Il progresso tecnologico sulle mietitrebbie ha conosciuto, se possibile, una crescita ancor più vorticosa di quello dei trattori. Comprensibilmente, del resto, visto che valore e dimensioni (dell’intera macchina ma soprattutto della cabina). Infine, come ricorda nell’articolo precedente Lorenzo Benvenuti, la mietitrebbia è l’elemento di base se si vuol fare agricoltura di precisione. Perché più della valutazione del vigore, prima ancora dell’analisi del terreno e del microclima, il dato essenziale per qualsiasi successivo sviluppo è sapere quanto ha prodotto ogni area di un determinato appezzamento e questo, come vedremo, soltanto una mietitrebbia può dircelo. A patto, ovviamente, di essere geo-referenziata – leggasi collegata al satellite – e di avere uno strumento per misurare almeno il peso della granella raccolta. Cosa che, come vedremo, ormai tutte le macchine di ultima generazione sono in grado di fare.
In queste pagine ci occupiamo proprio dello stato dell’arte della tecnologia a bordo di una mietitrebbia, per fare il punto su cosa possono fare, oggi, le più moderne macchine in circolazione in termini di automazione e raccolta dati. Come vedremo, bene o male tutti i costruttori sono allineati, anche se per ogni funzione c’è sempre qualcuno che si differenzia dalla media. Abbiamo preso in esame quattro ambiti specifici del lavoro della mietitrebbia: guida, taglio, analisi della produzione e interfaccia elettronica; per ciascuno forniremo un’informazione di massima sulle ultime tecnologie e un’analisi delle soluzioni offerte dai diversi costruttori.
Non soltanto Gps
Appena si sente pronunciare il termine “guida automatica”, la mente corre al satellite, né potrebbe essere altrimenti. Parlando però di trebbiatura, la relazione tra guida automatica e Gps non è così univoca: esistono infatti almeno altri due sistemi per far sì che la macchina si tenga sulla giusta rotta, liberando il conducente da uno degli impegni più gravosi della raccolta. Stiamo parlando della guida laser e di quella meccanica, particolarmente adatta – quest’ultima – a coltivazioni a file come mais e girasole. In questo caso, una serie di tastatori meccanici rileva la fila più esterna e la segue, mantenendo la mietitrebbia in rotta. Assai simile il sistema ottico: un laser legge la posizione del prodotto ancora in piedi e conduce la macchina a filo di quest’ultimo, impegnando così tutta la larghezza di taglio utile della barra. Naturalmente anche la guida parallela via satellite può ottenere lo stesso risultato, con un livello di precisione che va dai 20 cm del segnale libero ai 4 di quello con correzione Rtk.
Scendendo più nel dettaglio, New Holland integra la guida meccanica per testate da mais con il Gps, per avere maggior precisione, mentre Claas offre, con il suo Gps Pilot, anche la svolta automatica a fine campo. Naturalmente anche gli altri costruttori, da Agco (Laverda e Fendt) a John Deere, offrono varie soluzioni di guida automatica.
Alla velocità pensa il computer
La tecnologia, in materia di guida della mietitrebbia, non si ferma però qui. Offre anche soluzioni per massimizzare le rese: analizzando produzione, carico del motore e degli elementi di trebbiatura, il computer è in grado di adeguare automaticamente la velocità di avanzamento in modo da lavorare sempre al limite delle prestazioni, ma senza mai ingolfare la macchina. Con il Constant Flow, dice Fendt, si può aumentare la produttività fino al 15%. Claas usa invece il Cruise Pilot – nome diverso, ma stesse funzioni – e l’IntelliCruise di New Holland sfrutta un sensore sul canale elevatore per aumentare la velocità quando il prodotto è scarso.
Ultimo elemento da sottolineare è la regolazione automatica sia dell’altezza di taglio sia dell’inclinazione della barra, per poter avanzare velocemente anche su terreni sconnessi. Un dispositivo ormai comune a tutti i costruttori, con qualche piccola differenza.
Tutti i dati in una scheda
L’elemento di base per fare agricoltura di precisione – e dunque semina, concimazione e anche trattamenti a dosaggio variabile – è però la conoscenza accurata della resa produttiva del campo in ogni sua zona. A questo pensa, come abbiamo anticipato, la mietitrebbia, grazie a due dispositivi: il collegamento satellitare, attraverso la classica antenna, e un sistema di pesatura in tempo reale del prodotto raccolto. In questo modo, la macchina può memorizzare nel computer quanta granella produce ogni zona del campo. Alcune macchine, inoltre, dispongono anche di un sensore dell’umidità, che permette di ottenere un dato ancor più accurato.
