Difficoltà su più fronti per bovini e avicunicoli

Le quotazioni rilevate da Ismea testimoniano una chiusura del mese di giugno con prezzi stagnanti per tutte le categorie merceologiche di bovini e con le carni bianche ancora in calo

Avicunicoli

Questa settimana i prezzi dei conigli vivi arrestano la fase flessiva dei listini e si assestano a 1,5 euro al chilo. Ciò non può dirsi delle carni di coniglio, che accusano ancora una volta un calo sensibile nei prezzi (-3,5% variazione congiunturale). Tale dinamiche sono da ricondursi ad una riduzione della domanda probabilmente dovuta al repentino aumento delle temperature. Alla stessa stregua anche per le altre categorie si rilevano cedimenti nelle quotazioni, infatti le anatre perdono lo 0,43%, le faraone il -1,47%, le galline il -4,86%, i piccioni il -3,57%, i polli il -1,40%, le uova il -1,72%. Nelle uova tali dinamiche sono determinate sia da un rallentamento dei consumi che da un recente eccesso di offerta. Si mantengo stabili i prezzi dei tacchini sia per il vivo che per il macellato.

Bovini

La quarta settimana del mese di giugno è caratterizzata da stagnazione dei prezzi pressoché totale per le categorie merceologiche dei bovini. Nessuna variazione di rilevo sulla media nazionale si registra sulle vacche da macello, sulle manze da macello, o sui vitelli da macello. Fa eccezione la piazza di Reggio Emilia che vede i vitelli di pezzata nera salire del 2,22% rispetto alla precedente settimana di rilevazione. I prezzi delle vacche da macello sono questa settimana inferiori del -5,25% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno; le manze da macello sono tendenzialmente al +1,50%; i vitelli da macello al -0,41%. I vitelloni da macello hanno registrato una variazione del -0.11% rispetto ai prezzi della venticinquesima settimana di quest’anno.

Caseari

L’ultima settimana di giugno ha manifestato ancora un momento di difficoltà per le materie grasse; questa stentatezza ha coinvolto tutti i principali centri di contrattazione sia emiliani che lombardi sui quali si sono registrati andamenti calmi con scambi piuttosto ridotti. Nello specifico lo zangolato cede ulteriori 5 centesimi portandosi a quota 1,35 euro al chilo a Parma e Reggio Emilia. Alla stessa stregua il pastorizzato a Cremona cede al mercato ulteriori 10 centesimi (2,90 euro al chilo). La crema di latte, dopo i cali di prezzo che si sono manifestati nelle scorse settimane, ha visto aumentare nel corso di quest’ultima i propri listini da 1,72 a 1,78 euro al chilo Per ciò che concerne i due formaggi grana a denominazione si mantengono buoni gli scambi per entrambi, pur con quotazioni invariate su tutte le principali piazze.

Olio

La quarta settimana di giugno si è conclusa con un lieve calo delle quotazioni medie degli oli extravergini e vergini italiani, imputabile al lento andamento di mercato nei maggiori centri di scambio rilevati. Di contro si è osservato un leggero incremento del prezzo medio dell’olio lampante sulle piazze calabre, trainati dalla ripresa delle quotazioni del prodotto spagnolo.

Sul mercato all’ingrosso si è avuto un aumento dei valori medi per il raffinato di oliva, dovuto ad una domanda più attiva osservata soprattutto sulle piazze di Milano, Genova, Roma e Firenze. Mentre si è registrato un calo per gli oli raffinati di sansa sulla piazza di Roma a causa di un mercato a rilento. In lieve rialzo le quotazioni medie degli oli raffinati di semi di arachide e mais mentre sono risultati stabili i prezzi dell’olio di semi di girasole.

Vino

Nell’ultima settimana di giugno non si sono osservate variazioni di rilevo per le quotazioni dei vini comuni bianchi mentre si è osservato un leggero calo per i prezzi medi dei vini comuni rossi e rosati imputabile all’andamento del mercato sulla piazza di Trapani. Stabile il mercato delle IGT sia bianche sia rosse e rosate grazie ad un generale equilibrio tra domanda ed offerta.

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Difficoltà su più fronti per bovini e avicunicoli - Ultima modifica: 2019-07-02T15:07:50+02:00 da Redazione Terra e Vita

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