La passata stagione 2013-14, nell’Italia centrale e meridionale, ma anche negli areali cerealicoli della pianura padana, sono state osservate infestazioni di ruggine bruna ma anche alcuni focolai di ruggine gialla (causata da Puccinia striiformis), una patologia fungina che si presenta in forme distinte a seconda del cereale infettato. Le infezioni interessano sia i teneri che i duri (probabilmente anche il triticale) e in maniera molto inferiore gli orzi. Anche in questo caso ciò è da mettere in relazione con le condizioni climatiche invernali miti che hanno da un lato favorito lo sviluppo dei basidiomiceti patogeni, ma dall’altra anche al forte anticipo vegetativo della coltura del frumento, in certe aree con anticipi addirittura di un mese.
Tra levata e spigatura
La ruggine gialla o delle glume è presente nel nostro Paese spesso in forma latente, è circoscritta ad alcune aree e si manifesta soprattutto su varietà sensibili di frumento tenero, mentre il frumento duro sembra essere più tollerante. Tra le ruggini del frumento è la più precoce, in quanto compare, in genere, tra fine levata e spigatura sviluppandosi soprattutto sulle foglie, ma in grado di infettare anche la spiga. In coincidenza di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo del fungo si possono avere forti epidemie. Durante la sporulazione il fungo provoca aumento della respirazione e riduzione dell’attività fotosintetica, la disidratazione dei tessuti e il successivo loro disseccamento. La sua comparsa, in forma epidemica, avviene generalmente ogni 5-6 anni. Sugli organi colpiti compaiono pustole di colore giallo (uredosori), di aspetto polverulento, che nelle foglie sono disposte in file parallele alle nervature e nella spiga sono presenti sulla superficie ventrale delle glume. Col tempo sulle guaine si formano i teleutosori, di colore marrone scuro, che al loro interno contengono le teleutospore, bruno scure.
La “carestia” del 2001
Le condizioni ottimali per la germinazione delle spore, la loro penetrazione, e la produzione di nuove spore che verranno disperse dal vento, si identificano con una temperatura di 10-15 °C, 3 ore di bagnatura fogliare e una umidità relativa dell’aria prossima alla saturazione. Sebbene esistano dei ceppi tolleranti alla alte temperature, il fungo viene generalmente inibito da temperature superiori a 23 °C. Un ciclo completo può compiersi anche in soli 7 giorni, ripetendosi quindi anche più volte nella stessa stagione. Il patogeno è tutt’altro che da sottovalutare perché causa danni quali-quantitativi e in presenza di attacchi precoci può compromettere anche la raccolta. II danno alla produzione è di tipo sia qualitativo che quantitativo. Quando il patogeno, oltre alle foglie, colpisce la spiga, causa perdite di produzione che possono arrivare al 40%, come avvenne in Italia nel 2000-2001 su alcune varietà (particolarmente sensibili) di frumento tenero. Esistono forme distinte del fungo specifiche per ogni specie di cereale e, all’interno delle forme di P.striiformis esistono razze in grado di attaccare solo certe varietà. La pressione della malattia è in costante aumento specialmente in Usa e nel Nord Europa.