Presentati da Terrepadane e da Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza i primi risultati del confronto fatto tra le due più avanzate tecniche di irrigazione a manichetta esistenti. Da una parte un campo di mais irrigato con la fertirrigazione, una tecnica che già da qualche anno viene utilizzata con ottimi risultati in agricoltura specie nel mais e nel pomodoro, e dall'altra parte un campo irrigato con la Sdi (Subsurface Drip Irrigation) che per molti aspetti ne rappresenta l’evoluzione. Con entrambi i sistemi, a fronte di un moderato utilizzo di risorse, si è giunti a una crescita del mais esaltante, tuttavia già in questa prima fase di studio si è potuto rilevare che con la Sdi si arriva a distribuire solo 150 mm di acqua e 120 unità di azoto. Il progetto “Irrigazione Sostenibile” si svolge su due appezzamenti di circa sei ettari dell’azienda dei Fratelli Rossi di Podenzano (Pc), ed è parte di un progetto di studio più ampio che coinvolgerà 24 ettari su differenti tipologie di terreno.
Soluzione efficace ma serve esperienza
“Rispetto alla fertirrigazione la subirrigazione prevede l’interramento della manichetta, una soluzione che porta con sé numerosi vantaggi in termini sia di costo sia di efficienza – afferma il responsabile agronomico di Terrepadane Matteo Scaglioni – anzitutto nel caso dell’Sdi l’impianto ha una durata pluriennale (10-15 anni) mentre la manichetta di superficie si toglie dopo ogni raccolto e ne va posata una nuova all’inizio della stagione successiva. In secondo luogo con l’Sdi andiamo a nutrire la pianta ancora più vicino alla radice eliminando quasi del tutto la dispersione di acqua e di fertilizzante, quello che viene immesso nell’impianto è ciò che la pianta necessita per il suo fabbisogno ideale”.
Ovviamente per arrivare a risultati ottimali è fondamentale il giusto approccio agronomico, una conoscenza approfondita dello stato vegetativo della pianta ma soprattutto occorre sapere come l’acqua si distribuirà nel terreno circostante la radice, creando quel perfetto mix di sostanza organica e livello di umidità che crea la condizione ideale per la crescita della pianta. Per questo lo studio che UniCattolica effettuerà sulla risalita capillare dell’acqua nelle diverse tipologie di terreno è da considerare di primaria importanza per acquisire un know how che, oltre ad una maggiore eco-sostenibilità, sia capace di garantire risultati performanti a tutte le aziende che investiranno in questa nuova tecnologia.
L'importanza dell'acqua in agricoltura
I cambiamenti climatici obbligano l’agricoltura ad avere una visione molto diversa rispetto al passato. “Un’agricoltura capace di sposare l’innovazione sa ottimizzare le risorse senza sprecarle – afferma il presidente di Terrepadane Luigi Bisi – e consente allo stesso tempo di avere dei raccolti rigogliosi pur riducendo l’utilizzo dell’acqua allo stretto necessario per il fabbisogno della pianta”.
Secondo la Coldiretti la siccità che ha colpito tutta la nostra penisola ha causato sinora alle aziende agricole e agli allevamenti quasi due miliardi di euro di danni. Per le provincia di Piacenza e di Parma, dove peraltro persiste lo stato d’emergenza, si stimano oltre 100 milioni di euro di danni per la siccità, ai quali si aggiungono altri 50 milioni di danni provocati dalle grandinate, nubifragi, vento forte e gelate tardive. Inutile dire che il clima è cambiato per poi fermarsi a guardare il cielo sperando che cambi qualcosa, noi abbiamo preferito metterci al lavoro per studiare soluzioni che aiutino a rendere più produttivo e al contempo ecosostenibile un settore fondamentale come il nostro.