«Ho inviato una lettera alla Commissione europea per chiedere di creare immediatamente un fondo azzeradazi. Ci troviamo davanti a una scelta sciagurata da parte dell’amministrazione Usa e non possiamo permettercelo, perché già paghiamo lo scotto dell’embargo russo. Dobbiamo attivare le diplomazie e far capire che questa è una scelta sbagliata anche per i consumatori americani visto che il made in Italy significa dieta mediterranea, considerata la più salutare al mondo». Lo ha detto a Milano Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, forestali e alimentari, all’inaugurazione della nuova sede lombarda di Confagricoltura e dell’ufficio di rappresentanza nazionale, a proposito dei dazi aggiuntivi che gli Stati Uniti imporranno dal 18 ottobre prossimo sulle importazioni dalle Ue, compresi i prodotti agroalimentari.
Giansanti: «Non vogliamo misure tampone, ma un piano di rilancio dell’agricoltura»
Una richiesta sollecitata in questi giorni anche dal presidente nazionale dell’organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti: «Ribadiamo la richiesta di un’iniziativa politica dell’Ue per evitare una pericolosa guerra commerciale. Fino al 18 ottobre, data prevista per l’entrata in vigore dei dazi, c’è tempo per tentare di raggiungere un accordo bilaterale che consenta di rinviare, in prima battuta, la scadenza». Al presidente del Consiglio Conte Confagricoltura chiede anche di discutere la questione dei dazi Usa nel corso della riunione dei capi di Stato e di governo della Ue in programma a metà ottobre.
Alla ministra Bellanova Giansanti ha ricordato anche le altre priorità del settore: «Il piano strategico che da tempo chiediamo per l’agricoltura deve essere capace di interagire con gli altri settori economici. Le singole misure tampone alle emergenze più gravi non risolvono le grandi questioni come quelle sui mutamenti climatici, sulla competitività del made in Italy sui mercati globali». Sulle crisi climatiche in particolare si è soffermato anche la stessa ministra: «Bisogna agire con proposte operative voglio mettere in piedi una consulta sui cambiamenti climatici, che raggruppi una pluralità di soggetti».
L'importanza dell'innovazione grazie alla ricerca
«Non possiamo, tuttavia, lasciare - aggiunto la ministra - che il settore agricolo appalti la ricerca alle multinazionali. Dobbiamo impiegare gli enti di ricerca pubblici. La cimice asiatica è un’altra emergenza su cui ancora non si ha una soluzione definitiva e sulla quale oggi bisogna lavorare, al pari della Xylella. Credo nella ricerca e nella scienza, in questo settore abbiamo bisogno di innovazione e dobbiamo rispettare chi si impegna in questo. Dobbiamo anche approfondire le ricerche sulle nuove pratiche di coltivazione e di produzione».
La sostenibilità dell’agricoltura
In primo piano il tema della sostenibilità del settore primario che ha dato il titolo alla tavola rotonda milanese "L'agricoltura al centro dello sviluppo sostenibile". «Noi agricoltori siamo da sempre - ha sottolineato Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia - sostenibili, ma spesso non spieghiamo in che modo. Posso raccontarlo partendo dalla mia esperienza: usiamo l’agricoltura conservativa, la minima lavorazione del terreno e utilizziamo strumenti di precisione per distribuire la chimica». Un altro punto focale per l’agricoltura del futuro, come ha rimarcato Boselli , è il percorso della nuova Pac che sarà sempre più basata sulla sostenibilità: «Ma deve essere una sostenibilità vera, non solamente una richiesta a piantare un certo numero di alberi».