I pagamenti diretti assorbono oggi circa il 74% della spesa per la Pac e rimarranno la principale forma di sostegno all’agricoltura anche per il periodo 2014-2020, come sottolineato nella comunicazione della Commissione europea del 18 novembre 2010.
Tuttavia, ciò non significa che le modalità di erogazione dei pagamenti diretti rimarranno le stesse, anzi esse cambieranno radicalmente.
In questi mesi, il dibattito a livello europeo si concentra su una nuova forma di pagamenti diretti, i “pagamenti all’agricoltura verde” o componente “ecologica”, che rientra nel cosiddetto processo di inverdimento o greening della Pac.
La componente “verde” sarà la vera novità della Pac 2014-2020. Vediamo quali sono i punti salienti, secondo quanto previsto dai documenti e dallo stato attuale del dibattito.
LE QUATTRO COMPONENTI
Secondo la Commissione, i futuri pagamenti diretti dovrebbero essere basati su quattro componenti:
1) pagamento disaccoppiato di base: livello uniforme di sostegno per tutti gli agricoltori di uno Stato membro (o di una regione), fondato su diritti trasferibili e attivabili solo in associazione con superfici agricole ammissibili, nel rispetto dei requisiti di condizionalità;
2) aiuto all’inverdimento: pagamenti diretti a sostegno di misure ambientali applicabili su tutto il territorio dell’Ue;
3) maggiorazione per l’agricoltura in zone caratterizzate da specifici vincoli naturali, nelle quali, oltre al sostegno erogato nell’ambito del secondo pilastro, gli agricoltori beneficerebbero di un sostegno aggiuntivo al reddito nella forma di un pagamento per superficie;
4) un aiuto accoppiato facoltativo, per tener conto dei problemi specifici di alcune regioni, in cui determinati tipi di agricoltura sono ritenuti di particolare importanza per ragioni economiche e/o sociali.
Alcune di queste quattro componenti sono conosciute dagli agricolori: la componente di base, la maggiorazione per i vincoli naturali e l’aiuto accoppiato.
Infatti, la componente di base corrisponde agli attuali titoli disaccoppiati, subordinati al rispetto della condizionalità, anche se – dopo il 2013 – l’importo di questi pagamenti sarà uniforme per tutti gli agricoltori, ad livello relativamente basso (circa 150-180 euro/ha).
La maggiorazione per i vincoli naturali corrisponde alle attuali indennità compensative, anche se il nuovo meccanismo di erogazione sarà più semplice come sostegno aggiuntivo per superficie.
L’aiuto accopiato sarà deciso a livello nazionale e ripropone una forma di sostegno simile all’attuale articolo 68.
L’aiuto all’inverdimento, invece, è una reale novità.
AIUTO ALL’INVERDIMENTO
La comunicazione della Commissione europea del 18 novembre 2010 sottolinea la necessità di rafforzare l’efficacia ambientale della Pac.
A questo scopo, si prevede una componente “ecologica” obbligatoria (o greening) dei pagamenti diretti, a sostegno di impegni ambientali applicabili su tutto il territorio dell’Ue, attraverso l’introduzione di un pagamento aggiuntivo per beni pubblici quali sottrazione di CO2, difesa del suolo, regimazione e qualità delle acque.
Tale pagamento è obbligatorio per gli Stati membri, volontario per gli agricoltori.
Questo aiuto è accessibile a tutti gli agricoltori, purché rispettino gli impegni ambientali previsti; se l’agricoltore non rispetta tali impegni, non percepisce l’aiuto all’inverdimento. Tali impegni saranno abbastanza semplici, come una sorta di “condizionalità rafforzata”.
Il greening si pone quindi come una remunerazione per la produzione di beni pubblici, in linea con gli obiettivi della Strategia Europa 2020.
LE MISURE DEL GREENING
Gli uffici della Commissione sono al lavoro per definire le misure ambientali per l’accesso all’aiuto all’inverdimento; il dibattito su questa componente è molto forte ed accesso.
C’è ancora grande incertezza su questa componente: si parla genericamente di sostegno a iniziative ambientali che vadano al di là della condizionalità.
Al momento non esiste un elenco esaustivo delle pratiche agricole che riceveranno il sostegno nell’ambito della componente “verde” dei pagamenti diretti. È in corso uno studio di impatto per individuare le pratiche agricole più pertinenti. Sulla base delle prime informazioni, la Commissione ha al vaglio le seguenti misure:
– copertura vegetale;
– diversificazione produttiva (rotazione delle colture);
– pascoli e prati permanenti;
– set aside ecologico;
– agricoltura biologica.
ALCUNI CONTENUTI
La Commissione ha anticipato genericamente i vantaggi di queste misure e alcuni dettagli di massima che brevemente descriviamo di seguito.
La conservazione di una copertura vegetale durante l’inverno richiede la semina di determinate piante immediatamente dopo la raccolta.
