Le
superfici investite a frumento duro in Italia sono scese quest’anno, secondo
stime Agrit, a circa 1.100.000 ettari, soprattutto a causa dell’eccezionale
piovosità che ha caratterizzato la stagione colturale, rendendo difficoltoso o
addirittura impossibile il regolare svolgimento delle operazioni di semina in
molti areali, in particolare dell’Italia centro-settentrionale. Con una
produzione nazionale ulteriormente ridotta di circa l’11% rispetto allo scorso
anno, l’approvvigionamento della materia prima da parte dell’industria trasformatrice
nazionale dovrà ancor di più rivolgersi a importanti quote d’importazione. Esistono
perciò le condizioni affinché, nel nostro Paese, la coltura del frumento duro non
si riduca ulteriormente, anche puntando ad una maggiore diffusione di contratti
di coltivazione che premino omogeneità e qualità di partite territorialmente
ben definite.
L’aggiornamento
varietale, con la conoscenza delle caratteristiche produttive e qualitative delle
cultivar disponibili e del loro adattamento nei diversi areali di coltivazione,
è però condizione primaria per perseguire risultati soddisfacenti; principale scopo
delle reti di confronto varietale è proprio quello di fornire informazioni che
possano guidare questa scelta.
Le
varietà saggiate nella Rete nazionale frumento duro sono iscritte ai registri
varietali e certificate dall’Ense. Nel 2012 il quantitativo (t) di semente certificata
(fig. 1) è aumentato considerevolmente
(+24%) rispetto all’anno precedente, grazie anche al ritorno
dell’obbligatorietà ad usare varietà certificate per aderire alla premialità
prevista dall’art. 68 della Pac 2013 negli areali centro-meridionali.
Con
le prove svolte nel 2012-13, la Rete nazionale frumento duro, coordinata dal Consiglio per la Ricerca e
la Sperimentazione in Agricoltura - Unità di ricerca per la
valorizzazione qualitativa dei cereali (Cra-Qce) di Roma, ha raggiunto i 40 anni
di attività sperimentale finalizzata alla valutazione del panorama varietale
nazionale e alla tempestiva divulgazione dei risultati ai diversi operatori
della filiera. In questa stagione erano previsti 45 campi sperimentali ma, a
causa soprattutto dell’avverso andamento climatico, ne sono stati sintetizzati
solo 33, dislocati in 14 regioni aggregate in 6 areali: Sicilia (3 campi),
Sardegna (4 campi), Sud peninsulare (10 campi), versante adriatico dell’Italia
centrale (4 campi, tutti nelle Marche), versante tirrenico dell’Italia centrale
(8 campi) e Nord (4 campi). Nella tabella
sono riportate le
istituzioni pubbliche e private e i responsabili delle prove che hanno
contribuito a realizzare la Rete.
Complessivamente sono state valutate 46 varietà, di cui 20 presenti
in tutti i campi e un numero variabile saggiate solo in uno o alcuni areali (tabella 1). Delle 8 cultivar al primo
anno di prova, Athoris ed Emilio Lepido sono state testate in tutte le
località; Gibraltar solo nei campi dei tre areali del Sud-Isole; Cuspide e
Magellano in quelli del Centro-Nord; Ampsicora era presente solo in Sardegna;
Orizzonte in Sicilia e nel Sud peninsulare; SY Lido nel Centro-tirreno. Monastir,
provata lo scorso anno nei tre areali del Sud-Isole e saggiata quest’anno in
tutta la Rete, è da considerare al primo anno solo nei tre areali del
Centro-Nord.
ANDAMENTO METEOROLOGICO
L’abbondante
piovosità è stato l’elemento caratterizzante di questa annata agraria
particolarmente al Centro-nord, dove in molti ambienti ha condizionato il
regolare svolgimento delle principali operazioni colturali (semina, diserbo e
concimazione) e del ciclo biologico delle piante (nascite, accestimento,
assorbimento dell’azoto), con uno sviluppo accentuato di alcune fitopatie. Precipitazioni
meno intense hanno interessato il Sud peninsulare e la Sicilia.
