Per i ricercatori italiani impegnati nel miglioramento genetico delle piante agrarie tramite l’uso delle New genomic techiniques (Ngt), in Italia definite Tecnologie di evoluzione assistita (Tea), il 2023 è stato l’anno della transizione epocale. Finalmente è possibile sperimentare in campo le piante ottenute con le Tea. Il percorso è stato lungo e ha richiesto il cambio di paradigmi consolidati. È stato necessario instaurare tra ricercatori e mondo produttivo/portatori di interesse del settore agroalimentare un nuovo dialogo senza pregiudizi per illustrare in maniera comprensibile, ma anche con rigorosità scientifica, i risultati della ricerca ottenuti nei laboratori e sottolineare la differenza tra le nuove Tea e gli Ogm, nonché coinvolgere i cittadini nei progetti di ricerca per renderli partecipi e consapevoli delle finalità.
Anteprima di Terra e Vita 3/2024
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Questo percorso ha avuto l’effetto auspicato, cioè la sensibilizzazione dei decisori politici, che lo scorso maggio hanno autorizzato la sperimentazione in campo delle Tea per le piante utili a contrastare l’impatto della siccità e degli attacchi parassitari, semplificando alcune procedure della valutazione del rischio. Successivamente, la Commissione europea ha ufficializzato la proposta, non ancora approvata, di regolamentazione delle piante Ngt, in cui viene fatta una chiara distinzione tra due gruppi.
1Ngt: sono le piante contenenti fino a un massimo di 20 mutazioni, ottenute attraverso la mutagenesi o la cisgenesi mirate, che potrebbero anche prodursi spontaneamente in natura o attraverso il breeding convenzionale. Tali piante sarebbero trattate in modo simile alle varietà convenzionali e non richiederebbero un’autorizzazione ma una semplice notifica, secondo criteri già stabiliti dall’Efsa, con l’istituzione di un registro per la trasparenza.
2Ngt: sono le piante provenienti da Ngt che non rientrano nel primo caso e quindi ricadono negli ambiti della legislazione sugli Ogm e sono pertanto soggette a un processo di autorizzazione e agli obblighi di tracciabilità e di etichettatura.
A questa distinzione, giudicata positivamente dai ricercatori, è seguito l’approfondito lavoro della comunità scientifica coordinato dal Crea e dalla Società italiana di genetica agraria per classificare nei due gruppi le piante Tea già ottenute nei laboratori. Ciò ha richiesto dettagliati approfondimenti scientifici per giungere a un consenso unitario tra ricercatori nella definizione del gruppo di appartenenza di ogni pianta.
Il raggruppamento nelle due categorie è stato molto scrupoloso perché prodromico all’allestimento delle notifiche da sottoporre al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, meno corposa per le piante 1Ngt, più articolate e complesse per le 2Ngt. Il 2 gennaio 2024 è stata presentata la prima notifica riguardante una varietà di riso 1Ngt resistente a un’importante fitopatia ed è in corso la preparazione dei dossier per piante 1Ngt di vite, pomodoro e frumento tenero resistenti a stress biotici.
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Le piante 1Ngt disponibili per le notifiche derivano da progetti di ricerca nazionali finanziati per lo più da istituzioni pubbliche (soprattutto il Masaf con il progetto Biotech concluso nel 2023), ma anche da piccoli investitori privati. L’obiettivo della ricerca è migliorare e salvaguardare la grande biodiversità delle specie agrarie coltivate in Italia per produrre di più e meglio con meno input, in un contesto di agricoltura differenziata nei territori e nelle produzioni. Francia e Germania hanno impegnato risorse pubbliche cospicue nella ricerca basata su Ngt, promuovendo le specie vegetali più rilevanti per la loro agricoltura. L’Italia può e deve fare altrettanto per competere a livello mondiale sul piano dell’innovazione.
di Mario Pezzotti
Professore di Genetica agraria all’Università di Verona; dirigente del Centro Ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach; commissario straordinario del Crea