Grano duro, fase rialzista destinata a durare
Italia
Non muta lo scenario commerciale nazionale del grano duro con scarsa offerta (e limitata disponibilità residua) di merce locale e la conferma del deficit di campagna da colmare con origini Ue (poco offerto) ed estere (Usa-Canada). Sulle principali Borse gli aumenti sono stati di 5 €/t con attesa di ulteriori rincari legati all’evoluzione dell’offerta mondiale. Il nuovo raccolto fa progressi ma le stime di produzione restano penalizzate dalle semine. Il duro tipo “Fino” nazionale quota sui 340-345 €/t con i mercantili a sconto di un 15-35 €/t al Nord e un 5-25 €/t al Sud. Le alternative estere (canadese) al momento invariate e allineate come prezzi arrivo al “Fino” Italia.
Europa
La disponibilità residua da Francia, Spagna e Grecia, e limitatissima e gli scambi rarefatti a rivendite locali. L’evoluzione del nuovo raccolto fa positivi progressi e questo compensa a livello della produzione 2025 il calo delle superfici; anche per il 2025/26 il raccolto Comunitario è stimato sui 7,5 mln/t, consolidando un deficit (strutturale) di un 2,5 mln/t. L’attenzione degli operatori è tutta sui riflessi dei dazi Usa al Canada e alla ridefinizione degli equilibri commerciali nel Bacino del Mediterraneo che continua ad indire aste di acquisto. Prezzi che salgono in Spagna con il duro “tipo fino” oltre i 310 €/t Fob Spagna, con il Fob Francia sui 305 €/t.
Mondo
Attesa per le conseguenze dei dazi Usa al Canada (dal 1 Febbraio) che potrebbero limitare gli scambi tra i due paesi, di fatto spostando parte dei volumi (Canadesi) verso altre destinazioni. Lo scenario resta, nei fondamentali, tranquillo e l’evoluzione dei prezzi resta legata, più che alle incertezze politico-commerciali degli Usa, all’andamento valutario del dollaro e alle scelte di vendita (o meno) della Turchia sul Febbraio-Aprile. La recente asta Tunisina ha confermato prezzi di aggiudicazione sui 350 $/t.
Grano tenero, listini senza grandi variazioni
Italia
In assenza di fattori in grado di mutare i mercati, si assiste al consolidamento delle recenti tendenze che vedono stabilità per i grani di forza e il graduale rafforzamento per i panificabili e le classi minori su Ager Bologna, con la Granaria di Milano a quotare invariato su tutte le voci. Scambi nella media ma con l’evidenza di poca disponibilità residua di “misti” nazionali, compensata dall’offerta Comunitaria ed estera. Non si registrano problemi nei progressi del nuovo raccolto. I grani “tipo Bologna” si confermano sui 325 €/t arrivo molino, con i “panificabili” a ridosso dei 270 €/t ed i biscottieri sui 255 €/t; i comunitari panificabili valgono come la classe 3 mentre evidenzino debolezza gli “spring” da Usa e Canada.
Europa
Il panorama commerciale all’interno della Comunità resta in attesa delle decisioni politico-commerciali di Usa e Russia, prendendo vantaggio dei dubbi ed incertezze per consolidare un aumento dei prezzi. A favorire un rafforzamento anche la scelta Algerina di nuovi accordi preferenziali con l’Europa (a scapito della Russia). È la domanda, presente e stimata, dai porti a dare impulso, con il settore molitorio e dell’amido che comunque mantengono la richiesta. Il raccolto 2025 procede senza particolari segnali di rischio, ma a livello di scambi l’attività resta sul vecchio raccolto con gli agricoltori poco propensi a vendere il nuovo (nonostante le previsioni di produzione restino positive). Prezzi molto volatili su Euronext Parigi, sempre condizionato dai “rumors” mondiali. La posizione marzo resta sui 232 €/t (+2) e il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 228 €/t (+2).
Mondo
L’irrigidimento dell’offerta Russa, con conseguente rincari dei prezzi, si interseca con un contesto generale in assenza di tensioni nei fondamentali (produzioni, consumi, scorte) ma con l’incognita dei riflessi dei dazi Usa imposti a Messico e Canada. Da monitorare l’evoluzione climatica (gelate) nelle pianure centrali degli Stati Uniti ed il generale andamento dell’export Nordamericano ove il Canada è in fase di stallo mentre gli Usa mantengono i volumi di scambio. La Russia rallenta in volume l’export su Gennaio (meno 30% sul Dicembre) e l’Ucraina vede maggiore richiesta dall’Europa. Aste di acquisto sono state aggiudicate sui 265 $/t Cif Giordania (giugno) con le ultime quotazioni per l’origine Russia a 229 $/t (+1) per il milling 12,5% pro; dall’Ucraina l’11% pro a sconto di 4 $/t (inv) ed il Fob Costanza sui 233 $/t (inv).