L’inverno
è risultato freddo in molti areali mentre le temperature massime di fine primavera-inizio
estate non sono state particolarmente elevate, con la sola eccezione della seconda
metà di aprile.
RISULTATI
Nella
figura 2 sono riportati i valori medi
di produzione, tenore proteico, peso ettolitrico e peso 1.000 cariossidi ottenuti
quest’anno nei 6 areali a confronto con le medie del quinquennio 2008-2012.
L’annata
è stata caratterizzata da rese variabili nei diversi areali di prova con gli
estremi registrati nelle due Isole: 6,75 t/ha in Sardegna (+14% rispetto al
poliennio) e 3,72 t/ha in Sicilia (-18%). Incrementi di resa anche al Sud
peninsulare e al Nord (+4%), decrementi nell’Italia centrale (-11% nel
Centro-tirreno; -5% nel Centro-adriatico).
Il
tenore proteico medio è risultato inferiore al valore poliennale solo nell’areale
Nord, dove la media è stata di 12,9%, rispetto al 13.6% registrato nel lungo
periodo. Il contenuto proteico medio più elevato, pari a 13,8%, è stato
ottenuto nei due areali dell’Italia centrale.
Il
peso ettolitrico e quello dei 1.000 semi sono risultati superiori alle medie
poliennali in tutti e 6 gli areali con valori particolarmente elevati in
Sicilia e nel Sud peninsulare. Malgrado gli incrementi registrati, anche
quest’anno al Nord e al Centro-tirreno il peso ettolitrico medio non ha
raggiunto il valore soglia di 80 kg/hl.
CICLO DELLA SPIGATURA
L’epoca
di spigatura è risultata leggermente anticipata rispetto al poliennio in tutti
gli areali ad eccezione del Nord dove invece si è avuto un allungamento di 3
giorni. La spigatura è iniziata in Sicilia (media 16 aprile) e si è conclusa al
Nord (media 10 maggio). Come lo scorso anno il divario minimo tra le varietà
più precoci e le più tardive è stato registrato al Sud peninsulare (6 giorni)
quello massimo in Sardegna (14 giorni).
Tra
le 20 varietà comuni a tutti i campi, Svevo e Core sono risultate le più
precoci, Trapezio la più tardiva.
PRODUZIONE, CARATTERI METEREOLOGICI E QUALITATIVI
Risultati del Sud-Isole. In tabella 2 sono riportati i principali
risultati delle varietà provate nel
Sud-Isole: 24 presenti in tutti e tre gli areali e 10 in almeno uno dei tre.
In Sicilia la resa media di quest’anno è
scesa a 3,72 t/ha rispetto a 4,56 t/ha del poliennio. Le varietà con rese
superiori alla media in tutti i campi di prova sono state Monastir, Sculptur,
Anco Marzio, Valerio e Ramirez che insieme ad altre 6 (Alemanno, Odisseo,
Neolatino, Iride, Dylan e Svevo) confermano un buon adattamento alle condizioni
pedoclimatiche dell’isola. Tra le varietà al primo anno di prova, ottime rese
ha fornito Emilio Lepido che, con indice di resa di 110, è risultato ai vertici
della graduatoria produttiva.
Il
tenore proteico più elevato è stato ottenuto nuovamente da Aureo (15,0% s.s.),
seguita da Marco Aurelio (14,7%), entrambe però con rese decisamente inferiori
alle medie. Per resa superiore alla media e proteina maggiore o uguale al 14%
vanno segnalate Dylan e Massimo Meridio. Buon equilibrio tra contenuto proteico
e produzione anche per Orizzonte (14,3%; indice di resa 99), Odisseo (13,7%;
104), Svevo (13,7%; 102), Anco Marzio (13,6%; 109) e Neolatino (13,6%; 104).
Anche
quest’anno il peso ettolitrico ha evidenziato valori particolarmente elevati (media
84,6 kg/hl) con tutte le cultivar in prova caratterizzate da medie superiori a
82,5 kg/hl. Le varietà Claudio, Neolatino, Tirex e Valerio si confermano per i
valori più elevati dell’areale.
