Il grano, specie al Nord, in genere non ha bisogno d’irrigazione in quanto il suo ciclo, normalmente, coincide con il periodo più piovoso dell’anno, ma nel 2011 non è stato così.
Così, chi ha irrigato prima che la coltura giungesse in stress idrico nella fase di prefioritura ha buone possibilità di ottenere una buona produzione, per gli altri invece si può presentare qualche problema...
«Naturalmente bisogna irrigare usando la testa – ci spiega Enrico Bortolin, agricoltore di Costa di Rovigo (Ro) –. Chi ha irrigato 15 giorni fa (intervista fatta il 20 maggio), prima della fioritura del grano (dal 15 aprile al 1° maggio), ha fatto un ottimo investimento, mentre chi irriga oggi rischia di sprecare i suoi soldi. Dalle nostre parti sono 40 giorni che non piove in maniera significativa e lo stress idrico in fioritura ha rischiato di far crollare le produzioni ».
Per questa irrigazione di soccorso il metodo più utilizzato è stato il rotolone, ma sicuramente le chance migliori le hanno avute gli agricoltori che disponevano in azienda di pivot e ali mobili. «Il pivot – ci conferma Bortolin – è il metodo irriguo che meglio si presta a questo tipo d’intervento. Tenendo conto dell’andamento meteorico i possessori di pivot ritengo che, se lo hanno usato correttamente siano potuti intervenire per tempo salvando la produzione. Sono comunque Fitosanistati utilizzati tutti i sistemi irrigui, compresa la subirrigazione. La subirrigazione però è un sistema che prevede l’intervento in anticipo sullo stato di stress e quindi mal si presta ad irrigazioni di soccorso.
Per quanto riguarda invece gli effetti sulla tipologia varietale «i risultati – commenta Bortolin – li sapremo a luglio. La cosa certa è che le varietà precoci hanno avuto necessità di essere irrigate prima ».
Chiaramente chi si aspettava di produrre 7 t/ha, dopo aver eseguito la concimazione e tutti i trattamenti necessari, se non vuol vedere vanificate le sue aspettative e i suoi investimenti deve considerare anche l’irrigazione come un intervento colturale indispensabile. Quindi avrebbe già dovuto aver irrigato.
«Un’irrigazione che distribuisce 40 mm di pioggia ha un costo di circa 100 € pari, più o meno a 4-5 quintali di produzione (comprendendo in questa spesa quella dell’acqua del gasolio, dell’ammortamento e della manodopera) – aggiunge Bortolin –. È chiaro che se poi il giorno dopo piove questi soldi sono buttati via, ma l’agricoltore deve imparare a fare le sue corrette valutazioni se vuole rimanere competitivo».
Una cosa deve essere chiara: l’irrigazione sul grano non serve per incrementare la produzione ma va fatta per evitare che questa crolli inesorabilmente a causa della siccità.
«Irrigando il grano non è che posso sperare di passare dai 70 quintali previsti a 73 – avverte Bortolin – ma posso sicuramente mantenere, anche in condizioni climatiche sfavorevoli, una produzione di 60 quintali senza che questa crolli inesorabilmente a 40...».
Dunque, anche se è vero che l’energia costa sempre di più, è anche vero che il prezzo del grano è troppo interessante per lasciare che la produzione venga fortemente limitata dalla mancanza di pioggia.
Evitando lo stress idrico in prefioritura si possono salvare le rese
Grano, acqua solo quando serve
Il costo di un’irrigazione di soccorso di 40 mm corrisponde al valore di 4-5 q di produzione
Sono sicuramente da aprazzerpea iniziative di questo tipo che uniscono la risoluzione di un problema (evaporazione delle acque) ad una maggiore attenzione per un futuro eco-sostenibile.