Uno degli approcci più datati di precision farming in risicoltura è quello dell’Azienda Agricola Palestro di Olcenengo (Vc). Tutto è iniziato nel 1998, con l’acquisto di una nuova mietitrebbiatrice dotata di sensori per la mappatura. Più tardi, nel 2000, è stato acquistato un sistema di guida satellitare, dotato di barra luminosa per ottimizzare le passate parallele e collegato a un monitor per la mappatura delle rese.
La variabilità delle rese all’interno degli appezzamenti era nota, ma l’entità delle variazioni risultò comunque sorprendente per le dimensioni inaspettate. La prima idea fu quella di agire per livellare tutte le rese verso l’alto, ma si preferì raccogliere un ulteriore anno di mappe di produzione, per comprendere se le aree meno produttive dipendessero effettivamente da carenze di fertilità, prima di intervenire.
In assenza di letteratura in materia si presentò subito il problema di stabilire l’entità delle dosi da distribuire per compensare le differenze di produzione, senza però cadere in eccessi deleteri per il riso. Si sarebbe potuto utilizzare il criterio del ripristino degli asporti, come già preconizzava Liebig nel 1850, ma questo non avrebbe permesso di migliorare le produzioni più basse.
Un nuovo spandiconcime
L’azienda disponeva allora di uno spandiconcime pneumatico, giunto a metà del ciclo di vita, non collegabile al monitor di mappatura per attuare in automatico le prescrizioni di dosaggio. Non ritenendo conveniente sostituirlo, ed essendo difficile allora reperire sul mercato un modello adatto alle esigenze e in grado di “dialogare” con il monitor, ci si accontentò di utilizzare come riferimenti visivi gli argini e la rete di scoline interne alle camere, per individuare le aree da differenziare.
Per prudenza, la modulazione fu fatta esclusivamente sulla fertilizzazione di matrice organica (10% N), raddoppiando la dose da 0,25 a 0,5 t/ha nelle aree poco produttive. Le mappe di produzione iniziarono lentamente a fornire risposte, ma il metodo era ancora troppo grossolano per essere soddisfacente.
Nel 2006 fu acquistato uno spandiconcime centrifugo a doppio piatto, dotato di pesa elettronica e di centralina di comando collegabile con il monitor. Questo, in seguito, fu inviato alla ditta costruttrice in Inghilterra che, su richiesta dell’azienda agricola, vi inserì il modulo di controllo dello spandiconcime; nel frattempo, infatti, il rivenditore italiano aveva abbandonato la rappresentanza di questo prodotto, a causa delle scarse vendite.
La variazione automatica delle dosi in base alle mappe di prescrizione iniziò a essere applicata alla fertilizzazione organica, e anche per la fertilizzazione alla formazione della pannocchia, con un fertilizzante NK a base ureica. La comunicazione tra monitor e spandiconcime purtroppo però si presentò spesso abbastanza problematica fino a che nel 2009 si decise di sostituire il monitor satellitare. E con il patrocinio dell’Accademia di Agricoltura di Torino e il contributo dapprima di UnionCamere Piemonte e successivamente di Enama, in collaborazione con la società Arvatec fu attuato il progetto Astris, teso a valutare le prestazioni dei sensori di vigore da applicare alla trattrice.
Nel giro di tre anni, con la raccolta di 400 campioni di vegetazione, pesati ed analizzati per il contenuto dell’azoto, si è stabilito il corretto posizionamento dei sensori, l’indice di vigore più opportuno, e la stagione e le ore adatte per il funzionamento.
L’indice più adatto è risultato Ndre (Nir780-RedEdge730)/ /(Nir780+RedEdge730), che fornisce un’indicazione sufficientemente attendibile del contenuto dell’azoto presente per ogni metro quadro di massa fogliare. Sempre che la vegetazione sia ben sviluppata e non sia coperta da goccioline di rugiada. Tentativi di lettura eseguiti al momento dell’accestimento, per incentivare con una dose suppletiva di azoto l’emissione di più culmi secondari nelle aree dove l’investimento si presenta più scarso, sono falliti a causa dell’interferenza dei sensori con l’acqua di sommersione.
Interventi sulla coltura
Attualmente la prassi aziendale è articolata come segue.
All’impianto applicazione di 4 dosi differenziate di fertilizzante organico, basate sulle mappe di vigore dei 3 anni precedenti. Nel tempo il contenuto di sostanza organica si sta livellando, perciò le dosi vengono riviste annualmente. All’accestimento applicazione di dosi uniformi, nell’attesa di avere a disposizione mappe di superficie fogliare attendibili. Con queste si potrebbero anche differenziare le dosi di semente, per migliorare le zone dove l’insediamento della coltura è più problematica.
Alla formazione della pannocchia applicazione di fertilizzazione differenziata in base alle letture dei sensori di vigore. Per questo, occorre inserire nel monitor satellitare una tabella di prescrizione, con 10 dosi in funzione di 10 intervalli di Ndre. Operazione non semplice, da affinare con l’esperienza. Le cultivar del riso giocano un ruolo importante; ognuna di loro fornisce produzioni ottimali solo se presenta determinati intervalli di vigore alla formazione della pannocchia.
I limiti del sistema. I due sensori di vigore applicati leggono complessivamente la larghezza di 2,5 m, quindi solo un campione dei 19 m coperti dallo spandiconcime; la tabella di prescrizione fatta a priori potrebbe essere migliorata disponendo di una mappa di vigore immediatamente precedente la fertilizzazione, dalle quali si potrebbero trarre considerazioni aggiuntive. Essendo troppo distruttivo per il raccolto un ulteriore passaggio con la trattrice, droni o satelliti potrebbero aiutare. Ma le immagini devono essere tempestive, poiché nel periodo del viraggio da fase vegetativa a fase riproduttiva i valori di vigore variano rapidamente.
Naturalmente, agendo solo sul fertilizzante azotato non si possono annullare gli altri fattori limitanti; quando si è ceri di fornire la dose ottimale di azoto, nelle aree dove non si ottengono i risultati attesi occorre indagarne le cause, ad esempio con analisi del terreno mirate. L’esperienza, il tempo e la pazienza sono virtù che nell’era digitale sembrano diventate obsolete, ma in agricoltura sono ancora necessarie, oggi come 170 anni fa, quando il Conte di Cavour, grande risicoltore, scrisse “l’agricoltura è il mestiere della pazienza”.
Grazie a queste, i risultati arrivano, come si può vedere dai risultati della fertilizzazione differenziata in funzione della misura del vigore (vedi grafico).