Nei frutteti non colpiti dalla grandine, avversità meteorica che ha flagellato più volte estesi comprensori meridionali sia sul versante jonico che adriatico, sui frutti in via di maturazione delle piante affette da sharka (virosi delle drupacee causata dal Plum Pox Virus o PPV) è abbastanza facile osservare i sintomi tipici della malattia che, però, con il forte caldo potrebbero essere meno evidenti.
Prima della raccolta, pertanto, bisognerà osservare con attenzione piante con frutti deformati o con forti cascole per individuare eventuali piante infette che andranno prontamente eliminate per evitare di diffondere l’infezione a quelle sane attraverso gli afidi vettori.
Il controllo della malattia, al momento, è possibile solo con mezzi preventivi che essenzialmente consistono nell’uso di materiale vivaistico certificato esente dal virus.
Le fasi fenologiche da monitorare
Le fasi fenologiche più idonee ad osservare eventuali sintomi di sharka sono tre:
- la fioritura, per le alterazioni fiorali indotte dal virus sulle varietà a fiore rosa;
- la piena vegetazione, per osservare eventuali sintomi fogliari (i quali tendono a ridursi con le alte temperature estive)
- e il periodo che va dall’invaiatura alla maturazione, quando più evidenti sono i sintomi sui frutti che in fase di raccolta vengono prelevati (ed osservati) singolarmente.
I sintomi fiorali sono stati descritti più volte su questa rubrica nel periodo più prossimo alla fioritura della maggior parte delle drupacee. In questo periodo, invece, sono i sintomi fogliari e quelli sui frutti che sono più facilmente visibili.
Sarà importante, pertanto, tenere ben presenti i sintomi più caratteristici della virosi per individuare precocemente l’eventuale presenza di piante infette nel proprio frutteto. La sharka è una malattia a lotta obbligatoria ed il sospetto di casi di infezione deve essere velocemente segnalato al servizio fitosanitario regionale competente che eseguirà i rilievi ufficiali e farà realizzare le eventuali analisi diagnostiche.
I sintomi della sharka delle drupacee sulle foglie…
Piccole aree clorotiche, tondeggianti o anulari, meglio visibili in trasparenza, lungo le nervature secondarie o terziarie. Spesso la foglia rimane piccola e distorta.
Sui peschi sono anche osservabili linee clorotiche che ricordano il profilo di una fiamma. Su susino, tipicamente, la clorosi degli anelli o degli aloni è più accentuata.
I sintomi fogliari da soli sono poco specifici, essendo simili a quelli indotti da altri virus.
...e sui frutti
Sui frutti i sintomi sono più specifici.
Su albicocco, i frutti prossimi alla maturità sono bitorzoluti per la presenza di depressioni molto marcate. In corrispondenza delle parti infossate, la polpa assume una colorazione bruno-rossastra, consistenza fibrosa, può presentare depositi di gomma ed è insipida.
Il sintomo più tipico è a carico del nocciolo che presenta aree anulari giallastre a margini ben definiti (che ricordano vagamente le macchie dell’occhio di pavone dell’olivo).
Su pesco, i frutti presentano maculature anulari clorotiche a contorni diffusi, più frequenti verso l’emisfero calicino. I frutti possono essere più piccoli del normale con la superficie bitorzoluta ed irregolare.
Le alterazioni sono più accentuate sulle nettarine.
Su susino, i frutti ancora verdi possono presentare lievi infossature o macule sottoepidermiche olivastre. All’invaiatura compaiono in superficie chiazze allungate e linee o anelli rosso scuro. Si possono osservare, inoltre, depressioni più o meno pronunciate.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita