«Che la campagna primaverile di concimazione non sia andata bene ormai è un dato di fatto – afferma Mario Puccioni, presidente del Gruppo concimi minerali di Assofertilizzanti –. Fra l’altro è iniziata ai primi di febbraio invece che a metà gennaio e già questo ritardo ha avuto un effetto negativo non da poco. Il calo complessivo del mercato dei concimi minerali è stato di circa il 30%. Più nello specifico: del 40% per i potassici, del 30% per i fosfatici e, per motivi agronomici, solo del 10-15% per gli azotati. Non dimentichiamoci, però, che noi facciamo i conti sul 2008 che, per una serie di motivi, è stato un anno eccezionale, “drogato” da una serie di eventi; se infatti ci rapportiamo al 2007 il crollo si ridimensiona un po’...».
«Nel 2008 nel mondo, come ad esempio in Australia, ci sono stati raccolti pessimi e i prezzi alti dei cereali hanno trainato anche quelli dei concimi (che comunque venivano acquistati lo stesso perché ripagati dalle produzioni) – continua Puccioni–. Il più importante fattore di traino, infatti, sono le grosse colture cerealicole e, oggi, anche quelle energetiche. Alla fine, però, i bassi prezzi dei cereali hanno spinto tutto di nuovo verso il basso...».
A quando risale una situazione analoga?
«Una situazione come quella di quest’anno sembra non avere precedenti. Io ho 39 anni e non ricordo niente di analogo. Forse l’unico anno un po’ particolare è stato il ’73 che, come mi è stato riferito, in conseguenza dello shock petrolifero ha visto schizzare i pressi alle stelle».
Quali fattori hanno portato all’attuale situazione?
«L’elevata domanda mondiale che ha fatto lievitare a dismisura i prezzi si è rilevata non reale. Il crollo del prezzo dei cereali, inoltre, ha fatto sì che l’eccessivo prezzo dei concimi rendesse non economiche alcune concimazioni. Infine la crisi economica ha dato il colpo di grazia in termini di accesso al credito e fiducia. Tuttavia, per reintegrare le dotazione dei terreni, adesso che i prezzi si sono abbassati, è necessario intervenire al più presto....».
Che cosa si può prevedere per la campagna autunnale?
«Prevedere l’andamento della campagna autunnale non è semplice: ci vorrebbe la sfera di cristallo dei chiaroveggenti... Una cosa è certa: i vari attori del comparto, e in special modo gli importatori, sono stracarichi di prodotto. Questo potrebbe portare ancora ad un eccesso di offerta e a un ulteriore calo dei prezzi».
«La tendenza – continua Puccioni – sarà ancora quella di fare acquisti all’ultimo minuto sia da parte dei commercianti che dagli agricoltori. E questi saranno incentivati a fare acquisti consistenti solo se, come ci si auspica, il prezzo dei cereali tornerà a crescere».
E in prospettiva?
«In prospettiva – spiega Puccioni – si potrà tornare sui volumi del 2007, magari con un caduta fisiologica dell’12%. Anche il 2010 potrebbe essere un anno con qualche sofferenza, ma con il 2011 dovremmo tornare a una certa normalità, sia pure con un riposizionamento del mercato al ribasso».
«Non dobbiamo dimenticarci in questo periodo che diversi produttori hanno operato drastiche riduzioni della capacità produttiva (sospendendo l’attività in alcuni impianti, magari per fare ricorso alla manutenzione, utilizzando la cassa integrazione ecc.) – aggiunge –. Qualcuno ha anche ipotizzato la dismissione di qualche impianto. In qualche paese, come la Spagna, alcuni importatori sono falliti».
«Vorrei aggiungere un’ultima cosa: – conclude Puccioni – in questi ultimi mesi gli importatori si sono scatenati per cercare di riempire i buchi causati dal fermo produzione pensando di collocare il prodotto sul mercato. Sono invece andati a immobilizzare quantità di concimi in eccedenza rispetto all’effettiva richiesta».
MEGLIO GLI ORGANICI
«La campagna primaverile di concimazione del 2009 è stata più breve rispetto agli anni scorsi, condizionata da una piovosità abbondante e inusuale che ha in parte limitato le possibilità di fertilizzazione da parte degli agricoltori. Iniziata in febbraio, ai primi spiragli di bel tempo, è finita da poco – spiega Giorgio Cappellari, presidente del Gruppo fertilizzanti OrganoMinerali, Organici Ammendanti e Substrati di Assofertilizzanti –. Ciò nonostante la vendita di fertilizzanti organici, organominerali e ammendanti ha fatto registrare una diminuzione in quantità meno accentuata e profonda come invece è accaduto per i fertilizzanti chimici minerali. Le minori oscillazioni di prezzo riscontrate nel 2008 e in questi primi mesi del 2009, l’economicità in generale dei fertilizzanti organici, organominerali e ammendanti hanno fatto sì che comunque, anche se condizionata dal maltempo, non si sia avuta una riduzione importante delle quote di vendita. Anzi per taluni prodotti quali ad esempio i fertilizzanti liquidi si sono avuti degli incrementi di vendita».
Quali sono, a suo parere, i fattori che hanno maggiormente influenzato il mercato nell’ultima stagione?
«Se parliamo in termini generali di vendita di fertilizzanti – continua Cappellari – posso pensare sono stati fondamentalmente quattro.
1) I prezzi delle produzioni agricole sono crollati dopo un momentaneo periodo in cui quotazioni elevate avevano illuso gli agricoltori che fosse iniziata una nuova era per il settore primario.
