Si è svolto a Legnaro, in provincia di Padova, l’Agri Startup Day 2018 promosso da Veneto Agricoltura, Galileo Visionary District e Start Cube – Incubatore Universitario d’Impresa, dedicato alle startup che fanno innovazione in agricoltura.
Cinque le realtà innovative operanti in agricoltura che sono state presentate all’iniziativa di Veneto Agricoltura; in questo articolo ne presentiamo tre (le rimanenti due nel prossimo numero della rivista):
- Archetipo che si occupa di monitoraggio ambientale per l’agricoltura di precisione;
- Diflora srl laboratorio di micropropagazione di piante che si avvale di tecniche innovative;
- Envicom Associati che offre servizi legati alla geologia ambientale, alla pianificazione e alla progettazione e valorizzazione.
1. Archetipo - I droni per la precision farming
Archetipo srl è una startup specializzata nello sviluppo e nell’applicazione di servizi mediante l’utilizzo di droni. È stata fondata nel 2015 dall’idea di cinque archeologi professionisti, specializzati nel campo dello scavo archeologico e dell’archeologia preventiva, dei servizi topografici, del rilievo e modellazione 3D, dei sistemi di rilevamento tramite aeromobili a pilotaggio remoto (Sapr) applicati alla valorizzazione del patrimonio culturale e al monitoraggio ambientale.
I soci hanno indirizzato le specifiche competenze verso lo sviluppo di nuovi sistemi di telerilevamento per ottimizzare il rilievo e la rielaborazione di dati e immagini.
Archetipo opera in diversi settori svolgendo lavori di rilievo di alta precisione (architettonico, topografico e di infrastrutture), di monitoraggio territoriale e ambientale.
Una delle attività che sta riscuotendo sempre maggiore interesse riguarda i servizi di telerilevamento per l’agricoltura di precisione. Evidenzia Antonio Persichetti, responsabile commerciale e del telerilevamento di Archetipo: «Tramite l’utilizzo di droni equipaggiati di sensori multispettrali e termici realizza mappature estremamente dettagliate dello stato vegetativo delle colture che consentono di ottimizzare gli interventi in campo. Le immagini ad alta risoluzione, acquisite mediante voli a bassa quota, vengono rielaborate da software specifici che estrapolano indici vegetativi sintetici legati al vigore della coltura. Dai dati multispettrali si producono mappe tematiche in formato digitale rappresentanti la variabilità del vigore vegetativo della coltura (biomassa, tasso di clorofilla, densità fogliare). Da queste – prosegue Persichetti – si ricavano le mappe di prescrizione che possono essere caricare su macchine operatici automatizzate Vrt dotate di Gps integrati che assegnano una quantità di trattamento (concime, fertilizzante, acqua) differenziata a seconda delle specifiche zone di vigoria. Il processo, programmabile con facilità ed in tempi brevissimi, consente un risparmio nell’utilizzo di prodotti agronomici e garantisce una considerevole riduzione dei costi».
Il team di Archetipo lavora, in agricoltura, in tutta Italia, principalmente con consorzi e con grandi aziende che investono in innovazione e hanno sensibilità sulla sostenibilità ambientale.
«In base alla riflettanza della vegetazione alla luce – precisa il geologo – capiamo se la pianta ha uno stress nutrizionale e, quindi, deve essere concimata o se ha un fabbisogno idrico. In base alla risposta che leggiamo nei nostri sensori, creiamo delle mappe in cui analizzare la situazione. La stessa cosa funziona se le piante presentano una fitopatia».
L’acqua è e diventerà una sostanza sempre più preziosa, pertanto sta aumentando l’interesse per il risparmio sulle risorse idriche. «Sapere come e quando irrigare i terreni e variare la distribuzione dell’acqua sarà il nuovo modo di approcciare le colture – evidenzia Persichetti. In questa situazione – aggiunge - forniamo una tipologia di mappe grazie alle quali possiamo indicare dove irrigare e con quale quantitativo. Ci sono i pivot, nuovi macchinari a distribuzione variabile dell’acqua, che possono attuare sul campo quello che viene tracciato sulla mappa dai nostri dati».
Archetipo collabora con le startup venete Ez Lab ed Envicom oltre che con alcune Università italiane.
2. Diflora - Piante standard con il bioreattore
Diflora è una startup della provincia padovana, in fase di costituzione, che consta di un laboratorio di micropropagazione che sfrutta un bioreattore innovativo per la produzione di giovani piante. L’idea del laboratorio è nata nel 2014 dalla passione per le piante carnivore e le sperimentazioni di Valerio Guidolin di 28 anni, biotecnologo ed esperto di propagazione in vitro, e Sara De Bortoli 29 anni, specializzata in fisiologia vegetale. La tecnica ideata da Diflora, attraverso la costruzione di un bioreattore, permette di ottenere numeri elevati di piante geneticamente identiche, uniformi, esenti da virus e da altri patogeni in poco tempo. Tuttavia, soprattutto per i costi che richiede, la tecnica rimane ancora inaccessibile per molte realtà produttive. Per questo, da sempre, Diflora affianca al tradizionale metodo di propagazione in vitro, la sperimentazione di metodi innovativi volti a ridurre i costi di produzione.
