Obbligo di rotazione, nessun discrimine per le cover crop

utilizzo di roller crimper
Utilizzo di roller crimper per la terminazione di cover con facelia e senape bruna
Una cover crop come ad esempio il favino consente di soddisfare la condizionalità della Bcaa7 se rimane in campo almeno 90 giorni e se arriva a produrre frutto. Il chiarimento del Masaf.

Al rumine non si comanda. E nemmeno all’omaso, abomaso e reticolo.

Gli allevatori lo sanno: l’alimentazione dei bovini e degli altri poligastrici non può essere “à la carte”. Gli obblighi di rotazione introdotti dalla nuova Pac 2023-27, sia all’interno degli ecoschemi (Eco 4: Sistemi foraggeri estensivi con avvicendamenti) che nelle Buone condizioni agronomiche e ambientali (Bcaa7: Rotazione sui seminativi) possono complicare in modo particolare la gestione del mais nel modello colturale delle cascine che abbinano l’allevamento alla coltivazione delle materie prime per i mangimi.

Il caso dell’ecoschema 4

Per questo l’ecoschema 4 prevede la deroga della coltura intercalare di 90 giorni tra due semine primaverili di mais per le aziende che “non possono farne a meno” (ne parliamo nell’articolo di Lorenzo Benanti su Terra e Vita 17).

Dopo la deroga del 2023, l’anno prossimo tutti questi vincoli diventano operativi. Ma cosa si può coltivare come intercalare in questi tre mesi?

E quello della Bcaa7

Un’interpretazione troppo restrittiva della Bcaa 7 che, ricordiamo, sostituisce e modifica in maniera molto più impattante il precedente impegno del greening sulla diversificazione, aveva messo in allarme gli agricoltori riguardo alla possibilità di impiegare le cover crop.

Il discrimine arrivava dalla definizione di coltura secondaria. Per il rispetto della norma, sono ammesse infatti le colture portate a fine ciclo produttivo (che si verifica nel caso delle cover crop) e che permangano in campo per almeno 90 giorni.

La loro esclusione vanificherebbe però proprio l’obiettivo della Bcaa 7 che mira a “salvaguardare il potenziale produttivo del suolo”. Ovvero la missione primaria delle cover crop.

Dopo mesi di incertezze su questo punto il chiarimento è arrivato grazie a Roberto Bartolini, per 15 anni direttore di Terra e Vita.

Dopo un webinar  su questo tema organizzato da Rete Rurale Nazionale, Masaf e Ismea, Bartolini ha chiesto sulle pagine del sito “Il Nuovo Agricoltore” al ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare di esprimersi in maniera ufficiale su questo argomento.

La posizione ufficiale del Ministero

Il definitivo via libera alle cover crop come coltura secondaria sia per l’Eco4 che per la Bcaa7 è arrivata attraverso la lettera inviata da Antonio Frattarelli, funzionario agrario del Masaf.

«Se una coltura viene portata al termine del ciclo produttivo, permanendo in campo almeno 90 giorni, allora si configura come "coltura secondaria" e va oltre la sua funzione iniziale di coltura di copertura, diventando, come detto, una coltura secondaria»

«In altre parole, se una coltura (ad esempio il favino) parte come copertura e poi viene trattenuta in campo fino a fargli produrre il baccello, per più di 90 giorni, diventa una "coltura secondaria" in piena regola».

«È un problema di funzione e durata al tempo stesso (sono entrambe condizioni necessarie e non sufficienti, ma devono essere presenti tutte e due): una coltura di copertura che è tenuta in campo per 60-70 giorni (sicuramente meno di 90 giorni) e non produce alcun "frutto", espleta la sua funzione di "coltura di copertura" e non è sicuramente una "coltura secondaria", con fini produttivi, "che interrompe la monosuccessione"».

«Pertanto, non c'è contraddizione tra il decreto, a proposito dell'Eco 4 (dove valgono le medesime considerazioni che facevo a proposito della BCAA 7), e quanto sostenuto nel corso dell'incontro del 18 aprile. La questione è sempre la stessa: se la coltura, sebbene "nasca" come coltura di copertura, viene coltivata come coltura secondaria, andando oltre la sua funzione di coltura di copertura, trattenendola sul terreno per più di 90 giorni e ottenendone un frutto».

Cautele

  1. Nella domanda Pac, la cover inserita per interrompere la monosuccessione conviene sia indicata semplicemente come COLTURA con il nome di ciò che si semina, senza scrivere cover crop. Si tratta a tutti gli effetti una coltura secondaria;
  2. in questo caso non si potrà ricevere il contributo Csr, nelle Regioni che lo prevedono, per lo specifico intervento SRA per le cover crop.
Obbligo di rotazione, nessun discrimine per le cover crop - Ultima modifica: 2023-05-30T10:23:54+02:00 da Lorenzo Tosi

1 commento

  1. Il Piano Strategico PAC, in merito alla BCAA 8 cita espressamente “Ai fini del rispetto della presente norma, sono ammesse, invece, le colture secondarie, purché adeguatamente gestite, cioè portate a completamento del ciclo produttivo e che coprono una parte significativa del periodo tra due coltivazioni principali. Questo si concretizza nella scelta di colture secondarie caratteizzate da un ciclo produttivo di durata adeguata, anche breve, che in ogni caso assicuri la permanenza in campo della coltura secondaria per almeno 90 giorni.”
    La tecnica del sovescio, applicata alle cover crops, si configura come GESTIONE ADEGUATA della coltura che interrompe la monosuccessione? Di mio avrei qualche perplessità

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