Da molti mesi ormai, le situazioni internazionali e locali sono estremamente volatili e caratterizzate da fattori non sempre prevedibili. Nonostante ciò possiamo provare a ipotizzare un quadro del mercato dei concimi nei primi mesi del 2013.
Iniziamo dalle variazioni dei prezzi internazionali che ci consentono di fare alcune importanti considerazioni. Ci sono alcuni prodotti (ad esempio il cloruro di potassio – Mop) il cui prezzo subisce solo lievi oscillazioni, sia perché quotato in euro sia a causa di una sostanziale stabilità tra domanda e offerta. Di contro l’urea granulare ha mostrato oscillazioni molto marcate (±25%) che, inevitabilmente, hanno condizionato le scelte al consumo. Si segnala infine che i prezzi di perfosfato triplo e fosfato biammonico sono entrambi diminuiti di oltre il 20% rispetto a 12 mesi fa.
Quando trasferiamo gli scenari dal quadro internazionale a quello locale, dobbiamo rammentare che vi sono alcuni fattori che non consentono di trasporre i prezzi in maniera diretta. Analizziamo in dettaglio i vari settori al fine di meglio inquadrare le scelte agronomiche dei prossimi mesi.
Fosforo, segni di cedimento
Iniziamo dal comparto fosfatici che continua a mostrare, al tempo in cui scriviamo (metà dicembre – NdA), segni di cedimento a livello tanto locale quanto internazionale. Effettivamente la situazione non è facile da gestire; mentre si riescono ad affrontare prezzi in discesa lontano dai picchi dei consumi, la progressiva flessione che ci accompagna dall’estate scorsa, rende realmente complicata l’intera situazione.
Grazie al grafico di fig. 1 notiamo che i prezzi di 18/46 e perfosfato triplo, nel novembre 2011 iniziarono a flettere solo quando le semine autunnali erano concluse e, in ogni caso, la maggior parte degli acquisti era già avvenuta. Al contrario, nel 2012, sin da inizio agosto si è avvertita una marcata instabilità dei prezzi dei fosfatici e l’intera campagna è stata caratterizzata da prezzi cedenti che, appunto, durante la stagione dei consumi creano i maggiori disagi all’intera catena distributiva.
Sul fronte internazionale i produttori sono indecisi se continuare a gestire il mercato in questo modo o se dare un segnale forte per scuoterlo in maniera decisa, più in generale (anche a livello locale) tutti gli operatori della catena sono ormai propensi a non eccedere negli acquisti in attesa della domanda primaverile. Riteniamo che, realisticamente, il prezzo nazionale possa scendere anche se non più di tanto se, come sembra, permarrà la debolezza dell’euro. Di conseguenza solo verso febbraio-marzo ci sarà una ripresa legata all’aumento dei prezzi internazionali in corrispondenza della domanda per le semine primaverili. Nel grafico abbiamo inserito una stima (tratteggiata) delle variazioni nelle prime settimane del 2013.
Azoto, forte ridimensionamento
Non si può parlare di azoto senza ricordare alcune peculiarità del concime più utilizzato in Italia: l’urea. Innanzitutto, a differenza del 18/46 e del perfosfato triplo che sono totalmente d’importazione via mare, abbiamo un produttore locale di concimi azotati e, inoltre, molte nazioni a noi vicine sono in grado di consegnare merce via terra in tempi estremamente rapidi. Inoltre i due tipi d’urea presenti sul mercato (prilled e granulare), favoriscono politiche commerciali diverse e non sempre legate da ragioni logiche o di mercato.
Questi e altri motivi hanno favorito, ad esempio, il brusco ridimensionamento del prezzo nazionale dell’urea prilled, mentre la granulare sembra tenere anche se non si sa per quanto tempo riesca a reggere l’attuale differenza prezzo. Ed è proprio sulle differenze prezzo che si giocano interessanti partite.
Nel grafico di fig. 2 (anche in questo caso le linee tratteggiate sono frutto di una previsione dell’autore) è facile verificare che anche nel 2011 l’anno si chiuse con un forte ribasso seguito, sin dai primi giorni di gennaio, da un consistente rimbalzo verso prezzi via via crescenti sino al picco di maggio 2012. Confrontando l’andamento della curva relativa alla variazione del prezzo del nitrato ammonico, si apprezzano altre differenze.
Se l’urea oggi (metà dicembre – NdA) vale più di inizio 2012, il nitrato ammonico costa meno e solo in caso di aumento di prezzo arriverà a costare quanto costò nella primavera 2012. Ne consegue che la differenza di prezzo tra i due concimi azotati si è ridotta come è facilmente verificabile confrontando il costo delle unità fertilizzanti riportate in tabella.
