L’agricoltura di precisione abbinata alle tecniche di conservazione della sostanza organica delle superfici coltivate, a una corretta gestione della coltura e a scelte imprenditoriali appropriate, consente di massimizzare le rese, ridurre i costi di conduzione e quindi di aumentare la redditività delle imprese agricole. Non si tratta di concetti nuovi, ne abbiamo parlato più volte su questo sito (anche di recente) e sulla rivista TerraèVita. Ma forse mai finora era stata condotta un’indagine così approfondita su costi e ricavi come quella svolta dalla sezione economica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, che mette nero su bianco con tanto di numeri i vantaggi economici che si ottengono introducendo in azienda tecnologie innovative e convertendosi a metodi di coltivazione che fanno a meno o riducono drasticamente l'impiego dell’aratro.
La ricerca: a parlare sono i produttori
Per calcolare la convenienza della precision farming si è scelto come coltura di riferimento il mais da granella e come superficie un ettaro. La rilevazione di tutte le voci di costo è stata fatta in maniera analitica tramite i colloqui con gli imprenditori che hanno collaborato a ricostruire i costi dell’intero processo produttivo. I ricavi della produzione sono relativi alla vendita del prodotto e a eventuali premi associati alla coltivazione. Per quanto riguarda la vendita si è fatto riferimento alla resa media a ettaro realizzata dall'agricoltore e al prezzo medio percepito dall'agricoltore. Tra i premi associati alla coltivazione del mais è stato inserito il premio agroambientale presente nei diversi Psr regionali (dove previsto).
Il processo di rilevazione dei costi ha previsto innanzi tutto una ricognizione per ogni singola azienda delle diverse operazioni che ne contraddistinguono il processo produttivo. Ovviamente la tipologia delle operazioni e il numero di queste variano tra gli areali di produzione, ma anche da azienda ad azienda, tuttavia una rappresentazione di questo genere permette una maggior schematizzazione del processo produttivo.
I vantaggi economici dell’agricoltura di precisione
La massimizzazione delle rese e la riduzione degli impatti ambientali sono effetti ormai comprovati dell’agricoltura di precisione, ma quello che interessa maggiormente agli agricoltori è se il passaggio a un’agricoltura precisa è anche economicamente vantaggioso. Innanzitutto i ricercatori dell’ateneo umbro hanno analizzato nel dettaglio i costi di produzione per una coltivazione di seminativi, concludendo che:
- all’aumentare del livello di agricoltura di precisione utilizzato aumentano i costi di ammortamento, riparazione e manutenzione delle macchine;
- all’aumentare del livello di precision farming utilizzato diminuiscono i tempi di lavoro delle singole operazioni colturali e di conseguenza anche i costi per la manodopera impiegata;
- i consumi di gasolio e lubrificante dipendono più dalle caratteristiche delle macchine che dal livello di Agricoltura di precisione utilizzato anche se in generale tendono a diminuire al diminuire dei tempi di lavoro delle singole operazioni colturali;
- i costi degli input esterni dipendono più dalle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli che dal livello di precisione utilizzato;
- All’aumentare del livello di precision farming utilizzato aumentano i costi a essa direttamente legati, che in generale rappresentano tra lo 0,7% e il 2% dei costi totali dipendendo dal livello di precisione utilizzato.
Dopo aver determinato i ricavi e tutte le diverse voci di costo si è proceduto al calcolo dei risultati. In particolare, si sono determinati i ricavi totali, i costi totali, i costi variabili, il reddito lordo e l’utile d’impresa. I costi variabili rappresentano la somma dei costi legati ai fattori a logorio totale più i costi legati alla manodopera e agli interessi sul capitale di anticipazione. Il reddito lordo viene ottenuto dalla sottrazione dai ricavi dei costi variabili. La comparazione di tutti i dati ha portato i ricercatori a concludere che la precision farming è in grado di incrementare gli utili di un’azienda che coltiva mais di circa il 20%, rispetto alla stessa coltivazione gestita con i metodi tradizionali.
I dettagli di questo studio saranno presentati da Angelo Frascarelli durante il convegno dal titolo “Innovazione e precisione nell’era dell’Agricoltura 4.0” che si svolgerà il 20 luglio a partire dalle 14 nell’ambito di Nova Agricoltura in campo, l’evento organizzato da Edagricole in collaborazione con la rivista TerraèVita, al Centro di ricerche per la cerealicoltura (Cer) del Crea di Foggia.
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