Mais, un'altra settimana senza scossoni
Italia
Ulteriore settimana di “invariati” per l’origine nazionale che comincia a ridursi come disponibilità, soprattutto per i lotti “con caratteristiche”. Scambi nella media del periodo ma che risentono del “mite” clima invernale, con andamento e tendenza sui mercati legati alle alternative Comunitarie ed estere. In assenza di fatti e notizie a modificare l’attuale equilibrio, il mais nazionale con caratteristiche vale su Ager Bologna un 258 €/t e 254 €/t su Milano, con le alternative Comunitarie a ridosso dei 250 ed i 260 €/t ed il “generico” nazionale sui 240 €/t.
Europa
Settimana con pochi scambi a livello locale. Gli utilizzatori hanno già coperto la più parte del fabbisogno fino a giugno e completano le coperture sul pronto senza ansia in un contesto di adeguata (non pressante) offerta e con i ben noti problemi di micotossine del raccolto 2024. Quotazioni in calo che non stimolano maggiori coperture sul breve periodo, mentre resta l’interesse compratore per i mesi estivi; interesse ancora poco condiviso da un’offerta rarefatta. Su Euronext Parigi la posizione “future” Marzo 2025 vale un 214 €/t (-2), con il francese reso franco porto di Bordeaux sui 217 €/t (inv) ed il rumeno FOB Mar Nero sui 226 €/t (+2).
Mondo
Dopo i recenti aumenti sulle piazze d’oltreoceano si assiste ad un rallentamento in attesa di meglio comprendere i riflessi de: dazi Usa, riduzione delle tasse all’export dell’Argentina, andamento climatico in Argentina (siccità) e rincari dell’offerta Ucraina. In Brasile la semina del primo raccolto è prossima al completamento, mentre è in ritardo la semina del secondo. Prezzi nominalmente in calo sul Cbot (-1%) e di riflesso anche sui mercati del Sudamerica.
Oleaginose, soia nazionale tra alti e bassi
Italia
La soia nazionale vede un calo di 5 €/t su Milano e un aumento di 2 €/t su Bologna per un totale riallineamento dei prezzi partenza sui 430 €/t. Stessa dinamica per l’origine estera che vale un 450-452 €/t arrivo su Ager e Granaria.
Europa
La colza comunitaria vive di riflesso i dazi Usa e il prezzo della soia, l’evoluzione meteo globale ed il lieve rincaro del “palma”. Andamento incerto per la Comunitaria che su Parigi, posizione Febbraio 2025, vale 513 €/t (-13), con l’Agosto (nuovo raccolto) sui 484 €/t (-4) e il FOB Rouen sui 518 €/t (-14). Il girasole “alto oleico” a S. Nazaire (Francia) invariato a 635 €/t.
Mondo
L’incertezza sulla domanda di soia più che sovrasta le preoccupazioni sul “weather market” sudamericano. Effetto depressivo sui prezzi dai possibili dazi USA e dal calo delle tasse all’export di soia Argentina. La canola (colza) canadese tiene le posizioni grazie al ritorno della domanda.
Cereali foraggeri: sorgo invariato, crescono gli orzi
Italia
Non si registrano fatti o situazioni di rilievo con il sorgo che si conferma sui valori della scorsa settimana sui 250 €/t reso, mentre salgono gli orzi (+5) e il tenero (+2) condizionati dall’andamento europeo, a quotare arrivo rispettivamente 262 €/t e 264 €/t.
Europa
Il rallentamento dell’offerta dal Mar Nero e l’attesa di nuove aste internazionali di acquisto, promuovono una certa attività speculativa in acquisto da parte di trader locali. Quotazioni in ripresa sia per i teneri che per gli orzi. Il grano “any origin” reso porto Spagna sui 250 €/t.
Mondo
A dare tono al mercato arriva l’irrigidimento in volume e prezzi dell’offerta di cereali dal Mar Nero mentre nel resto del mondo il panorama commerciale resta invariato e globalmente rassicurante, con positivi progressi delle colture in India e Asia e l’arrivo delle messi Australiane. L’ultima asta di acquisto Iraniana di orzo per consegna Marzo a valori di 250 $/t Cif.