Il
peso 1.000 cariossidi maggiore è stato nuovamente quello di Simeto (53,5 g), seguita
da Massimo Meridio (52,9 g) e Alemanno (52,1 g); valori superiori a 50 g anche
per Orizzonte, Marco Aurelio e Valerio. Anche quest’anno la cultivar con la
granella più piccola in questo areale è risultata Ramirez (40,2 g).
La
resa media della Sardegna è stata,
per il secondo anno consecutivo, particolarmente elevata (6,75 t/ha). La
varietà più produttiva è risultata Gibraltar, al primo anno di prova, con
indice di 113 e rese superate in tutti e 4 i campi dell’areale. Altre 5
cultivar hanno mostrato rese elevate e stabili nelle 4 località: Dylan (indice
110) e Tirex (108), che confermano le buone prestazioni dello scorso anno,
insieme a Odisseo (108), Monastir (107) e Maestrale (104). Produzioni elevate
ma superiori alle medie solo in 2-3 campi sono state ottenute da Massimo
Meridio, secondo in graduatoria con indice di resa di 112, da Marco Aurelio
(indice 107), Saragolla (106) e Ramirez (105) che confermano il buon
adattamento alle condizioni dell’isola e da Emilio Lepido (106), al primo anno
di prova.
Le
varietà con tenore proteico superiore al 14% sono state solo Aureo (14,9%) e
Ampsicora (14,2%), caratterizzate però da bassi indici di resa. Da segnalare
per proteina e per produzione superiori alle medie di areale la conferma di
Svevo (13,9%; indice di resa 101), e la novità Emilio Lepido (13,5%; indice
106).
Il
peso ettolitrico medio è risultato leggermente superiore al valore poliennale
(81,1 kg/hl contro 80,1 kg/hl). Si confermano varietà caratterizzate da elevato
peso ettolitrico, superiore o uguale a 83,0 kg/hl, Claudio e Tirex, insieme
alla novità Gibraltar. Per alto peso ettolitrico associato e rese elevate negli
ultimi anni vanno citate anche Dylan e Ramirez.
Simeto
si conferma la varietà con il peso 1.000 cariossidi più elevato (52,6 g),
insieme a Massimo Meridio (52,1 g) e alla novità Ampsicora (52,3 g),
quest’ultima caratterizzata da un peso ettolitrico particolarmente basso (77,3
kg/hl). Il peso unitario più basso, anche quest’anno, è stato quello di
Sculptur (38,5 g).
La
produzione media del Sud peninsulare
è stata di 4,33 t/ha, simile a quella dello scorso anno (4,36 t/ha) e leggermente
superiore alla media poliennale (4,16 t/ha). La varietà più produttiva e
stabile dell’areale è risultata Marco Aurelio con indice di 110 e rese superate
in 9 dei 10 campi di prova; per indici maggiori o uguali a 105 vanno segnalate:
Anco Marzio (indice 109), Monastir (109), Iride (106) e Saragolla (105), con
medie superate in 8-9 campi, oltre a Massimo Meridio, Kanakis e Ramirez, tutte
con indice di resa medio di 105 ma con minore stabilità nell’areale (6-7 campi
con indici superiori o uguali a 100). Tutte le 7 varietà citate confermano il
buon adattamento evidenziato lo scorso anno nell’areale. Tra le cultivar al
primo anno di prova, la più produttiva è risultata Emilio Lepido con indice di
resa di 103 e medie superate in 6 campi su 10.
Anche
in questo areale, Aureo si conferma la varietà con il tenore proteico maggiore
(14,4%), seguita dalla novità Orizzonte (14,0%), entrambe con rese inferiori
alla media. Buon livello proteico associato a indici di resa sopra a 100 è
stato ottenuto da Marco Aurelio (13,7%; indice 110), Svevo (13,6%; 101),
Massimo Meridio (13,5%; 105), Core (13,4%; 102), Dylan (13,3; 101) e Tirex (13,1%;
103).