Ciò consente di arricchire il suolo, migliorarne la capacità di ritenzione idrica e contrastarne l’erosione. Inoltre permette anche di produrre le cosiddette “colture intercalari”.
La rotazione delle colture è un metodo tradizionale che rispetta la capacità del suolo di rigenerarsi. Offre il vantaggio di ridurre il ricorso ai prodotti chimici (antiparassitari, diserbanti, fertilizzanti).
I pascoli offrono vasti serbatoi di biodiversità. Si tratta di ecosistemi ad elevato valore aggiunto in termini di suolo, utilizzo idrico, sequestro del carbonio e valore paesaggistico.
La messa a riposo dei terreni a fini ambientali arricchisce gli ecosistemi agricoli e offre preziosi rifugi alla fauna e alla flora. Per dispiegare interamente il loro potenziale, tali terreni devono essere meticolosamente falciati, in modo da consentire lo sviluppo di piccoli arbusti.
CRITICITÀ PER L’ITALIA
Le misure dell’aiuto all’inverdimento al vaglio della Commissione non sono molto adeguate alla realtà agricola italiana che rischia di essere penalizzata dai criteri di greening che favoriscono inoltre i paesi nord-europei.
Per questo motivo, il Ministero sta lavorando per ampliare l’elenco delle misure del greening, inserendo le specificità ambientali della nostra agricoltura, come ad esempio:
– l’olivicoltura, la frutticoltura, la viticoltura, l’agrumicoltura, con l’inerbimento del suolo;
– l’agricoltura sommersa (riso);
– le colture intercalari;
– le pratiche antierosione, ecc.
Un’attenzione particolare va posta sull’agricoltura biologica, in quanto va valutata l’opportunità del suo inserimento nel greening. In caso di risposta affermativa, occorre definire come si possa conciliare con i pagamenti agroambientali previsti nel II pilastro.
La maggior parte dei dettagli dell’aiuto all’inverdimento non è nota; ad esempio non si conosce l’importo dell’aiuto (che sarà comunque abbastanza limitato, all’incirca tra 80 e 200 euro/ha), come non è noto se sarà commisurato alla tipologia di inverdimento o sarà uguale per tutte le tipologie.
PRIME REAZIONI POLITICHE
Il dibattito sul greening è già molto acceso. C’è una sola certezza: questa tipologia di aiuto sarà sicuramente presente nella nuova Pac.
La commissione Agricoltura del Parlamento europeo, con la relazione Dess, approvata il 25 maggio 2011, ha voluto porre alcuni paletti, affinché questo aiuto non sia penalizzante per gli agricoltori. La concessione dei pagamenti diretti per la protezione delle risorse naturali – secondo la relazione Dess – deve prevedere impegni oltre i requisiti della condizionalità, ma non deve introdurre nuovi vincoli ambientali di carattere burocratico nel primo pilastro.
In altre parole, il greening dev’essere semplice e facilmente accessibile agli agricoltori, senza nuovi impegni burocratici.
Anche in Italia, le rappresentanze agricole insistono affinché il greening non diventi un ulteriore gravame burocratico per gli agricoltori. Le preoccupazioni maggiori riguardano le zone ad agricoltura intensiva della pianura padana e di altre zone agricole italiane. Da più parti si sottolinea che l’ecologismo non dev’essere antitetico alla produttività.
NECESSARIO E OPPORTUNO
Gli agricoltori guardano con perplessità questa deriva “verde” della Pac, ma sbagliano. Il greening della Pac è fondamentale.
L’inverdimento della Pac è una necessità per integrare la dimensione economica dei pagamenti diretti, a sostegno del reddito delle aziende agricole, e la loro dimensione ambientale (garantire la produzione di beni pubblici da parte degli agricoltori) e quindi creare un’alleanza tra agricoltura e società, presupposto fondamentale per mantenere il budget agricolo dell’Ue.
Il greening non è in contrapposizione con la crescita e la produttività. L’economia verde è un’opportunità per trovare nuove fonti di crescita e occupazione.
«Il verde e la crescita possono andare insieme ha detto il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria. Con le giuste politiche in atto, siamo in grado di creare posti di lavoro, aumentare la prosperità, preservare il nostro ambiente emigliorare la qualità della vita ».
Il settore agricolo è un soggetto chiave per la gestione del suolo, dell’acqua, della biodiversità e del paesaggio.
Quasi 14 milioni di aziende agricole gestiscono oltre la metà del territorio europeo.
L’agricoltura e la silvicoltura sono praticate sull’80% del territorio europeo. L’agricoltura può offrire risposte concrete per lottare contro il cambiamento climatico e la perdita della biodiversità. Inoltre, gli agricoltori devono aggiornare le proprie pratiche per far fronte al riscaldamento globale.
Queste caratteristiche dell’agricoltura vanno enfatizzate e sostenute con le giuste politiche. L’Italia deve essere più attenta a questi temi per evitare di subire strumenti di greening non confacenti alla nostra agricoltura.