«Nel corso dell’evoluzione gli organismi vegetali hanno sviluppato naturali meccanismi di difesa nei confronti delle avversità biotiche e abiotiche. Sta a noi scoprirne il funzionamento, attraverso lo studio delle sostanze capaci di stimolare questo tipo di resistenze». Lo afferma Ferruccio Bergamasco, referente scientifico Kalòs, azienda leader nella nutrizione specialistica, nella difesa naturale e nella fortificazione delle piante.
È stato dimostrato, infatti, che specifici geni sono responsabili di questi meccanismi, naturalmente messi in atto dalla pianta per difendersi dai patogeni o dagli stress ambientali, e che tali geni sono attivati quando la pianta subisce degli stimoli specifici derivanti dall’attacco che sta per subire. Attraverso la ricerca sono state individuate sostanze, che prendono il nome di elicitori, in grado di attivare e, in alcuni casi, aumentare l’espressione di resistenza o difesa.
(L’elicitore è un agente biotico o abiotico in grado di indurre, nella pianta, la biosintesi di metaboliti - fitoalessine - implicati nelle risposte difensive).
Tali molecole rappresentano un punto di forza nelle strategie di protezione, rendendo la pianta più forte e in grado di rispondere meglio alle avversità. Per questi motivi la selezione varietale è impegnata nell’individuazione di cultivar in grado di esprimere, in modo migliore di altre, queste caratteristiche, mentre l’industria chimica nell’individuare e sintetizzare gli elicitori conosciuti, per poterli utilizzare in sostituzione o in ausilio ai metodi di lotta tradizionali.
Stimolare il sistema immunitario
«Le piante hanno un vero e proprio sistema immunitario, che evolve nel corso del tempo e che può essere sfruttato per difendere le colture; per questo Kalòs propone la via naturale, mediante l’utilizzo di Evidence» ha spiegatoto Karen Casagrande, responsabile tecnico Kalòs, in occasione del convegno sulle risorse di difesa naturali che si è tenuto a Bentivoglio (Bo).
K&A Evidence è un complesso di proteine antimicrobiche di origine batterica, ottenuto attraverso la fermentazione controllata in laboratorio di batteri selezionati per la loro attività antioidica. Si presenta come una polvere solubile che contiene il 5% di manganese. La sua natura di estratto batterico e non di miscela di microorganismi, garantisce un’attività immediata e una miscibilità completa con tutti i prodotti fitosanitari. Grazie al suo meccanismo di azione naturale non presenta problemi dovuti alla frequenza d’impiego, quindi non presenta l’insorgere di fenomeni di resistenza. Inoltre non lascia residui sulla coltura.
Attraverso il suo meccanismo d’azione è in grado di degradare il micelio fungino e, di conseguenza, stimolare le reazioni immunitarie locali e sistemiche attivate dalla disgregazione del micelio, rallentando fino all’arresto lo sviluppo del parassita.
In funzione della sua composizione, per ottenere il massimo beneficio, la soluzione deve essere ben distribuita su tutta la vegetazione e in particolare sugli organi interessati dalla malattia, agendo con un volume d’acqua adeguato alla parete vegetale oggetto del trattamento, per consentire una perfetta irrorazione e adesione del prodotto.
Il suo effetto, immediato e diretto sulla malattia, integra e sostiene la risposta immunitaria vegetale. Inoltre, grazie alla natura della sua composizione, può inserirsi nell’ambito dei diversi protocolli dell’agricoltura biologica e integrata.
Risultati importanti
«Inverni con temperature miti e poche giornate di gelo limitano l’inattivazione dell’oidio; di conseguenza, nella primavera successiva, le infezioni si sviluppano in maniera piuttosto precoce e aggressiva» spiega Andrea Manetti, responsabile tecnico Kalòs. Le osservazioni sono state eseguite in Toscana, su prove sperimentali svolte in collaborazione con l’università degli studi di Firenze, valutando, nel corso delle annate 2014 e 2015, in cui si sono verificate condizioni di media-forte pressione del fungo, l’impiego di K&A Evidence su colture di vite e zucchino in serra.
Per quanto riguarda le prove eseguite sulla vite durante 2014, dopo il primo trattamento, eseguito all’epoca di chiusura del grappolo, sull’infezione già presente e visibile, si riscontra un rallentamento dello sviluppo dell’oidio e la ripresa regolare della crescita delle bacche. Dopo l’esecuzione del terzo trattamento con K&A Evidence, è visibile la distruzione e degradazione enzimatica del micelio del fungo, con una conseguente diminuzione della virulenza, che arriva fino all’arresto del suo sviluppo, dopo il quarto trattamento.
L’andamento del 2015 ha presentato un risveglio anticipato dell’attività vegetativa, che si è riflesso poi nel corso della stagione. Durante l’anno il primo trattamento, eseguito in fase di germogliamento alla dose di 500 g/hl, ha dimostrato un’azione enzimatica sul micelio svernante, riducendo notevolmente la possibile diffusione del micelio stesso nelle gemme di neo formazione. Nella fase di pre-fioritura, sempre alla dose di 500 g/hl, si è manifestato un arresto nella maturazione delle ascospore, evitando la possibile diffusione della malattia sui grappoli.
La sperimentazione condotta ha permesso di dimostrare che K&A Evidence è un efficace elicitore antioidico, grazie al suo meccanismo d’azione diretta, sul micelio durante gli stadi iniziali del suo sviluppo, sull’infestazione già sviluppata e visibile, in grado di arrestare anche le forme più complesse - reticolate del fungo. Inoltre, si riscontra anche un’azione indiretta, dovuta alla stimolazione e fortificazione delle naturali strategie difensive della pianta.
In agricoltura integrata
Durante il 2015, sono state eseguite prove sperimentali anche su una coltivazione, condotta in agricoltura integrata, di zucchino in serra fredda, eseguendo trattamenti con una dose di 1.000 g/hl di K&A Evidence ogni 7-10 giorni. Confrontando i risultati della medesima specie vegetale, trattata con Ampelomyces quisqualis, alla dose consigliata in etichetta ogni 7-10 giorni, si riscontra una maggiore ripresa vegetativa sulla porzione trattata con Evidence, dovuta alla stimolazione indotta dal prodotto, mentre per l’andamento dello sviluppo dell’oidio, si possono fare le stesse considerazioni fatte in precedenza per la vite.
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