Alimentazione zootecnica: segnali di ripresa per l’orzo, torna stabile la soia

cereali foraggeri
Secondo le rilevazioni Bmti scende invece ancora il grano tenero, che si attesta su un -30% rispetto a un anno fa. Poche variazioni tra le farine proteiche

La settimana post-pasquale ha visto emergere dei segnali di ripresa per gli orzi nazionali, dopo la fase di ribasso in atto fin da inizio anno e che aveva riportato i prezzi su livelli che si registravano a settembre 2021. Sul comparto dei cereali foraggeri continua però a pesare l’offerta di merce estera, con ribassi settimanali che si sono osservati per il grano tenero e per il sorgo. Per quest’ultimo si è rilevata anche una domanda ridotta. Tra i proteici, tornano ad assumere un andamento maggiormente stabile le quotazioni della soia di provenienza estera, condizionate anche dall’ulteriore rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, mentre tra le farine prosegue il calo del girasole proteico, complice anche una maggiore offerta disponibile.

L'orzo inverte la tendenza ribassista

La seconda settimana di aprile ha messo in evidenza un leggero aumento dei prezzi dell’orzo nazionale scambiato a Bologna, cresciuto di 5 €/t rispetto alla settimana precedente ed attestato ora sui 245 €/t (franco arrivo). Rimane comunque ampio il gap rispetto alla scorsa annata, pari ad un -35%.

Il grano tenero arretra

Dopo la maggiore stabilità di inizio aprile, sono tornati ad arretrare i prezzi del grano tenero zootecnico, scesi a Bologna su un valore medio di 266 €/t (-5 €/t rispetto alla settimana precedente). Anche in questo caso la discesa dai valori di un anno fa si conferma sensibile, superiore al -30%.

Sorgo in discesa, ma la domanda ristagna

Segno “meno” anche per il sorgo, in calo di 5 €/t sulla piazza di Bologna. I prezzi attuali del sorgo, attestati appena sopra la soglia dei 280 €/t, si mantengono però più alti rispetto a orzo e grano e questo ne limita la domanda zootecnica.

Soia, -22% rispetto a un anno fa

I segnali di rialzo dei prezzi della soia osservati in avvio di aprile sono tornati a smorzarsi, in linea con un andamento più statico registrato sulle principali piazze internazionali. A Bologna la soia di provenienza estera è rimasta ferma sui 515-534 €/t (franco arrivo), un livello più basso del 22% rispetto allo scorso anno. Invariata anche la soia di origine nazionale (505-510 €/t). Anche alla Borsa di Chicago le quotazioni futures hanno chiuso la settimana praticamente invariate rispetto a sette giorni prima, sui 15 dollari per bushel (pari a 501 €/t). Il mercato sembra aver ormai “assorbito” in termini di impatto sui prezzi la pessima produzione dell’Argentina dell’attuale annata, con l’Usda (il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) che nel suo report di aprile ha tagliato il raccolto argentino di altre 6 milioni di tonnellate, portandolo da 33 a 27 milioni di tonnellate.

Farine proteiche, domina una sostanziale stabilità

Tra le farine proteiche, movimenti limitati per i prezzi di quella di soia, in linea con i valori della prima settimana di aprile. Non accenna a fermarsi il calo della farina di girasole: a Bologna i prezzi all’ingrosso sono giunti ormai a ridosso dei 350 €/t (franco arrivo) e accusano un divario negativo del 18% rispetto ad un anno fa. Ulteriore consolidamento per le quotazioni della farina di colza, stabile nei listini di tutte le principali Borse Merci nazionali. I valori attuali sono più bassi di oltre il 20% su base annua.

I prezzi dei cerali foraggeri e delle materie prime zootecniche nella settimana dal 10 al 15 aprile 2023

Alimentazione zootecnica: segnali di ripresa per l’orzo, torna stabile la soia - Ultima modifica: 2023-04-17T16:32:35+02:00 da Redazione Terra e Vita

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