La Commissione europea ha presentato la settimana scorsa la strategia Farm to Fork, primo vero tentativo di politica agroalimentare integrata che si colloca al centro del Green Deal.
La strategia Farm to Fork attribuisce un ruolo centrale all’agricoltura biologica, come metodo in grado di produrre benefici per l’ambiente e per la salute e di creare economia per i territori rurali e occupazione per i giovani.
La Commissione Ue fa suoi quelli che erano gli obiettivi del biologico
Tra gli obiettivi fondamentali il raggiungimento di almeno il 25% della Sau europea in biologico entro il 2030, la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari del 50% e dei fertilizzanti del 20%. Gli stessi obiettivi sono contenuti nella strategia europea per la biodiversità presentata sempre la settimana scorsa.
Quelle che fino a poco tempo fa erano le richieste del settore biologico adesso sono gli obiettivi fondamentali della Commissione europea per il Green Deal. Si tratta di una svolta strategica che colloca l’agricoltura biologica al centro di una transizione dei sistemi agricoli europei.
Un passaggio coerente anche con quanto ha evidenziato la crisi sanitaria, che ha fatto emergere l’agricoltura come settore chiave per la sicurezza alimentare del Paese, determinante per la ripresa economica, ma che deve guardare oltre il modello di agricoltura intensiva per affrontare le sfide future, adottando l’approccio agroecologico di cui il biologico rappresenta l’esempio concreto più diffuso.
Serviranno sostegni specifici per il bio nella nuova Pac
È chiaro che gli obiettivi contenuti nelle due strategie si potranno raggiungere solamente se verranno inseriti in maniera coerente nella costruzione di una nuova Pac che, attraverso una svolta radicale, premi le aziende che producono maggiori benefici per la società.
Un passaggio di questa portata richiede però anche un quadro normativo adeguato, sia a livello europeo che nazionale, per garantire gli strumenti necessari a strutturare il sistema d’imprese, salvaguardando allo stesso tempo la fiducia dei cittadini nel sistema di produzione biologica.
Dopo Covid 19, serve una proroga per l'applicazione
del nuovo regolamento
A livello europeo, dopo un lungo processo di revisione normativa, siamo in attesa dei molti regolamenti attuativi del Reg. (Ue) 2018/848 la cui applicazione è prevista a partire dal 1° gennaio 2021. Ifoam Eu ha chiesto la proroga al 1° gennaio 2022 soprattutto a causa dei ritardi accumulati in seguito all’impatto del coronavirus.
FederBio ha appoggiato la richiesta di Ifoam, vista la complessità del passaggio alle nuove norme in un momento di tali difficoltà, con l’avvertenza però, che il quadro normativo già approvato non venga modificato.
Ci auguriamo che la svolta adottata a livello europeo possa essere d’aiuto anche per contribuire finalmente a rendere il biologico protagonista delle politiche agricole italiane. Siamo in attesa, da troppo tempo, della legge sull’agricoltura biologica ed è paradossale che dopo l’approvazione alla Camera alla fine del 2018, sia ancora bloccata al Senato.
Nell'emergenza sanitaria crescono i consumatori che si affidano al bio
Anche durante il blocco per l’emergenza sanitaria le vendite di prodotti bio sono aumentate di oltre il 20% nella grande distribuzione e con percentuali ancora più alte nei negozi specializzati.
Dall’altro lato sono emerse notevoli difficoltà per i produttori che praticano vendita diretta in azienda o attraverso i mercati, o che avevano attivato solidi rapporti con la ristorazione e le mense pubbliche.
È un divario che mette in evidenza le grandi opportunità e anche i punti critici di un sistema che ha bisogno di strumenti innovativi per affrontare le grandi sfide a cui costringe la fase attuale.
E anche per questo è urgente l’approvazione immediata della legge, per permetterci di fare la nostra parte nella crisi creata dall’emergenza Covid19 e per contribuire in maniera concreta alla ripresa economica del nostro Paese di cui c’è davvero un grande bisogno.
Credo che la competizione tra l’agricoltura integrata e la biologica finirà molto presto! Le aziende all’avanguardia praticano già da tempo l’agricoltura bio-integrata! Fanno ricorso a materiali e metodi sia biologici che alternativi alla chimica di sintesi!