel terreno e in quella stagione.
Il ruolo dell’agricoltore
Si potrebbe pensare che un’applicazione di questo tipo esautori il produttore dal processo decisionale. A che servono l’esperienza, la conoscenza del proprio terreno, la competenza, se poi le decisioni sono prese da un algoritmo? In realtà l’agricoltore non è affatto tagliato fuori da questo processo. A lui spettano infatti alcune importanti scelte di fondo.
Come abbiamo scritto, Seed Selector è disponibile sulla piattaforma di Syngenta e per poterlo utilizzare, i produttori, devono fissare una visita in azienda da parte del tecnico di zona, assieme a cui costruire il piano di semina. Al momento di inserire i dati al proprietario dei terreni spetta il compito di decidere il tipo di ibrido (granella, insilato o pastone, per esempio), la classe Fao, la vocazione a fare energia piuttosto che massa vegetale (nel caso si tratti di mais da trinciato, chiaramente) e così via.
Una volta completata la schermata e inserita la posizione del terreno, Seed Selector elabora i dati e produce un report (si veda in queste pagine per alcuni esempi), che riporta le mappe dei campi coinvolti, il miglior ibrido da seminare in ciascuno di essi e anche la quantità di seme da acquistare in base alla superficie del terreno. Tutto questo è offerto all’agricoltore al fine di realizzare un piano di semina basato sulle esigenze dell’azienda agricola e tenendo conto delle caratteristiche pedoclimatiche della zona.