SPECIALE DIFESA CEREALI

I supporti alle decisioni contro le malattie fogliari

Cambia il clima e la coltura anticipa (molto). Modelli previsionali sempre più determinanti nelle strategie di protezione integrata

Il 2014 forse rappresenterà un anno di cambiamento fondamentale per la coltivazione del frumento in Italia. Le abbondanti precipitazioni dell’autunno scorso e di questo inizio 2014, ma soprattutto le temperature miti che ci hanno accompagnato fino ad oggi hanno portato ad una consistente accelerazione della crescita della coltura e ad un consistente anticipo vegetativo rispetto a quanto siamo abituati ad osservare normalmente. Le varietà più precoci hanno in pratica finito di accestire a metà febbraio e alla fine di febbraio erano già in fase di levata avanzata. Ciò non dovrebbe meravigliarci più di tanto. Importanti studi avevano già pronosticato che il cambiamento climatico in atto avrebbe avuto forti conseguenze ecologiche, sanitarie, economiche e sociali nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Entro il 2050, infatti, èprevista una riduzione del ciclo vitale sia del grano duro che di quello tenero. Negli ultimi anni, infatti, a parità di varietà, si è assistito ad un continuo anticipo della trebbiatura. Quest’anno il trend è già evidente, con un anticipo della stagione di circa 20-30 giorni rispetto al 2013.

Tuttavia, così come il clima influenza la coltura del grano, alla stessa maniera è in grado di influenzare lo sviluppo degli agenti patogeni in grado di attaccarlo. Fra le principali malattie crittogamiche che gli agricoltori si trovano a dover affrontare, vi sono la fusariosi della spiga (Fusarium spp. e Microdochium nivale), ormai diventata la “malattia chiave” per le implicazioni di carattere igienico-sanitarie, le ruggini (Puccinia striiformis, P. triticina e P. graminis), l’oidio (Blumeria graminis f.sp. tritici) e, negli ultimi anni, la septoriosi (Septoria tritici e Stagonospora nodorum).

Fusariosi della spiga

Negli areali del Italia del Nord, la malattia è causata da diverse specie fungine appartenenti ai generiFusarium e Microdochium. Oltre a M. nivale, sono quattro le specie fungine appartenenti al genere Fusarium (F. graminearum, F. culmorum, F. avenaceum, F. poae) responsabili, di questa malattia. Viene rilevata in tutti gli areali di coltivazione del frumento, ma le infezioni più pericolose sono state osservate soprattutto in diverse regioni del Nord Italia e in alcune aree di coltivazione dell'Italia centrale. La fusariosi della spiga è causa di danni sia quantitativi, ma ancor più qualitativi (ridotto contenuto di proteine, ma soprattutto contaminazione da micotossine), sulla resa in granella.

Il complesso di funghi che causano la malattia svernano sui residui colturali e rappresentano la principale fonte di inoculo. Dalle sorgenti di inoculo, i conidi vengono veicolati dagli schizzi di pioggia, a più riprese, dalle foglie prossime al terreno fino alle spighe. Su queste, in presenza di persistenti bagnature, i conidi germinano invadendo i fiori, le glume e la spiga.

In genere attacchi precoci compromettono totalmente la formazione della cariosside, mentre attacchi del fungo più tardivi o di gravità apparentemente inferiore possono far sembrare la granella infetta apparentemente sana. La manifestazione di questa sindrome è legata sia all'inoculo conservato sui residui colturali, sia a particolari condizioni ambientali (elevata umidità, abbondanti precipitazioni) che si possono verificare a partire dalla fioritura fino alla maturazione latteo-cerosa delle cariossidi. Il trattamento va eseguito nella fase di spigatura o, meglio ancora, di fioritura (20% di emissione delle antere), anche se, in annate particolarmente piovose, non risulta sempre sufficiente. Sia gli attacchi di Fusarium che lo sviluppo di micotossine, DON in particolare, sono influenzati dalle condizioni climatiche.

