Vini varietali, l’origine italiana è salva

Paolo De Castro a Vivite
Paolo De Castro a Vivite, mostra-evento del vino cooperativo, mette in evidenza il ruolo degli EuroParlamentari italiani nello scongiurare il rischio di vino italiano prodotto con uve straniere.

«Non c'è nessun rischio che i viticoltori europei possano chiamare italiano il vino prodotto con uve straniere». La rassicurazione arriva da Paolo De Castro. A Vivite, la mostra evento della filiera vitivinicola coooperativa che si è tenuta a Milano il 17 e 18 novembre, il Primo Vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue ha infatti evidenziato l’errore della Commissione affermando che, «grazie ad un lavoro di squadra con i rappresentanti del settore in italia abbiamo fatto notare l’incongruenza normativa alla commissione Ue che ha corretto il testo dell'atto in applicazione della normativa europea».

Anche per i varietali vale il luogo di raccolta

L'intervento dell'EuroParlamentare durante il talk show "pane & salame". alla sua sinistra Enrico Corali di Ismea

«Decisivo – ha ribadito De Castro - è stato il ruolo del Parlamento europeo per la rettifica al regolamento della Commissione europea». La versione corretta ora chiarisce che l'indicazione di origine che accompagna i vini varietali (che riportano in etichetta solo il nome di una o più varietà di uve) dovrà corrispondere al luogo in cui le uve sono state raccolte, e non solo trasformate in vino. «Ancora una volta – ha aggiunto l’ex ministro- la nostra vigilanza e il nostro intervento è stato premiato; infatti, appena il Parlamento ha ricevuto per verifica il testo controverso dell'esecutivo, abbiamo chiesto di portare il tempo di consultazione dagli iniziali due mesi a quattro, invitando poi la direzione generale dell'agricoltura a spiegare in Commissione agricoltura la sua posizione».

Hogan rettifica

Di fronte all'evidenza dei rischi per il settore e per i consumatori, i funzionari del commissario Phil Hogan non hanno esitato a portare le rettifiche necessarie.

«Si tratta - ha concluso De Castro - dell'ennesimo esempio del ruolo importante che svolge il Parlamento europeo per garantire la trasparenza e la qualità degli alimenti, ma anche la tutela dei nostri viticoltori : non abbiamo mai abbassato la guardia e continueremo a farlo anche nella prossimo legislatura».

La soddisfazione di Alleanza delle Cooperative

Ruenza Santandrea con il ministro Centinaio a Vivite

«Le notizie – ha commentato Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore Vino di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - che arrivano dal Parlamento Europeo ci rassicurano  perché la rettifica adottata oggi risponde alle preoccupazioni che da giorni avevamo espresso, chiarendo che per luogo di origine dei vini cosiddetti varietali, senza denominazione di origine o indicazione geografica, occorre considerare il paese in cui le uve sono state raccolte e non il luogo dove avviene la trasformazione del vino».

«Va sottolineato – aggiunge Santandrea - l’importante lavoro di squadra fatto dal nostro Paese, in primis con l’opposizione al Regolamento delegato avanzata dal Ministero delle Politiche Agricole, e poi grazie al ruolo decisivo giocato dai nostri rappresentanti in Parlamento europeo, in particolare Paolo De Castro, Primo vice presidente della Comagri e Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo vino del PE”.

Secondo l’esponente dell’Alleanza il rischio che si stava palesando era quello di un pericoloso passo indietro della disciplina vitivinicola, a discapito di una corretta informazione del consumatore ed in netta controtendenza rispetto ad una politica che mira alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole e al reddito dei produttori.

Vini varietali, l’origine italiana è salva - Ultima modifica: 2018-11-21T01:43:25+01:00 da Lorenzo Tosi

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