Dopo le disastrose pioggie del fine settimana, che hanno colpito in particolare le aree del Nord Ovest, il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà si è incontrato ieri (5 ottobre) con il governatore del Piemonte Aberto Cirio in occasione dei sopralluoghi nel vercellese.
Successivamente ha inviato una nota agli assessori delle Regioni Piemonte, Marco Protopapa, e Lombardia, Fabio Rolfi, per sensibilizzarli sui danni verificatisi sabato scorso a seguito degli eventi alluvionali.
«L’acqua, arrivata con forza nei campi, ha determinato forti allettamenti del riso che non potrà essere raccolto, mentre per quello non allettato ma totalmente sommerso dall’onda di piena, è prevedibile un notevole deprezzamento della qualità che si ripercuoterà sul collocamento finale – avverte Carrà nella nota agli assessori -. Anche la rete irrigua ha subito forti danni, il cui ripristino è fondamentale non solo per la futura coltivazione, ma anche per continuare a svolgere quella funzione di regimazione delle acque in eccesso, che è di interesse pubblico».
Perdite del 100%
L’area colpita si estende su circa 3mila ettari. «In particolare vicino al letto dei fiumi, come il Sesia – spiega Carrà – il danno è irreparabile raggiungendo il 100% per un allettamento irrecuperabile e la presenza di detriti portati dalla corrente. In tutte le zone che sono state sommerse, comunque, i danni sono notevoli soprattutto per il deprezzamento qualitativo del prodotto. Le cariossidi possono subire una colorazione scura e spesso non sono utilizzabili per uso alimentare.
Le esperienze di precedenti alluvioni (1994 e 2000) ci ricordano che il danno, anche in questo caso, può arrivare anche al 100%. Adesso la temperatura dell’aria è abbastanza fresca, ma se le temperature si dovessero rialzare, potrebbe verificarsi una pre-germinazione che renderebbe il prodotto inutilizzabile».
Intanto la raccolta si è praticamente fermata ma le previsioni meteorologiche non troppo rassicuranti non ci fanno ben sperare per i prossimi giorni.
Siamo a metà della raccolta
«Nel Vercellese abbiamo iniziato presto ma purtroppo abbiamo subito quasi subito uno stop e oggi non abbiamo ancora raggiunto il 50% - ricorda Carrà – mentre in Lomellina siamo forse qualche punto percentuale più avanti. Ma adesso, con 10 giorni di stop, abbiamo ancora molto lavoro davanti».
«Per darle un’idea del disastro che abbiamo subito – conclude Carrà – le ricordo che la viabilità fra Vercelli e Novara è completamente da ripristinare e momentaneamente le due città sono collegate solo dall’autostrada. Si riscontrano inoltre lesioni alle strutture del Canale Cavour che, se non verranno prontamente ripristinate, potrebbero compromettere l’irrigazione nel Novarese».
E pensare che la campagna riso era iniziata “col sorriso” in conseguenza di una forte riduzione degli stock, specie nel periodo del lockdown, che lasciava ben sperare per la collocazione e il prezzo del prodotto...