Oidio o mal bianco

L’oidio (Blumeria graminis f.sp. tritici) è diffuso in tutte le aree cerealicole italiane, soprattutto quelle più ventilate e prossime ai litorali. La malattia è in grado di svilupparsi già dalla fase di accestimento, manifestandosi con maggior virulenza nel periodo compreso tra la levata e la spigatura se le condizioni climatiche decorrono favorevoli. Il patogeno sverna come micelio o come cleistotecio sui residui colturali o su altre piante ospiti. Quando le temperature iniziano a salire in primavera, il micelio produce velocemente le spore che sono in grado di germinare in concomitanza di elevata umidità relativa (85-100%) ed un vasto range termico (da 5 °C a 30 °C con valori ottimali intorno ai 15 °C). In condizioni favorevoli il fungo compie un ciclo infettivo in pochi giorni e, essendo capace di produrre molte spore, è potenzialmente capace di originare molti cicli secondari che portano a in­crementi molto rapidi dei sintomi sulla pianta. Quando le condizioni sono meno favorevoli le epidemie proseguono più lentamente fino ad arrestarsi in presenza di piogge persistenti. Gli attacchi di oidio in primavera sono favoriti da alti livelli di fertilizzazione azotata e da semine ritardate. Negli areali del nord Italia, negli ultimi anni, in genere gli attacchi risultano tardivi e quasi mai arrivano a danneggiare la foglia bandiera e la spiga.

Ruggine gialla

La ruggine gialla (Puccinia striiformis) o delle glume è circoscritta ad alcune aree e si manifesta soprattutto su varietà sensibili di frumento tenero, in quanto il frumento duro sembra essere più tollerante. Tra le ruggini del frumento è la più precoce, in quanto compare, in genere, da fine accestimento a inizio spigatura grazie a cardinali termici inferiori rispetto alle altre ruggini. Nei nostri areali, in seguito al riscaldamento globale, la sua comparsa, in forma epidemica, è destinata ad avvenire sempre più sporadicamente, anche se potenzialmente è in grado di arrecare alla coltura ingenti danni. Quando il patogeno, oltre alle foglie, colpisce la spiga, causa perdite di produzione che possono arrivare al 40%. Tali gravi epidemie sono di solito associate anche alla presenza di varietà suscettibili. Esistono forme distinte del fungo specifiche per ogni specie di cereale e, all’interno delle forme di P.striiformis esistono razze in grado di attaccare solo certe varietà.

Ruggine bruna

La ruggine bruna (Puccinia triticina) per frequenza e durata è una delle malattie più pericolose del frumento, anche se le epidemie, generalmente non sono mai disastrose. Condizioni ottimali per l’infezione oscillano tra 15 °C e 22 °C e umidità relativa prossima alla saturazione. In quasi tutte le aree cerealicole del nostro Paese il patogeno ha sempre trovato condizioni climatiche favorevoli al suo sviluppo. Solamente in quest'ultimo decennio è stata osservata una certa riduzione della sua frequenza e intensità, probabilmente legata, da una parte, ai cambiamenti delle condizioni climatiche e, dall'altra, alla scarsità dell'inoculo primario. In pianura padana, la malattia desta preoccupazione solo negli areali più prossimi al mare e soprattutto per le varietà più tardive di grano duro che vi sono coltivate.

Septoriosi

La malattia, provocata da due specie distinte, talvolta entrambe presenti sulle stesse piante, Septoria tritici (o Mycoshaerella graminicola) e Stagonospora nodorum, è comunemente presente nei nostri areali cerealicoli. Tuttavia negli ultimi 6 anni negli areali cerealicoli del centro-nord Italia si è osservata una certa recrudescenza della malattia, particolarmente su grano duro. Ciò in parte è dovuto all’introduzione di varietà di frumento non particolarmente tolleranti l’avversità, in parte ad andamenti climatici primaverili caratterizzati da prolungati eventi piovosi e da temperature miti. La malattia si diffonde dalle foglie basali alla foglie più giovani mediante gli schizzi di pioggia, specialmente quando la 3a o la 4a foglia si sovrappongono alle foglie più giovani nel momento delle loro emergenza.

La malattia, nei casi più gravi, può arrivare a decurtare anche il 50% della produzione, specialmente in annate particolarmente favorevoli al patogeno e in seguito alla predominanza di varietà suscettibili coltivate (per esempio S.Carlo e Saragolla). La gravità delle infezioni dipende dagli eventi piovosi che si susseguono tra la fase di crescita che va dal 2° internodo (GS 32) fino all’inizio della fioritura. Normalmente più eventi piovosi si susseguono a partire da questa fase, più il rischio di septoriosi è alto. Generalmente la fase più a rischio avviene di norma ritardata alla comparsa della foglia bandiera (GS 37-39).