Il
peso ettolitrico medio dell’areale è risultato superiore al valore del
poliennio (82,3 kg/hl contro 80,6 kg/hl). Tutte le varietà sono state
caratterizzate da peso ettolitrico superiore alla soglia di 80,0 kg/hl con i
valori più elevati, maggiori o uguali a 83,0 kg/hl, registrati per Kanakis,
Anco Marzio, Tirex, Claudio, Dylan, Dorato e Svevo, tutte varietà che
confermano i buoni risultati dello scorso anno.
Per
peso 1.000 cariossidi si confermano le varietà Simeto, per i valori medi più
elevati nell’areale (56,1 g), e Ramirez per i più bassi (41,3 g).
Risultati del Centro-Nord. In tabella 3 sono riportati i principali
risultati delle varietà provate nel
Centro-Nord: 29 presenti in tutti e tre gli areali e altre 3 cultivar, una per ciascun
areale.
Le
rese registrate nel versante tirrenico
dell’Italia centrale hanno risentito particolarmente dell’andamento
climatico non favorevole, con riduzioni di resa dell’11% rispetto al poliennio
e del 29% rispetto allo scorso anno.
La
varietà più produttiva dell’areale è stata Monastir con rese di 5,41 t/ha e
indice medio di 119, unica cultivar con rese superiori alla media in tutte le 8
località di prova. Confermano il buon adattamento all’areale Marco Aurelio,
Tirex e Anco Marzio, con indici di resa di 107 e medie superate in 6-7 località,
Ramirez (indice 106), Odisseo e Scultur (indice 105), tutte e tre con medie
superate 6 località. Con indici sopra la media si confermano inoltre Kanakis,
Dylan, Serafo Nick, Achille e Claudio. Buone le performances fatte registrare quest’anno da Miradoux (indice 106 e
6 campi con rese superiori alle medie) e della novità Emilio Lepido (indice 105
ma media superata solo in 4 prove).
Il
tenore proteico medio più elevato è stato ottenuto da Simeto (15,4%), associato
però a basse rese; buon equilibrio tra proteina e produzione è stato registrato
anche in questa annata da Svevo (15,2%; indice 101), Marco Aurelio (14,8%;
indice 107), Massimo Meridio (14,8%; indice 102), Anco Marzio (14,0%; indice
107) e Tirex (13,9%.; indice 107), oltre che dalla varietà al primo anno di
prova Emilio Lepido (13,9%; indice 105).
Il
peso ettolitrico medio dell’areale (79,4 kg/hl) è rimasto al di sotto della
soglia di 80 kg/hl. Le varietà che hanno superato tale valore sono state solo
8: Achille, Tirex, Claudio, Anco Marzio, Kanakis, Serafo Nick, Ramirez e Svevo,
tutte con indici di resa comunque superiori a 100.
Marco
Aurelio, Serafo Nick e Massimo Meridio si confermano varietà caratterizzate da
peso 1.000 cariossidi elevato, quest’anno superiore a 50 g, insieme alla novità
Monastir; la cultivar con il più basso peso unitario della granella è risultata
SY Lido (37,6 g per 1.000 semi), al primo anno, seguita da Sculptur, Ramirez e
Trapezio caratterizzate anche quest’anno da seme piccolo.
Nel versante adriatico dell’Italia centrale,
rappresentato da 4 località delle Marche,
la resa media è stata di 6,51 t/ha, di poco inferiore alla media dell’ultimo
quinquennio. Anche in questa regione la cultivar più produttiva è risultata la
novità Monastir, con indice di 115 e medie superate in tutte le località di
prova. Con indici di 113, confermano il buon adattamento all’ambiente Ramirez e
Colombo, seguite da Achille (indice 109), Dylan (108), Serafo Nick (107), Tirex
(107) e Odisseo (104), tutte con indici di resa superiori o uguali a 100 nelle
4 località della regione. Per rese superate in 3 dei 4 campi vanno segnalate
Liberdur (105), Claudio (103) e Kanakis (101), che avevano fornito buoni
risultati anche lo scorso anno, e Miradoux (indice 105),
Anche
in questo areale il contenuto proteico più elevato è stato quello di Simeto (15,8%)
caratterizzata però da un basso indice di resa. Tra le cultivar con indice
produttivo medio superiore a 100, Svevo e Tirex hanno fatto registrare un tenore
proteico superiore alla media campo (15,6 e 14,2 %, rispettivamente); seguono 6
cultivar che a buone rese hanno abbinato tenori proteici uguali o superiori al
13,0%: Dylan, Colombo, Odisseo, Monastir, Serafo Nick e Achille.
