Secondo i dati della Rete rurale nazionale del Mipaaf aggiornati al 31 agosto 2019, la Puglia si è confermata all’ultimo posto della classifica nazionale per la spesa dei fondi comunitari del Psr 2014-2020. La sua spesa è infatti ferma al 21,71 %, la più bassa d’Italia (al 30 giugno era ugualmente la più bassa con il 20,97%): infatti il dato è notevolmente inferiore sia alla media nazionale (34,84%) sia a quella delle Regioni meridionali (30,32%). Perciò la Regione Puglia (che è fra le Regioni italiane con maggiori risorse Psr, circa 1,6 miliardi di euro di spesa pubblica complessiva, pari all’8% delle Risorse totali sullo Sviluppo rurale) quasi sicuramente non riuscirà a utilizzare tutti i fondi comunitari e sarà costretta, come da molti agricoltori temuto, a restituirne una parte all’Unione europea.
Una task force per salvare il Psr Puglia dal disimpegno
Lo scorso luglio, dopo le dimissioni dell’assessore all’Agricoltura Leonardo di Gioia, il presidente della Regione Michele Emiliano avocò a sé la delega vacante e lanciò una task force per salvare il Psr Puglia dal disimpegno.
«Non sarà facile ma abbiamo il dovere di provarci – aveva dichiarato nel corso di una conferenza stampa sui temi del Psr –. Il Psr Puglia, che la mia amministrazione eletta a metà del 2015 si è purtroppo trovata a gestire, è stato approvato con un anno di ritardo a causa delle numerosissime contestazioni cui è stato sottoposto dall’Ue. È stato poi oggetto di contenziosi pesantissimi che mai si erano verificati in passato, promossi da operatori del settore che ne hanno contestato la struttura e le condizioni. Adesso – aveva riferito Emiliano – stiamo cercando di concentrare su un unico bando, ovvero quello della 4.1A, dedicato agli investimenti strutturali, tutte le risorse, in modo tale da poter chiedere un passo indietro a tutti coloro che stanno pensando di impugnare l’avviso nuovamente davanti al Consiglio di Stato, dopo che la Regione ha avuto ragione nel contenzioso davanti al Tar di Bari».
Coldiretti: «La Regione non ha corretto gli errori di programmazione»
Pare tuttavia che, a distanza di tre mesi, il Psr Puglia non abbia fatto grandi passi in avanti. Per il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia «la Regione Puglia continua a navigare a vista, senza correggere gli errori di programmazione, anzi peggiorando la situazione con modifiche ai criteri di accesso a bandi pubblicati nel 2016, con un effetto boomerang che ha aperto la strada a ulteriori ricorsi. I ritardi accumulati nell’avanzamento del Psr rischiano di farci perdere oltre 260 milioni di euro. Questo è infatti il volume delle risorse che i nostri agricoltori e i nostri territori rischiano di perdere al 31 dicembre 2019».
«Fallimento sul fronte giovani»
È un fallimento, rimarca Muraglia, «anche sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato 5.000 giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura in Puglia, ma quasi 9 richieste su 10 (86%) non sono state al momento accolte per colpa degli errori di programmazione dell’amministrazione regionale con il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles. La voglia dei giovani pugliesi di investire in agricoltura è testimoniata dal numero di domande presentate per il primo insediamento e il pacchetto giovani del Psr Puglia. Sul bando del Psr per i giovani, a fronte delle 5.202 domande presentate, solo 750 domande sono state ammesse all’istruttoria, poco più di 1 domanda su 10. Di queste solo 1 risulta istruita, mentre si aspetta la sentenza del Tar a giorni. Anche i bandi per la rigenerazione del Salento non hanno operatività per l’impossibilità di procedere ai reimpianti nelle aree infette da Xylella della provincia di Lecce, un ulteriore macigno sulla spesa del Psr che in Puglia è al palo da anni».