Difesa

Negli areali del centro-nord Italia, per massimizzare le rese, specialmente su grano duro, è necessario intervenire in due epoche principali. Nella fase di levata (T1 - negli areali del centro nord da metà a fine aprile) per contenere la septoriosi e contemporaneamente l’oidio e nella fase di spigatura (T2 - mediamente nella prima o seconda decade di maggio in funzione delle diverse varietà) per contrastare la ruggine bruna, fusariosi della spiga e mantenere il livello di contaminazione da micotossine al di sotto del valore posto dalla normativa europea. Al contrario, su grano tenero, di per se già meno suscettibile alla fusariosi e alla septoria, su varietà meno sensibili, coltivate in areali meno favorevoli alle malattie, il controllo della avversità può essere raggiunto integrando le corrette pratiche agronomiche con un solo trattamento in fase di levata. È importante tuttavia, sia su frumento tenero che duro, che il trattamento non sia troppo anticipato (per esempio contemporaneo al diserbo nella fase di accestimento) in quanto si rischierebbe, con un andamento particolarmente favorevole alla septoriosi, di trovarsi scoperti nella fase di emissione dell’ultima foglia bandiera, che risulterebbe pertanto non sufficientemente protetta.

Nella prima fase la scelta dei principi attivi maggiormente efficaci ricadranno sulle miscele di strobilurine (azoxystrobin, pryraclostrobin, trifloxystrobin, picoxystrobin) e triazoli, mentre nella seconda i principi attivi più performanti vanno ricercati fra i triazoli, fra i quali tebuconazolo ma, soprattutto, protioconazolo (non impiegabile in produzione integrata). Altrettanto valide risultano le miscele di triazoli con procloraz. In T1 è da segnalare l’entrata in commercio della miscela di bixafen (appartenente alla nuova famiglia chimica degli ISDH)+tebuconazolo (non impiegabile in produzione integrata), interessante oltre che per l’efficacia, anche nell’ottica della riduzione del rischio di comparsa di ceppi resistenti alle uniche due famiglie chimiche ormai disponibili (triazoli e strobilurine).

I modelli previsionali

Un importante strumento alle decisioni riguardo al corretto posizionamento dei trattamenti fungicidi su frumento è rappresentato dai modelli previsionali, indicati tra l’altro fra gli strumenti da fornire a tecnici ed agricoltori per rendere applicabile la Produzione Integrata secondo quanto specificato dal Piano d’Azione Nazionale, in base alla Direttiva europea sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari n. 128/2009.

Un modello, in senso generale, è uno strumento matematico in grado di rappresentare al meglio un evento, in funzione di una o più variabili. Nello specifico, i modelli previsionali in questione, fanno uso di informazioni in entrata di tipo climatico, biologico, agronomico, che vengono elaborate per poter ottenere in uscita indicazioni a carattere previsionale di un possibile rischio epidemico della coltura interessata, in modo tale da consentire l’intervento fitoiatrico tempestivamente prima che la malattia diventi incontrollabile o determini perdite di produzione significative. Per le avversità del frumento la Regione Emilia-Romagna si avvale di modelli previsionali in grado di fornire, nell’ambito di un Servizio di Avvertimento territoriale, informazioni circa lo sviluppo epidemico di septoriosi, fusariosi della spiga, oidio, ruggine gialla e bruna, in modo tale da razionalizzare gli eventuali interventi chimici a sua difesa. Le informazioni su rischio epidemico scaturite dai modelli previsionali vengono utilizzate per la redazione dei Bollettini di produzione Integrata.

Gli autori sono del Servizio Fitosanitario – Regione Emilia-Romagna

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I supporti alle decisioni contro le malattie fogliari - Ultima modifica: 2014-05-12T00:00:00+02:00 da Redazione Terra e Vita
I supporti alle decisioni contro le malattie fogliari - Ultima modifica: 2014-05-12T10:35:56+02:00 da Redazione Terra e Vita

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