Il
peso ettolitrico è risultato mediamente pari a 81,1 kg/hl con 25 varietà su 30
caratterizzate da valori superiori o uguali a 80 kg/hl. La cultivar con il peso
ettolitrico più alto sono state anche quest’anno Achille (84,8 kg/hl), seguita
da Claudio (84,5 kg/hl), Ramirez (83,3 kg/hl) e Anco Marzio (83,0 kg/hl).
Come
negli altri due areali dell’Italia centro-settentrionale, le varietà con il
peso 1.000 cariossidi più elevato,
superiore a 53.0 g, sono state Marco Aurelio, Massimo Meridio, Serafo Nick; mentre
quella con il seme più piccolo è risultata Sculptur (40,5 g) tra le 29 comuni e
in assoluto la specifica di areale Biensur (39,2 g).
Nell’areale
Nord le varietà più produttive sono
state Ramirez (6,70 t/ha; indice 111) e Monastir (6,64 t/ha; indice 110),
entrambe con rese superiori alle medie in tutte e 4 le località di prova. Rese
superiori allea media di areale sono state registrate per altre 15 cultivar:
Emilio Lepido (indice di resa 106), Serafo Nick (104) e Athoris (102) con medie
superate nei 4 campi; Dylan, Odisseo, Anco Marzio, Colombo, Levante, Tirex,
Miradoux, Achille e Marco Aurelio con rese superate in 3 campi su 4 indici
variabili da 108 a 101; Yelodur (indice 106) e Svevo (101) con medie superate
solo in 2 località.
In
una annata con proteine medie pari a 12,8%, tra le varietà con rese elevate, valori
intorno al 13% sono stati raggiunti da Dylan (indice di resa 108 e proteina 13,1%)
e Emilio Lepido (106; 13,0%); buon equilibrio tra rese e proteine è stato
registrato anche per Levante (indice 103 e proteina 13,7 %), Svevo (101; 13,8 %
), Marco Aurelio (101; 13,7%) e Massimo Meridio (100; 13,7 % ). Anche al Nord, Simeto
è risultata la varietà con il più elevato tenore proteico (14,2%), confermando
però le scarse rese produttive che la caratterizzano negli areali
centro-settentrionali.
Grazie ad
un incremento di più di 3 punti sul valore poliennale, il peso ettolitrico
medio si attesta quest’anno a 79,7 kg/hl. La varietà con il peso ettolitrico
maggiore è stata Tirex (82,3 kg/hl) che conferma la buona espressione di questo
carattere, con indice di resa di 102; peso ettolitrico superiore a 80 kg/hl
associato a buone rese anche per Ramirez, con la produzione più alta
dell’areale e peso ettolitrico di 80,9 kg/hl, Anco Marzio (indice 107), Colombo
(indice 104) e Achille (indice 102), tutte e 3 con valore medio di 81,6 kg/hl,
Svevo (81,5 kg/hl; indice 101), Odisseo (80,2 kg/hl; 108) e Dylan (80,0 kg/hl;
108).
Anche
quest’anno il peso 1.000 cariossidi più elevato è stato quello di Massimo
Meridio (57,5 g), seguita da Marco Aurelio (56,1 g) e Serafo Nick (54,2 g),
mentre Sculptur (41,6 g), Ramirez (42,1 g) e Iride (42,9 g) si confermano
varietà caratterizzate da basso peso dei semi, insieme alla novità Magellano
(42,8 g).
LE VARIETÀ MIGLIORI
Stagione colturale 2012-13. In tabella 4 vengono presentati i risultati
delle 12 varietà più produttive tra le 20 presenti in tutti i campi, indicando
in verde più o meno intenso gli aspetti positivi e in arancio le eventuali
carenze riscontrate nella stagione.
Poliennio 2010-2013. Per una
valutazione di stabilità delle performance delle varietà in prova da almeno un
biennio, nelle tabelle 5 e 6, per i tre areali del Sud-isole e i tre del
Centro-Nord rispettivamente, vengono riportati gli indici di resa medi di
areale per ciascun anno del poliennio 2010-2013.
Nel
quadriennio considerato, nessuna varietà ha fatto registrare rese superiori alle
medie in tutti e 6 gli areali; l’unica cultivar con rese superiori a 100 in 5
areali su 6 è risultata Ramirez, al terzo anno di prova.
Nel
macro-areale Sud-Isole (tabella 5) la
cultivar più produttiva e stabile è risultata Iride con medie superate tutti
gli anni nei tre areali e indici superiori o uguali a 100 in 70 prove su 84
totali. Ottime performance anche per la novità Ramirez con medie superate in 45
campi su 58.
Oltre
a Iride e Ramirez, nei singoli areali vanno inoltre segnalate per i diversi
polienni:
Sicilia. Anco Marzio e Dylan nel
quadriennio; Sculptur nel triennio; Monastir, Massimo Meridio e Odisseo nel
biennio.
Sardegna. Saragolla e Tirex nel
quadriennio; Mimmo nel triennio; Marco Aurelio e Monastir nel biennio.
Sud-peninsulare. Saragolla e Tirex nel
quadriennio; Kanakis nel triennio; Marco Aurelio, Monastir e Massimo Meridio
nel biennio.
Nel
macro-areale Centro-Nord (tabella 6)
la cultivar più produttiva e stabile è risultata Dylan con indice medio sempre
superiore a 100 e medie superate in 66 prove su 83 totali. Ottima stabilità nel
triennio per Kanakis (indici di resa superiori o uguali a 100 in 45 campi su
61) e nel biennio per Odisseo (con medie superate in 32 campi su 39) e per le
varietà specifiche Serafo Nick (33 campi su 39) e Colombo (24 su 39).
Oltre
alla cultivar già citate, nei singoli areali vanno inoltre segnalate per i
diversi polienni:
Versante tirrenico dell’Italia centrale.
Tirex, Claudio, Anco Marzio, Iride e la specifica Achille nell’ultimo
quadriennio; Ramirez e Sculptur nel triennio; Marco Aurelio nel biennio.
Versante adriatico dell’Italia centrale. Claudio
e la specifica Liberdur nel quadriennio; Ramirez nel triennio.
Italia settentrionale. Tirex nel
quadriennio; Marco Aurelio e la cultivar specifica Miradoux nel biennio.
Fig.
1 - Seme certificato dall’ENSE dal 2008 al 2012 per le prime 10 varietà del
2012
Fig. 2 - Valori medi
dei principali caratteri rilevati nei singoli areali nella stagione 2012 – 13
Tab. 1 - Elenco delle
varietà in prova 2012-13
Tab. 2 - Sicilia,
Sardegna e Sud peninsulare
Tab. 3 - Italia
centrale e settentrionale
Tab. 4 - Sintesi
delle varietà migliori del 2012-13
Tab. 5 - Indici di
resa dal 2010 al 2013 (Sicilia, Sardegna e Sud)
Tab. 6 - Indici di
resa dal 2010 al 2013 (Tirreno, Adriatico e Nord)
Enti che hanno
partecipato alla sperimentazione della Rete nazionale frumento duro 2012-13
di Andreina Belocchi, Mauro Fornara, Valerio Mazzon, Giovanna Terracciano, Fabrizio
Quaranta
Gli autori sono del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura -
Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali (Cra-Qce), Roma