Le funzioni del calcio nelle piante sono prevalentemente collegate con la resistenza meccanica dei tessuti vegetali, in quanto i pectati di calcio svolgono una azione di sostegno e di rinforzo delle lamelle mediane delle membrane cellulari (fig. 1).Oltre a ciò, il calcio esercita la funzione di attivatore di alcuni enzimi, regola la traslocazione dei carboidrati e svolge un’attività di compensazione ed equilibrio rispetto agli altri cationi assorbiti e cioè sodio, potassio, ammonio e magnesio.
Viene accumulato nelle piante nei vacuoli cellulari, costituendo depositi di ossalati, carbonati, fosfati e, nei semi, come fitina.
Come valore medio di calcio nei tessuti vegetali si considera lo 0,5%.
Nei terreni agrari il calcio si trova prevalentemente sotto forma di carbonati, soprattutto nei terreni calcarei, dolomitici e marnosi, oppure è presente sotto forma di solfati nei terreni gessosi.
Il contenuto di calcio nel suolo è molto variabile: a fronte di un valore medio di 0,1-0,5%, si riscontrano valori assai più alti nei suoli calcarei o gessosi, oppure molto inferiori nei terreni soggetti a dilavamento.
Il movimento del calcio lungo il profilo coltivato è molto connesso con la circolazione idrica: si può accumulare negli orizzonti profondi a causa della solubilizzazione delle acque carbonicate, oppure nelle zone aride si può concentrare in superficie con la risalita capillare.
Gli ioni Ca2+ liberati nella soluzione circolante vengono trattenuti dal complesso di scambio, dove rappresentano anche più dell’80% della CSC; l’eccezione è costituita dai suoli molto acidi, dove prevalgono gli ioni H+ e Al3+.
Nei suoli calcarei, abbastanza diffusi nella nostra penisola, la principale fonte di calcio è ovviamente il carbonato di calcio, che è poco solubile, ma viene trasformato in bicarbonato di calcio, molto solubile, dall’acqua carbonicata.
CaCO3 + H2O + CO2 Ca(HCO3)2
L’entità, in termini di velocità e peso di questa trasformazione, è molto correlata alla finezza del calcare: è per questo motivo che nelle analisi del terreno si parla di calcare attivo, che è quello caratterizzato dalle particelle più fini.
Il calcio viene assorbito dalle radici come ione Ca2+, con assorbimento non selettivo, veicolato dal flusso d’acqua e quindi richiamato dalla traspirazione delle piante.
Apporti al suolo
La via naturale per cui un terreno si arricchisce di calcio è legata al ritorno al suolo dei residui vegetali, che contengono una percentuale più o meno elevata di calcio a seconda della specie e della capacità di esplorare il profilo.
Grossi apporti di calcio legati alla coltivazione sono quelli connessi alle pratiche di correzione dei suoli come la calcitazione (apporto di calce o carbonato di calcio nei terreni acidi per alzare il pH) oppure la gessatura (apporto di gesso, solfato di calcio, per ridurre la sodicità dei terreni).
In molti comprensori le acque irrigue sono ricche di calcare e quindi anche con l’irrigazione si effettuano significativi apporti di calcio.
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