2) Una lunga stagione piovosa iniziata in novembre e terminata fino ai primi di marzo, che abbinata al rallentamento dei consumi dovuti alla crisi economica mondiale ha indotto rivenditori ed agricoltori a non acquistare.
3) Una riduzione sostanziale delle vendite è dovuta anche al fatto che sono stati selezionati i clienti per ovviare al rischio di insolvenza. Molti punti vendita, cooperative, consorzi agrari, agricoltori non sono stati serviti, o sono stati serviti poco, per il venire meno della loro capacità di reddito e quindi della presunta incapacità di far fronte a nuovi impegni commerciali.
4) Una parte di agricoltori, infine, ha fertilizzato meno!».
Che cosa prevede per la prossima campagna autunnale e quale trend si potrebbe verificare nei prossimi anni?
«Penso che per tutto il 2009 ci saranno ancora consumi ridotti ma, ripeto, con trend meno negativi per i fertilizzanti organici, organominerali, ammendanti e liquidi che hanno qualità intrinseche e appeal molto forti negli agricoltori – sostiene Cappellari –. Tutto dipenderà comunque dalle quotazioni che raggiungeranno i cereali, le proto oleaginose, frutta e verdura sui mercati agricoli estivi e autunnali. Se le remunerazioni saranno mediamente buone vi sarà più ottimismo, più certezza nelle prospettive future e maggior coscienza negli agricoltori a fertilizzare in base alle necessità delle colture. Nel 2010 credo ci sarà una ripresa che porterà ad un aumento dei consumi dei fertilizzanti in generale, in quanto comunque dai dati che vengono continuamente diffusi, le produzioni agricole dovranno aumentare per soddisfare i maggiori fabbisogni alimentari (vedi numeri del prossimo G8 di Treviso). Inoltre penso che le quotazioni dei cereali cresceranno a seguito delle minori semine che si sono avute nei paese dell’Est».
Come si stanno muovendo i produttori per fronteggiare la crisi e per riallinearsi ai nuovi trend che si stanno delineando?
«Vi saranno diverse posizioni dovute al tipo di fertilizzanti prodotti. Per quanto riguarda i fertilizzanti organici, organominerali si tratterà di razionalizzare la produzione. Non dobbiamo dimenticare che i nostri prodotti sono quelli che in termini di prezzo hanno calmierato il mercato, non hanno avuto gli eccessi di quotazioni a seguito delle carenze di materie prime come successo per altre categorie di fertilizzanti. La particolarità delle nostre produzioni è quasi unica in ambito europeo, data la molteplicità dei prodotti offerti, alle diverse e pregiate materie prime utilizzate e alla sensibilità da sempre dimostrata dagli agricoltori verso questo tipo di fertilizzanti.
Vorrei anche fare una richiesta alle Istituzioni che potrà ridurre il costo in generale dei fertilizzanti: l’adozione del sistema Epal/Europallet obbligatorio nelle consegne di fertilizzanti, come già avviene nei maggiori Paesi industrializzati europei. Tale sistema prevede l’utilizzo di pallet di dimensioni standard europee, valide per tutto il mondo, non più con pallet a perdere con decine e decine di misure diverse ma a rendere. Solo con l’adozione di questo sistema – conclude Cappellari – si potrà avere un risparmio mediamente dell’12% sul costo del prodotto».
CRISI ATTENUATA
Anche secondo Giuseppe Natale, presidente del Gruppo fertilizzanti specialistici di Assofertilizzanti, la campagna primaverile di concimazione, rispetto agli scorsi anni, è stata sotto tono. «Il comparto degli “Specialistici” sembra aver risentito meno della crisi – precisa però Natale. È difficile fare una stima puntuale in quanto nel nostro settore non disponiamo di strumenti di rilevazione dati dimercato. Per alcuni prodotti applicabili in concimazione di copertura o di soccorso come concimi fogliari o fertirriganti si può ancora sperare addirittura in un aumento dei consumi».
Da quanto tempo non si verificava una situazione analoga?
«Opero nel settore da poco meno di 30 anni – aggiunge Natale – e non ne ho memoria di un’annata come questa».
Quali sono, a suo parere, i fattori che hanno portato al verificarsi di questa situazione?
«L’eccesso di rialzo dei prezzi del 2008, insostenibile da parte degli agricoltori, e la caduta dei prezzi delle produzioni agricole hanno inevitabilmente pregiudicato l’andamento dei consumi nella campagna autunnale-primaverile».
Come sarà la prossima campagna autunnale e quale trend si potrebbe verificare nei prossimi anni?
«In accordo al bisogno di aumentare l’output delle produzioni agricole, basti pensare all’aumento della popolazione mondiale e all’uso di alcuni prodotti agricoli per la produzione di energia rinnovabile, il bisogno di fertilizzanti ed altri mezzi tecnici per l’agricoltura dovrebbero aumentare».
Come si stanno muovendo i produttori per fronteggiare la crisi e per riallinearsi ai nuovi trend che si stanno delineando? Sempre che già si possa parlare di nuovi trend già definiti...
«In effetti non sembra esserci nessun trend definito e gli accadimenti di oggi non confermano quelli di ieri nonché quelli prevedibili per il futuro. Il nostro comparto, comunque è già abituato a fronteggiare congiunture difficili. Si cercherà, dunque, di contenere i costi senza tagliare gli investimenti necessari a sostenere lo sviluppo futuro. Questo per quanto riguarda, in particolare, il settore degli “Specialistici” soprattutto quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo».