Il pomodoro, sia in serra sia in pieno campo, presenta una gestione fitosanitaria complessa. Il numero dei parassiti ha registrato infatti in questi ultimi anni un incremento a seguito dell’individuazione di nuove specie come la nottua mediterranea (Spodoptera littoralis) e la tignola (Tuta absoluta), ma anche per il consolidarsi della dannosità delle diverse specie già presenti.
Gli afidi causano gravi infestazioni soprattutto in ambiente protetto. Si localizzano su foglie e apici vegetativi dove determinano deformazioni e arricciamenti, in seguito l’intera pianta evidenzia segni di deperimento. Il danno va anche associato all’abbondante emissione di melata sulla quale si ha sviluppo di fumaggine e ai numerosi virus, trasmessi in modo persistente e non, tra cui il mosaico del cetriolo (CMV) e il virus Y della patata (PVY).
Gli aleurodidi vivono principalmente sulla pagina inferiore delle foglie e si nutrono di linfa. Tra le specie più dannose: Bemisia tabaci e Trialeurodes vaporariorum. I danni sono correlati alla loro attività alimentare: sottraggono linfa e determinano ingiallimenti fogliari, deperimento e disseccamento delle piante attaccate, a cui va associata la produzione di melata sulla quale si sviluppa la fumaggine. Inoltre la specie Bemisia tabaci è in grado di trasmettere numerosi virus, tra cui l’accartocciamento fogliare giallo (TYLCV).
Le larve delle minatrici fogliari scavano gallerie lungo le nervature fogliari. Quando le mine sono numerose le foglie infestate tendono a disseccare.
Diverse specie di tripidi infestano il pomodoro. I danni prodotti da Frankliniella ossidentalis e Thrips tabaci sono di tipo diretto e indiretto (virus della bronzatura del pomodoro -TSWV).