Le informazioni raccolte si possono naturalmente scaricare sul computer aziendale, dove saranno elaborate e incrociate con le analisi del terreno per stabilire una relazione tra tessitura del suolo, dosaggio di concime e seme e resa. Da essa si otterranno poi informazioni su come intervenire, nella stagione successiva, per correggere i difetti produttivi e valorizzare le zone più fertili. È il caso per esempio di New Holland, che raccoglie dati sull’umidità ogni 30 secondi e li invia al terminale di bordo per un successivo trasferimento via chiavetta Usb. Per evitare che l’effetto di sfregamento della granella inganni il sensore del peso, inoltre, il marchio del gruppo Fiat ha brevettato un sensore specifico ad alta affidabilità che, assicura il costruttore, fornisce un’informazione estremamente accurata indipendentemente dal tipo di prodotto e dall’umidità relativa della granella.
Anche il Quantimetro di Claas rileva peso e umidità, per registrare i dati in una scheda rimuovibile del computer Cebis. Fornisce inoltre un software – Agrocom Map Start – per creare mappe informative su cui poi fare le consuete elaborazioni. Il sistema è anche dotato di correzione per l’errore prodotto da una eventuale inclinazione trasversale o longitudinale della macchina.
In materia di trasferimento dei dati, John Deere si differenzia dalle concorrenti grazie al Wireless Data Transfert, un collegamento che permette alla mietitrebbia di scaricare le informazioni nel computer aziendale via internet. Grazie a questo dispositivo, inoltre, la macchina può ricevere dati di ogni genere, comunicare i propri parametri di lavoro e la posizione e rendere anche possibile la diagnostica a distanza da parte del servizio di assistenza.
Sempre connessi
La possibilità di controllo remoto delle macchine è in effetti una delle ultime frontiere, anche se ormai è offerta da tutti i costruttori. Grazie a esso, sia il titolare dell’azienda sia la concessionaria possono, se è installato l’apposito pacchetto, ricevere sul computer tutti i parametri di lavoro: non soltanto ettari raccolti e resa media, ma anche le impostazioni per battitore, crivelli, ventilazione e via elencando. Questo rende possibile, per esempio, dare istruzioni a un operatore inesperto, consigliandogli le migliori impostazioni in base alle condizioni climatiche di quel giorno. Non soltanto: ricevendo dati da tutte le macchine attive, un addetto al computer può confrontare la produttività delle macchine e valutare, per esempio, quale settaggio sta dando i risultati migliori. Perché su certe macchine complesse – vedi le assiali – anche un operatore esperto può avere difficoltà di taratura della macchina.
Per queste situazioni estreme – ma anche per migliorare il lavoro di ogni giorno – Claas ha messo a punto un software che trasforma la mietitrebbia in un robot: con il Cemos Automatic, infatti, le Lexion possono auto-settarsi in base a parametri standard, correggendo poi i diversi valori in base ai valori di raccolta registrati sul momento. Il sistema tiene sotto controllo giri del rotore e del ventilatore, apertura del crivello superiore e inferiore, accecatori e, naturalmente, produttività. All’occorrenza varia le impostazioni alla ricerca della maggior capacità di lavoro o, se l’operatore lo richiede, del massimo risparmio o del miglior trattamento possibile di paglia e granella. Presentato tre anni fa, il Cemos Automatic è l’evoluzione del Cemos di prima generazione, un software che fa sostanzialmente le stesse cose ma, invece di attuare direttamente le modifiche, si limita a suggerirle all’operatore.
Assai simile al Cemos è l’Ica di John Deere (la sigla, in inglese, sta per Regolazione interattiva della mietitrebbia). Si tratta di un algoritmo che elabora le informazioni su resa, carico motore, recupero e rotore idraulico consigliando al conducente come ottimizzare la raccolta. In aggiunta, grazie al Remote Display, è possibile contattare la concessionaria per farsi consigliare da un loro tecnico le migliori regolazioni per la macchina
Per Case IH, infine, il suggeritore non è né un computer né un tecnico, ma il più esperto tra gli operatori aziendali. Le mietitrebbie di ultima generazione del costruttore statunitense, infatti, possono collegarsi tra loro tramite Afs Connect: in questo modo, il più capace tra gli operatori può ricevere sul suo terminale i dati delle altre macchine, suggerendo ai rispettivi conducenti che impostazioni cambiare per migliorare la produttività e la qualità del lavoro. Le mietitrebbie, dunque, oltre a dialogare con la sede aziendale e la concessionaria (per la diagnosi a distanza di eventuali malfunzionamenti) sono in grado di connettersi direttamente, realizzando una specie di rete intranet tra macchine al lavoro nello stesso momento. E questo, immaginiamo, sarà il futuro: macchine-robot interconnesse e sempre in dialogo con il centro aziendale, l’assistenza tecnica e i centri di stoccaggio della granella, elementi intelligenti di un’agricoltura del domani.
Ottavio Repetti