Sono iniziati poco prima di Pasqua i trapianti delle piantine di pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia. Andranno avanti fino alla prima decade di giugno. Una lavorazione che quest'anno deve fare i conti con l'emergenza sanitaria creata dall'epidemia di coronavirus e che ha costretto gli imprenditori agricoli ad ingegnarsi per garantire la sicurezza degli operatori e per reperire la manodopera necessaria. Ma anche la siccità sta complicando le operazioni, tanto che gli agricoltori stanno irrigando i campi o subito prima o subito dopo aver messo a dimora le piantine. Saranno circa 35.000 gli ettari dedicati al pomodoro da industria tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Trapianti in sicurezza: ecco come
Da Piacenza a Ferrara, fino ai terreni prossimi al mare, la soluzione trovata per evitare i contagi di Covid-19 è stata dotare gli operai di guanti e mascherine, oltre a installare pannelli di plexiglas sulle macchine trapiantatrici. Ecco il racconto di Filippo Arata, imprenditore agricolo che coltiva 220 ettari di pomacea nel piacentino e presidente dell'Op Ainpo.
«Nella zona di Ferrara c'è chi ha fatto fronte alla carenza di manodopera rallentando i trapianti mettendo in funzione una trapiantatrice su due o due su tre – spiega il presidente di Confargicoltura Ferrara e coltivatore di pomodoro da industria Gianluca Vertuani – poi c'è il reclutamento tramite la piattaforma AgriJob in ogni caso se un'azienda ha bisogno di far arrivare un lavoratore dall'estero può farlo, l'importante è che trascorra il periodo di quarantena prima di prendere servizio».