«I risultati positivi finora ottenuti con le piante ornamentali e alcune specie orticole – precisa Valerio Guidolin – hanno suscitato interesse non solo da parte di aziende locali ma anche di produttori internazionali che vorrebbero collaborare con noi per testare e ottimizzare i protocolli su nuove specie». La startup produce una vasta collezione di piante carnivore e si sta specializzano sulla propagazione anche di altre specie. «Il sistema è risultato vantaggioso per alcune specie ornamentali e sono attualmente in corso i test con alcune varietà orticole e frutticole. L’obiettivo è quello di offrire giovani piante micropropagate a prezzi competitivi per poter dare un contributo significativo nel campo dell’agricoltura».
«Abbiamo condotto – prosegue Guidolin – per circa tre anni una fase sperimentale in cui abbiamo testato le nostre tecniche con diverse varietà. Il nostro è un laboratorio che affianca alla micropropagazione la produzione mediante da un bioreattore innovativo. Il bioreattore, che consente di ridurre i costi di manodopera associati alla micropropagazione e allo stesso tempo garantisce piante di qualità superiore, è conveniente per produzione di grandi quantità di piante, dai 10mila, 20mila ma anche 50mila piante, di un solo tipo in cui viene ottimizzata al massimo la crescita e la riduzione dei costi. Questi si possono stimare di circa il 40% che rappresenta il costo della manodopera necessaria per realizzare la propagazione tradizionale».
Diflora si rivolge a produttori, coltivatori e consorzi nazionali e il team ha già e riscontrato grande interesse da parte di alcune filiere produttive.
3. Envicom - Consulenza per il territorio
Lo Studio Envicom Associati nasce nel febbraio 2015 dall’incontro di tre geologi appartenenti a discipline diverse con l’obiettivo di condividere le esperienze di settore e diversificare il servizio di consulenza. L’attività innovativa è legata al rilievo del territorio mediante aeromobili a pilotaggio remoto (droni) che possono essere attrezzati con particolari sensori oltre al visibile come termico, multispettrale e chimico. La startup, attiva dal 2016, è in grado di fornire a chi opera nel settore dell’agricoltura servizi di consulenza, progettazione e realizzazione come approvvigionamento idrico (progettazione di pozzi per acqua; qualità ambientale dei terreni e delle acque (stesura di piani di caratterizzazione ambientale; topografia e pianificazione (creazione e gestione di database geografici); proprietà dei terreni ai fini edificatori. Ma lo studio si occupa anche di altri interventi.
«Ci occupiamo di attività legate alla geologia ambientale e al monitoraggio di fenomeni di dissesto idrogeologico – evidenzia uno dei soci Enrico Busnardo, esperto di geotecnica e geomatica –; parte dell’attività è legata al rilievo del territorio utilizzando i droni poi c’è una parte legata ad aspetti più tradizionali che riguardano le indagini ambientali, caratterizzazione dei terreni, valutazione della presenza o meno di inquinanti e procedure di bonifica per sistemare l’eventuale situazione anomala. Inoltre, l’intervento del nostro studio può essere richiesto prima di costruire una casa o un capannone per conoscere la natura geotecnica dei terreni su cui poggeranno le fondazioni, oppure per pianificare al meglio un intervento urbanistico per cui è necessario attuare una strategia che preveda la ricostruzione del territorio attraverso la raccolta delle informazioni ambientali e la predisposizione di un database cartografico che le renda immediatamente fruibili. Grazie alle prospezioni geofisiche è possibile indagare il sottosuolo dalla superficie per sapere se è possibile eseguire uno scavo senza rischiare di danneggiare eventuali sottoservizi o strutture presenti in profondità».
Come partner per i droni, Envicom si avvale della collaborazione di Archetipo, startup conosciuta all’interno dell’incubatore Galileo Visionary District e Start Cube.
«Da alcune settimane – aggiunge Busnardo – abbiamo ricevuto l’autorizzazione da parte del ministero di Grazia e Giustizia e del Consiglio Nazionale dei Geologi per erogare corsi di formazione certificata. E quindi da quest’anno inizieremo a proporre una serie di corsi riconosciuti a livello ministeriale con crediti formativi a professionisti come geologi, architetti e ingegneri. La nostra attività è trasversale e di conseguenza va a interagire con più tipologie di professioni».
La clientela dello studio Envicom è molto varia e può andare dal singolo agricoltore, a società ed enti pubblici. «Copriamo tutto territorio nazionale – conclude il geologo – con sedi distaccate a Roma, Avellino e in Trentino che ci permettono una migliore copertura del territorio nazionale».