Maltempo, una primavera maledetta per le campagne italiane

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Agricoltura italiana messa a dura prova da questa primavera anomala con temperature sotto la media e pioggia incessante. Il maltempo dovrebbe essere alle spalle ma la conta dei danni da nord a sud è di diverse decine di milioni di euro

Campagne in ginocchio da nord a sud per colpa di questa maledetta primavera che dopo un marzo con temperature sopra la media ha visto un aprile e soprattutto un maggio eccezionalmente freddi e piovosi, con eventi estremi come grandinate, bombe d'acqua, vento forte e allagamenti che hanno provocato gravi conseguenze all'agricoltura italiana. Il peggio dovrebbe essere alle spalle, nei prossimi giorni le previsioni meteo parlano di sole e temperature quasi estive, ma le cicatrici lasciate sui campi sono profonde, tanto che finora non è ancora stato possibile fare una stima precisa dei danni, ma di certo si tratta di decine di milioni. Colpite tutte le principali colture della penisola: dai seminativi agli alberi da frutto, dalle orticole in pieno campo alle foraggere, con ripercussioni sull'allevamento e sulla produzione di miele. Di seguito il punto della situazione regione per regione realizzato con le informazioni raccolte dai tecnici delle associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri sui vari territori.

Lombardia, danni per oltre tre milioni

Il maltempo ha provocato danni stimati per oltre tre milioni. Tra i territori più colpiti la provincia di Brescia dove pioggia e forte vento hanno allagato campi, sradicato alberi, compromesso terreni per l’alimentazione degli animali, scoperchiato stalle e strutture, mentre la grandine è caduta su vigneti, cereali e ortaggi con la perdita di decine di ettari di colture in pieno campo e in serra. Guai anche nel Bergamascoe in provincia di Cremona, dove sono stati colpiti mais, frumento, orzo e piante da vivaio, oltre a sollevare tetti degli allevamenti. Nel Mantovano danni sulle pere non protette dalla reti e sui meloni fuori serra, oltre che su zucche e fragole.
Nel Milanese i chicchi di ghiaccio hanno tritato orzo, frumento, mais e ortaggi, mentre la furia del vento ha abbattuto numerosi alberi: la zona più colpita è quella a ovest del capoluogo. Tra Como, Lecco e Varese centrati piccoli frutti, piantine da poco seminate e strutture in pieno campo, mentre a Pavia la tempesta ha interessato solo le aree rurali intorno alla città. Le campagne sono state colpite in un momento particolarmente delicato con le semine, gli ortaggi e le piante che iniziano a dare i primi frutti.

Veneto, addio ciliegie precoci

In Veneto sono a rischio i raccolti cerealicolo, vitivinicolo, foraggero e ortofrutticolo, con ripercussioni anche per la qualità. Colpiti in particolare i vigneti nella zona di Mezzane (Verona) e la produzione di ciliegie sempre nel veronese. Confagricoltura stima danni ingenti che possono arrivare al 100% di perdita delle ciliegie precoci, dovuto soprattutto al cracking, cioè alla spaccatura dei frutti. Oltre al danno, la beffa: bisogna anche raccoglierle per evitare malattie. Varietà come le Early star e le Early Biggy sono buone solo per la marmellata. Anche chi ha gli alberi coperti dai teli ha danni, perché l'umidità è molto elevata e gli alberi sviluppano malattie fungine.
La raccolta delle varietà tardive dovrebbe iniziare ai primi di giugno e proseguire anche fino a metà luglio in collina. C'è quindi la possibilità di una ripresa che consenta di non chiudere del tutto in rosso la stagione.
il presidente della Regione, Luca Zaia, ha disposto che i decreti di stato di crisi varati il 5 e il 21 maggio scorso siano estesi anche agli eventi meteorologici dei giorni scorsi.

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Emilia-Romagna, falcidiate le pere Abate

La siccità prima, l'eccesso di pioggia dopo, assieme al repentino calo della temperatura, hanno portato a una perdita del 70% delle pere di varietà Abate e Kaiser. Le perdite per le Decana e le Williams si attestano attorno al 40%, mentre la raccolta di ciliegie è pressoché azzerata per le varietà precoci non protette dai teli antipioggia (-90%), mentre i danni sono più contenuti per le varietà coperte. I danni si estendono inoltre alle fragole nei campi allagati della Romagna e alle albicocche. I danni all'ortofrutta sono ingenti e riguardano anche fragole, la raccolta di piselli e pomodori. Gravi problemi anche per il foraggio.
Da una prima stima sono circa mille imprese agricole colpite dal maltempo per un totale di più di 80mila ettari produttivi compromessi e danni pari a circa 10 milioni di euro per colture e strutture agricole.

