La situazione del comparto del pomodoro da mensa sembra essersi consolidata negli ultimi anni. La struttura produttiva, infatti, è sostanzialmente basata su una superficie in pieno campo attorno ai 19mila ettari ed una in serra che si colloca a circa 7.000/7.500 ha a seconda dell’andamento delle scelte colturali. Anche nel 2015 i dati indicano che l’estensione della coltura si è mossa in questo ambito, con una lieve ripresa della superficie sia in pieno campo sia in serra rispetto al 2014 che, a sua volta, aveva recuperato sul biennio precedente.
Nel 2015 l’andamento meteo, con un’estate che ha tardato un po’ a manifestarsi, ma poi è stata lunga e con temperature elevate, ha avuto importanti riflessi sul pomodoro da tavola, una produzione che è sensibile all’andamento del tempo sul versante dell’offerta e su quello della domanda.
La campagna 2016 tarda a mostrare il suo volto definitivo. Dopo un inverno mite e asciutto, che di fatto è stato un lungo autunno, sembrava che si preannunciasse un’estate molto calda e invece la primavera è stata nella norma mentre maggio è fra i più freddi e piovosi degli ultimi dieci anni e giugno, in particolare al nord, nella prima metà è stato anch’esso con temperature poco elevate e tempo perturbato.
Le quotazioni, nonostante il contesto incerto si mantengono basse, in linea con la generalità delle produzioni e la domanda tarda a manifestare la tradizionale ripresa che poi si estende ai mesi di luglio e agosto.
La dinamica produttiva
La superficie a pomodoro da mensa in pieno campo nel 2015 si è attestata a circa 18mila ettari, leggermente al di sotto dell’anno precedente, ma in linea con il periodo recente e superiore al minimo di 16mila del 2012 (fig. 1). La quantità prodotta nel 2015 è stata pari a circa 575mila t grazie all’andamento meteo ed all’incremento delle rese produttive. Questo quantitativo è il più elevato dell’ultimo triennio.
…
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 27/2016 L’Edicola di Terra e Vita