Stop all’ascesa del grano duro. Riprende quota il tenero, giù il mais

grano duro
Quotazioni invariate rispetto a sette giorni fa per il frumento duro, a causa di stime riviste al ribasso per la domanda. Anche la soia resta sui valori della scorsa settimana. Salgono gli orzi

 

 

Grano tenero, domanda di nuovo tonica

Italia Terra e Vita

Il mercato si mantiene rialzista per la limitata offerta a fronte di una domanda che torna a livelli di normalità. Ad essere interessate tutte le voci di listino, con particolare tensione per i grani di forza che scontano maggiormente uno scenario allargato ad Europa ed estero dove i volumi di “qualità” scarseggiano. Gli aumenti settimanali sulle principali piazze portano i detentori di merce locale e “any origin” a rallentare l’immissione di prodotto sia sul pronto che sul breve/medio termine. L’arrivo delle piogge al Nord favorisce lavorazioni del terreno e semine. I grani di forza “tipo Bologna” valgono oltre i 360 arrivo con i “bianchi” e i “misti” che allargano lo spread rispettivamente a meno 30-34 €/t e 35-40 €/t. Comunitari panificabili più 6-8 €/t, comunitari di forza e “spring” più 10 €/t.


Grano duro, pausa di riflessione o fine della corsa?

Italia grano duro

La storica ciclicità di un rallentamento degli scambi a metà del secondo trimestre di campagna si combina con le riflessioni sulla reale entità dei consumi locali e “globali” di duro con l’effetto di fermare il trend rialzista in attesa di un “ricalcolo” del Supply-Demand Italia. Sulle piazze si respira attesa e gli invariati fatti registrare su tutte le Borse Merci, da Nord a Sud, sono da considerare una prima fase di consolidamento verso quell’equilibrio che potrebbe raggiungersi una volta chiarito il reale deficit Italia fino a nuovo raccolto 2022. Al momento il dato nuovo è la maggiore certezza nell’aumento delle superfici seminate 2021 che potrebbe a livello nazionale essere attorno al 5-7%. L’offerta rallenta e le quotazioni si consolidano con il tipo “Fino” sui 565 €/t arrivo Nord e 580 reso Sud. Comunitari ed esteri ben tenuti.


Mais, si conferma l'inversione di tendenza

Italia

Si conferma l’inversione di tendenza dei prezzi in un mercato più tranquillo. L’origine nazionale con specifiche difformi da area ad area, si trova a competere con i rimpiazzi comunitari ed esteri che presentano buone caratteristiche e prezzi tenuti, causa rincari nei trasporti, ma di interesse (grazie al supporto dei cereali a paglia) per i nostri utilizzatori. Scambi nella media del periodo con l’offerta meno rigida. Il mais “con caratteristiche” su Bologna quota 295 €/t (-4) e su Milano 283 €/t; generico a sconto di 4 €/t su Milano e 9 €/t su Bologna; comunitari ed esteri in calo di 2-5 €/t.


Oleaginose e cereali foraggeri, salgono gli orzi

Italia Terra e Vita

Cereali foraggeri: settimana di generale ripresa per orzi e tenero per gli echi internazionali, con il sorgo invariato; la domanda non è prevalente sull’offerta. L’orzo “pesante” quota un 270 €/t, il sorgo bianco sui 285-295 €/t, e il tenero tra i 303 €/t (Milano) e i 321 €/t (Bologna).

Oleaginose: la soia, sia nazionale che estera, si conferma sui valori della scorsa settimana. Prezzi arrivo rispettivamente a 630 €/t per la nostrana e 500 €/t per l’estera.

Stop all’ascesa del grano duro. Riprende quota il tenero, giù il mais - Ultima modifica: 2021-11-05T16:43:26+01:00 da Roberta Ponci

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