Un passo avanti per i costruttori di trattori specializzati. Così va letto ciò che è successo a Bruxelles il 15 settembre quando sono stati appovati dal Parlamento europeo due emendamenti (relatrice l’italiana Elisabetta Gardini) che possono aprire nuovi orizzonti sull’annosa questione della normativa motori per i trattori specializzati.
La richiesta dei costruttori era nota: la normativa per l’adeguamento dei motori alla Fase IV è troppo stringente, troppo costosa e, nella sostanza inapplicabile, per i motori specialistici, i vigneto-frutteto per intenderci.
Fino ad ora tuttavia sulle tante richieste di proroga, modifica, annullamento nei palazzi comunitari si erano fatte orecchie da mercante e l’entrata in vigore (2017) della normativa si stava avvicinando a passi lunghi e ben distesi.
Ma il panorama è cambiato, tanto che da essere considerato in maniera molto più positivo dai costruttori di FederUnacoma, che con l’associazione dei trattoristi (Assotrattori) aveva chiesto a più riprese interventi specifici.
«Gli emendamenti, auspicati dalle industrie costruttrici di macchine agricole – si legge in una nota della stessa FederUnacoma – sono stati in parte approvati lasciando margine per una positiva evoluzione della vicenda. Dei tre emendamenti – che miravano ad ottenere per i trattori specificamente adibiti alle lavorazioni nei vigneti e nei frutteti una diversa tempistica nell’applicazione del nuovo regolamento sul trattamento dei gas di scarico – due sono stati approvati, e uno non ha invece raggiunto il quorum necessario».
Ma cosa si chiedeva? Il primo emendamento approvato impegna la Commissione Europea a effettuare ulteriori analisi prima di estendere il Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali ai trattori “stretti”. Di fatto, continua FederUnacoma - si riconosce la difficoltà oggettiva a collocare nei cofani di questi trattori i voluminosi dispositivi per il trattamento dei gas di scarico».
Il secondo emendamento approvato dispone che i trattori “stretti” attualmente sul mercato siano riprogettati ex-novo solamente all’entrata in vigore del nuovo Regolamento, evitando in questo modo di apportare alcune modifiche parziali imposte da una brevissima fase intermedia. Il terzo emendamento, che puntava ad una ulteriore proroga nell’attuazione dei provvedimenti, non è passato.
Nella sostanza si fa sempre più strada la possibilità di un ‘salto di Fase’. Non si adeguano i trattori e non si sostengono i costi per la Fase IV (molto ravvicinata come tempistica) e si passa a progettare e realizzare le nuove macchine direttamente per essere in linea con la Fase V, che ha come dead-line il 2020. O, nell’interpretazione/auspicio di qualcuno, addirittura il 2022.
«Un risultato – continua FederUnacoma – quello ottenuto a Bruxelles, che tiene in pista la questione, lasciando margini per una soluzione normativa realmente sostenibile per le industrie costruttrici. La procedura legislativa prevede, a questo punto, la fase di negoziazione finale tra i rappresentanti di Parlamento Europeo, Consiglio dell’Unione Europea e Commissione Europea (Trilogo). La discussione si concluderà presumibilmente a dicembre 2015 con l’approvazione finale del Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali».
«Tre mesi ancora, dunque – concludono i costruttori – per convincere il legislatore europeo in merito alle esigenze di carattere sia tecnico che industriale delle aziende produttrici di trattori “stretti”, e quindi per evitare il rischio di un danno irreversibile per questo comparto strategica della meccanica italiana»..
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