Friuli Venezia-Giulia, guai per mais e orzo

In Friuli-Venezia Giulia si registrano problemi enormi sul mais, legati all’asfissia, e in alcuni casi all’impossibilità di procedere nelle semine programmate. Compromessi i raccolti di orzo, ormai destinato unicamente a diventare biomassa, e quelli di frumento tenero, per i quali si prevedono ulteriori problematiche nel caso in cui non si riesca ad entrare in campo per fare i trattamenti.

Toscana, compromessa produzione di miele

Nelle campagne della Toscana si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di circa 16milioni di euro. Qui gli apicoltori sono circa 4700 e l'anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 93mila arnie. Questa primavera instabile sta creando grossi problemi agli alveari in alcune aree perché il maltempo ha compromesso le fioriture e le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e quindi non stanno riuscendo a produrre miele ma difficoltà si registrano anche per l'impollinazione delle piante da frutto.
Una primavera impegnativa anche per terreni e le coltivazioni: le continue precipitazioni e le basse temperature fanno preoccupare le aziende agricole del territorio. Anche se fortunatamente non si registrano danni irreparabili, alcune coltivazioni sono pesantemente a rischio. Su tutte si segnala la produzione di fieno. Nel pisano si registra un ritardo consistente la produzione di quello che diventerà il foraggio per gli animali, che deve essere sfalciato e poi fatto essiccare nei campi. Con l’umidità elevata e le precipitazioni prolungate i rischi sono muffe e funghi, ma anche la perdita di ulteriori raccolti su molte delle produzioni in atto.
Un po' ovunque si registrano ritardi nella produzione di ortaggi: zucchine, pomodori, peperoni, melanzane e cocomeri ci metteranno più tempo per arrivare sulle tavole. Il terreno ancora bagnato impedisce la messa a dimora delle piantine, o laddove è già avvenuta, ne rallenta la crescita. A Lari le ciliegie devono affrontare più stress, dato che le piogge continue e il poco sole hanno reso la buccia più sottile e quindi più vulnerabile. Il grano infine è in fase di spigatura e la troppa acqua nel terreno può favorire lo sviluppo di patogeni fungini.

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Umbria, problemi per fieno e cereali

Agricoltori umbri in ginocchio dopo il forte maltempo che ha colpito l’intera regione. Un maggio disastroso che ha segnato, in modo irreparabile, la perdite di interi raccolti, tanto che le associazioni di categoria hanno chiesto alle istituzioni di dichiarare lo stato di calamità.
Le abbondanti piogge hanno impedito il primo raccolto del fieno sui campi in quasi tutte le aziende nostre associate. Solitamente sono tre i raccolti annuali, ma il maltempo ha fatto registrare una perdita totale, del 100% del prodotto, sul primo mancato appuntamento dell’anno. Inoltre, moltissimi agricoltori si sono trovati costretti a saltare la semina nei campi coltivati a girasole e mais in primis, registrando anche in questo settore una perdita del 100% del prodotto. E anche dove qualche imprenditore agricolo è riuscito nell’impresa, nonostante i continui temporali di carattere e intensità autunnale, l’attuale sviluppo delle piante non è in linea con il periodo.
I cereali sono tra le colture che hanno resistito meglio al forte maltempo delle ultime settimane. Ma nei campi dove il grano aveva già raggiunto una certa altezza, le spighe si trovano adesso allettate. Anche sperando in un miglioramento delle condizioni climatiche e in un po’ di sole in arrivo, difficilmente si potranno recuperare gli steli piegati dal vento e dalla pioggia. La perdita non è ancora quantificabile, ma si può stimarla a non meno del 20%.
In estremo ritardo la produzione di pomodori e meloni, ad esempio, per effetto delle basse temperature che non aiutano la giusta maturazione degli ortaggi. Se il clima migliorerà nelle prossime ore, si può sperare in una lenta ripresa, ma con una produzione che comunque registra ormai una perdita del 50%.
Molti gli agricoltori che a causa di terreni alluvionati dalle piogge non sono riusciti a piantare il tabacco. Sul campo, siamo in ritardo di un mese. Se le condizioni metereologiche torneranno presto alla normalità, la produzione sarà comunque ridotti e di minore qualità.

