Molte volte i numeri spiegano meglio delle parole gli accadimenti. Alcuni dati, seppur parziali, possono aiutare a inquadrare in modo fotografico l'ultima campagna cerealicola.
Ciò che accade nel mondo non può che avere dirette conseguenze anche sul nostro mercato che dal mondo tanto dipende.
È quindi importante potersi fare qualche idea, anche frammentaria, in proposito.
Innegabilmente, le produzioni mondiali di cereali, hanno risentito in maniera marcata di andamenti climatici eccezionali e avversi.
La siccità è stata particolarmente severa con il mais, il cui raccolto negli Stati Uniti - di gran lunga il principale produttore mondiale - è sceso molto al di sotto della media degli ultimi anni con riflessi importanti sugli stock finali e conseguentemente sul mercato di questo e degli altri cerali.
In Europa, il gelo e la siccità hanno condizionato le rese dei principali paesi esportatori.
Ciò che è accaduto in Italia è noto.
A fronte di investimenti sostanzialmente stabili la produzione è scesa sotto gli otto milioni di tonnellate (con l'aggiunta di problematiche anche qualitative). Ciò comporterà una maggiore dipendenza dalle importazioni previste per quantitativi superiori ai due milioni di tonnellate.
Per il grano italiano le “cose” sono andate decisamente meglio sia in termini quantitativi che qualitativi. Non così nell'Europa dell'Est dove il gelo invernale ha ridotto i raccolti per non parlare dell'Ucraina e della Russia che hanno addirittura adottato provvedimenti di limitazione delle esportazioni (tab. di apertura).
Infine una considerazione: il vento del mercato “gira velocemente” e l'attenzione è già rivolta ai nuovi raccolti che, a ben pensarci, non sono poi così lontani.
Allegati
- Scarica il file: Campagna cereali 2012-2013. Bilancio mondiale dell’annata