Italmopa, boom delle farine bio, integrali e da grani antichi

farine bio
Produzione molitoria 2018 stabile, ma il fatturato cresce del 2,1% spinto anche da una domanda (+10%) di prodotti alternativi e sostenibili. All’assemblea dell’associazione industriali mugnai d'Italia il presidente Cosimo De Sortis dichiara: «Pronti a dare il nostro contributo ad iniziative di filiera che riportino al centro l’esigenza di migliorare la competitività»

L'industria molitoria italiana chiude il 2018 con una produzione di 11 milioni di tonnellate, stabile (-0,1%) rispetto all'anno precedente, mentre il fatturato cresce del 2,1% raggiungendo 3,539 miliardi di euro. Ad aumentare del 10% è la richiesta di farine e semole biologiche e integrali.

Meglio il tenero del duro

È il bilancio del comparto tracciato da Italmopa, l'Associazione industriali mugnai d'Italia, in occasione dell'assemblea annuale. Quanto ai singoli comparti, arriva a quota 1,667 miliardi di euro (-0,4%) il valore del comparto della trasformazione del frumento duro e a 1,872 miliardi di euro (+4,4%) quello del frumento tenero. Per quanto riguarda l'uso di farine di frumento tenero e di semole di frumento duro la stima complessiva è di 7.778.500 tonnellate.

Per la produzione 2019 l'industria di trasformazione dovrà fare i conti
con la variabilità di rese e qualità del frumento duro.
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Consumi spostati sui trasformati

Cosimo De Sortis

Riguardo ai consumi Itamopa indica una nuova leggera flessione per pane e pasta, mentre prosegue il trend positivo per pizza e prodotti sostitutivi del pane; in particolare sono aumentati crackers, taralli, friselle e grissini del 3,8%, pizza e prodotti salati da forno dell'1,6% e biscotti/lievitati/prodotti da forno/pasticceria del 2,6%. «La nuova contrazione – lamenta Cosimo De Sortis, presidente Italmopa - dei consumi interni di pane e pasta, prodotti che sono alla base di una sana alimentazione, è il fattore di maggiore criticità all’interno di un andamento che per il comparto molitorio è moderatamente positivo».

Le carte vincenti: salute, ambiente, origine

Positive le notizie relative all'export, con il più 10% dei volumi delle farine di frumento tenero inviate all’estero. Bene, infine, l'incremento dei consumi di prodotti provenienti dall'utilizzo di tipologie di farine e semole considerate salutistiche. Il trend è risultato tuttavia più marcato per le farine di frumento tenero rispetto a quello del duro e ha riguardato soprattutto la farina integrale e quella ottenuta da produzioni biologiche. Buone performance, anche se in percentuali meno significative, per gli sfarinati 'innovativi' (ad esempio, le farine/semole di 'grani antichi') e per quelli derivanti dalla trasformazione di materie prime (frumento) nazionali o locali.

L'ammonimento di De Sortis

«L'industria molitoria – commenta De Sortis – dà il suo contributo fattivo ad iniziative della politica orientate a riportare al centro del dibattito l'intera filiera».

Occorre però per il presidente di Italmopa «che non prevalgono solo le esigenze di alcuni singoli attori».
«Dobbiamo ripensare in maniera sistemica – ammonisce - l'intera filiera per migliorarne la competitività, evitare di disorientare il consumatore con una informazione strumentale e incontrollata che deprime i consumi interni di pane e pasta e ambire ad una maggiore coesione tra gli attori a sostegno di obiettivi condivisi affinchè ciascuna componente della filiera possa ottenere la giusta remunerazione e riappropriarsi dell'orgoglio del proprio lavoro».


Le cifre

  • 11 milioni di tonnellate (-0,1% rispetto al 2017). Il volume dei prodotti lavorati nel 2018 dall’industria molitoria (farine, semole e sottoprodotti della macinazione)
  • 3,539 miliardi di euro (+2,1 % rispetto al 2017) il fatturato stimato

di cui :

  • 1,667 miliardi di euro (- 0,4 %) dalla trasformazione del frumento duro
  • 1,872 miliardi di euro (+ 4,4 %) da quella del frumento tenero.
  • 7.778.500 t l’utilizzazione di farine di frumento tenero e di semole di frumento duro

così suddivisa:

  • 4.005.000 t per le farine di frumento tenero (+ 0,2 %)
  • 3.773.500 t per le semole di frumento duro (- 0,4 %)

Mercato interno:

  • (- 1,8%) le farine destinate alla panificazione
  • (+ 3,8%) sostituti del pane quali crackers, taralli, friselle, grissini...
  • (+ 1,6%) pizza e prodotti salati da forno
  • (+ 2,6%) biscotti/lievitati/prodotti da forno/pasticceria
  • (-0,9%) l’industria pastaria
  • (+1,1) semola di grano duro per la produzione di pane

Mercato estero:

  • (+ 10%) i volumi delle esportazioni di farine di frumento tenero
Italmopa, boom delle farine bio, integrali e da grani antichi - Ultima modifica: 2019-06-26T13:48:36+02:00 da Lorenzo Tosi

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