Molise, zootecnia in ginocchio

Molti imprenditori denunciano la perdita pressoché totale dei foraggi, principale fonte di auto approvvigionamento alimentare. Criticità anche per le colture orticole, frutticole e oliveti che risentono degli effetti negativi di questo andamento climatico con conseguente perdita di produzione. Coldiretti chiede che la Regione intervenga attivando le procedure previste per il riconoscimento dello stato di calamità ed emanando un proprio provvedimento straordinario di carattere finanziario (credito agevolato) per il ripristino delle scorte necessarie al sostentamento degli animali. Altissimo il rischio di chiusura per numerose aziende zootecniche.

Campania, la grandine non perdona

La grandine è caduta copiosa tra l'Irpinia e il Sannio, pur con livelli di intensità molto diversi anche a breve distanza. Fenomeni simili e forte vento si sono verificati anche nelle altre province. Al momento risulta difficile stimare i danni, ma Coldiretti sta monitorando la situazione attraverso i suoi uffici di zona. Un fenomeno che arriva dopo lunghe settimane di maltempo, con piogge abbondanti e mesi siccitosi. La preoccupazione tocca tutte le produzioni, in difficoltà rispetto ai cicli naturali.

Puglia, colpiti agrumi e allevamento

La crisi agrumicola e l'eccezionale grandinata hanno messo in ginocchio il settore agricolo in tutta la Puglia, e in particolare nella provincia ionica. L'effetto domino si abbatte anche sull'occupazione: metà del lavoro agricolo stagionale è compromesso. L'utilizzo di protezioni antigrandine è stato inutile visto che sono andate distrutte sotto l'impeto di acqua e ghiaccio e cedendo sulle piante che avrebbero dovuto proteggere. Nei primi mesi dell'anno i produttori agrumicoli del tarantino hanno lasciato buona parte del prodotto sulla pianta. Tra il 40 e 50% degli agrumi non sono stati raccolti, a fronte di una produzione abbondante. Inoltre, l'andamento del prezzo medio troppo basso non ha lasciato scampo: un vero e proprio disastro.
Vacche e pecore della Murgia barese e tarantina pagano gli effetti della straordinaria ondata di maltempo che con bombe d’acqua, grandine e piogge quotidiane sta compromettendo il raccolto del fieno utile all’alimentazione degli animali, a causa dei campi allagati da 2 mesi dove è impossibile procedere con lo sfalcio.

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Calabria, fioritura degli ulivi in ritardo

Agricoltura calabrese in grave difficoltà. Situazione preoccupante su pesche e albicocche dove una parte delle produzioni è stata danneggiata in alcune aree dalla grandine e comunque è in ritardo la maturazione dei frutti ovunque. Assieme alla frutta si contano danni anche agli ortaggi sia in pieno campo che in serra senza dimenticare il fatto che il maltempo ha bloccato anche le attività di semina di altre produzioni come patate, il trapianto di pomodori, orticole in generale e il mais. Nei campi allagati è, infatti, quasi impossibile entrare per effettuare le necessarie operazioni colturali mentre dove si è già seminato i germogli e le piantine soffocano per la troppa acqua.
In ritardo la fioritura dell'olivo e, vista l'importanza economica di questo comparto, c'è solo da incrociare le dita e augurarsi il ritorno di condizioni climatiche favorevoli. Il clima incerto ha compromesso la prima raccolta di fieno necessario per l'alimentazione di mucche e pecore nei campi finiti sott'acqua. Il poco miele che si riesce a produrre le api lo mangiano per sopravvivere.

Sardegna, cerasicoltura sott'acqua

Danni alla cerasicoltura anche in Sardegna. Le piogge copiose di maggio hanno colpito in piena maturazione soprattutto le varietà precoci, compromettendo il raccolto a causa del cracking. Danni, anche se di minori entità si riscontrano anche per le fragole e in alcuni casi anche per le albicocche e le pesche. Della schiera dei settori agricoli danneggiati direttamente dalle precipitazioni fanno parte anche quello della fienagione, dove sono stati causati ritardi che ne danneggiano la qualità.

Maltempo, una primavera maledetta per le campagne italiane - Ultima modifica: 2019-05-30T07:38:08+02:00 da Simone Martarello

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