Il valore dell’azoto ureico è aumentato del 4% in 12 mesi a fronte di una riduzione di circa il 2,5% delle forme azotate presenti nel nitrato ammonico. Ovviamente, il costo in valore assoluto dei nitrati è sempre maggiore, ma il rapporto si è ridotto su livelli più accettabili.
A favore dei nitrati va ricordato che sono i primi concimi azotati a essere impiegati in copertura ai grani e, a oggi, il mercato si prepara ad affrontare l’inverno con poche scorte già collocate lungo la catena distributiva. Resta davvero pochissimo tempo prima che eventuali problemi logistici intasino le consegne e solo con i dati delle semine appena concluse sarà possibile tracciare un quadro sulle aspettative di questa categoria di prodotti. Sempre che, come ipotizziamo, il prezzo dell’urea non scenda troppo e che il nitrato a elevato titolo (33-34) non sottragga mercato proprio quello a basso titolo (26-27) piuttosto che l’urea.
Un’altra differenza di cui tener conto è quella tra i prezzi di urea prilled e granulare. In questo caso dobbiamo fare alcune considerazioni sul mercato internazionale. Ricordiamo che, escludendo la produzione italiana, la maggior parte dell’urea granulare giunge dall’Egitto che è relativamente vicino, ma su cui potrebbe gravare una tassa all’esportazione imposta dal Governo locale al fine di favorire il mercato nazionale. Di contro l’urea prilled arriva da diverse nazioni, alcune distanti (Ucraina, Romania, Russia) talvolta col dazio del 6,5%, altre più vicine (Austria, Croazia) senza dazio. Ne consegue che non sempre le quotazioni italiane seguono il mercato internazionale quando si tratta di delta prezzo (differenza) tra i due tipi d’urea. Pertanto riteniamo che ci siano i presupposti affinché la differenza tra i prezzi in Italia non sia paragonabile a quella rilevata sui mercati mondiali.
Composti, continua la crescita
In apparente controtendenza al quadro sin qui descritto, caratterizzato dalla flessione di fine anno, i concimi organo-minerali (vedi grafico di fig. 2) mostrano quotazioni in costante crescita sin dalla metà del 2012. Tra i motivi all’origine di tale diverso comportamento, ricordiamo l’aumento dei costi degli altri fattori della produzione sia fissi (costo del lavoro) che variabili (energia, azoto organico – vedi tabella –, logistica). Destino molto simile lo avranno i composti minerali, con alcune differenze legate alle modalità di produzione.
Ricordiamo che i composti possono derivare sia da reazioni chimiche di materie prime di varia natura (ammoniaca, acido fosforico, roccia fosfatica, ecc.) sia dalla granulazione (o compattamento) di polveri di concimi di base sia dalla miscelazione fisica di concimi granulari (urea, 18/46, cloruro di potassio, ecc.).
Con la sola eccezione di quest’ultimo gruppo (miscele), le altre categorie hanno costi di produzione paragonabili a quelli degli organo-minerali; di conseguenza anch’essi mostrano una tendenza all’aumento del prezzo. Dicevamo che le miscele si possono discostare in quanto il loro prezzo è formato dalla somma dei prezzi dei concimi di partenza cui aggiungere il costo di miscelazione. Ne consegue che se i prezzi di 18/46, perfosfato, urea, solfato ammonico, cloruro di potassio, aumenteranno del 2-3%, anche le relative miscele dovrebbero subire simile incremento. Da questa situazione trarranno vantaggio il fosfato biammonico (e la famiglia dei concimi a esso simili) e i concimi semplici. Di conseguenza i primi mesi del 2013 dovrebbero segnare un calo della quota di mercato degli NPK e degli Organo-minerali in particolare.
Il nuovo anno parte in salita
Il quadro descritto lascia intravedere un inizio 2013 all’insegna delle consuete difficoltà logistico-operative cui si assocerà un lieve aumento dei prezzi di molti concimi di largo impiego. L’agricoltore attento deve imparare a cogliere in anticipo i segnali dei cambiamenti e a comportarsi di conseguenza. Ecco che diventa utile tenere sotto controllo le politiche commerciali dei distributori “abituali” per riuscire ad anticipare l’aumento dei prezzi.
Sarà anche opportuno continuare a informarsi sulla situazione economica generale, ma con particolare attenzione al rapporto del cambio €/Us$, al prezzo delle commodity energetiche (petrolio e gas) e al costo del denaro. A fine 2012, in sordina, agli imprenditori agricoli italiani è stato tolto anche il controllo delle norme sui fertilizzanti; adesso, quindi, ci si deve informare (vedi riquadro) anche sugli aspetti legali. Infine, nessuna decisione relativa alle concimazioni, può prescindere dagli investimenti colturali e dai prezzi attesi delle relative produzioni agricole.
Allegati
- Scarica il file: Difficoltà logistiche e prezzi in crescita